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PARTE PRIMA
Nuova idea di Poeta Rolando per lo smaltimento di rifiuti urbani, industriali e territoriali di qualsiasi materiale o sostanza nociva.
PARTE SECONDA

07 GIUGNO 2012

32.
COME RIPULIRE LA TERRA
MEDIANTE LA CREAZIONE DEL  MARE - NON MARE


Invenzione per smaltire qualsiasi tipo di rifiuti senza creare alcun inquinamento né diretto, né indotto

                                           Riassunto

L’invenzione qui illustrata costituisce l’unica risposta possibile al problema di bonificare le grandi estensioni territoriali inquinate da preesistenti insediamenti industriali; costituisce inoltre una vantaggiosa alternativa allo smaltimento dei rifiuti urbani ed individuali.
Ha tuttavia il grave difetto di poter limitare l’arricchimento di chi vende inceneritori e discariche: per questo è proibito parlarne sui mass-media…


  • Una soluzione per risolvere la crisi italiana


Tale soluzione consiste in un’invenzione che rivoluziona il modo di smaltire i rifiuti.
Con tale soluzione le famiglie italiane potrebbero risparmiare oltre 50 euro al mese a seguito della riduzione della Tassa sui Rifiuti che esse pagano attualmente.
Con tale soluzione le industrie ridurrebbero i loro costi di produzione e potrebbero essere più competitive sui mercati interni ed internazionali.
Con tale soluzione lo Stato risparmierebbe la enormità di denaro che deve continuamente spendere per bonificare territori inquinati da persone o società non identificabili.
Con tale soluzione si metterebbero privati cittadini ed industrie in una comoda e conveniente condizione per non creare alcun danno ambientale: senza fare appello né al loro senso civico, né affidarsi alla repressione teoricamente stabilita da leggi inefficaci o inapplicabili; con tale soluzione, infatti, si metterebbe semplicemente costoro nelle condizioni di smaltire gratuitamente e facilmente i loro rifiuti.

  • Descrizione sintetica dell'invenzione


Tale soluzione consiste nello "spostare il mare". Si può così utilizzare il fondale marino costiero, opportunamente prosciugato, come enorme bacino in cui riversare qualsiasi tipo di rifiuto.
Questa soluzione è l’unica che non presenta alcuna difficoltà tecnica realizzativa e che non presenta alcuno svantaggio, ma solo vantaggi, come dimostrato da quanto segue.
Per la realizzazione di questa invenzione è sufficiente scegliere un tratto di costa di qualche chilometro dove il mare possiede una profondità almeno di una decina di metri. Di fronte a tale costa, preferibilmente un‘insenatura, si costruisce una diga foranea che isoli un grande bacino.
Tale bacino viene poi prosciugato, pompando via l’acqua del mare in esso contenuta all’esterno della diga, cioè in mare aperto.
All’interno del grande bacino asciutto (o cratere), così risultante, vengono costruiti muri paralleli e perpendicolari tra essi, alti fino al livello di sommità della diga.
In questo modo si realizzano tanti grandi e profondi pozzi in cemento armato, a pianta quadrata, che svolgono sia la funzione di rinforzare la diga contro la pressione idrostatica del mare esterno, sia la funzione di contenitori riempibili, anche selettivamente, dai rifiuti.
Una volta colmi, tali pozzi vengono chiusi e sigillati con grandi strati di cemento armato.

  • Recupero vantaggioso dei costi realizzativi


Man mano che tali pozzi vengono sigillati, si amplia una grande superficie piana in cemento armato utilizzabile in molti modi: zone industriali, area portuale, aeroporto, centro balneare, vasche di itticoltura.
Tale originalissimo centro balneare è ottenibile facendo ricoprire tale spianata da acqua di mare per la creazione di una immensa piscina marina senza onde, senza meduse, senza pesci pericolosi, senza sporcizia (perché facilmente pulibile).
Della montagna di rifiuti sottostante non risulterebbe più niente, giacché chiusi in un bunker ermetico da cui i liquidi non possono inquinare alcuna falda acquifera, né alcuna coltivazione: sia perché trattenuti dalla impermeabilità del fondo dei pozzi, sia soprattutto perché posti al di sotto del livello del mare.
Peraltro, il mare, non potrà in nessun modo entrare a contatto dei rifiuti sigillati nei loro singoli pozzi.
Da tali pozzi non può nemmeno sfiatare la minima puzza, né una pur minima quantità di gas tossico o inquinante, né polveri, né microfibre di amianto: tutto ermeticamente sigillato e trattenuto da spessori di cemento armato capaci di resistere a qualsiasi pressione interna ed a qualsiasi sollecitazione esterna.
Con opportuni accorgimenti, tali pozzi potrebbero accogliere perfino scorie nucleari, giacché le radiazioni sono notoriamente schermabili con adeguati spessori di calcestruzzo.
Un grande vantaggio offerto da tale soluzione è quello di utilizzare le coste marine, cioè beni del Demanio Marittimo non assoggettati a leggi regionalistiche, ma esclusivamente a leggi statali finalizzate al bene comune della Nazione.
Oltre a tale vantaggio, si ha evidentemente il vantaggio che, anche i rifiuti più tossici ed inquinanti non richiedono alcun costoso trattamento per la loro inertizzazione.
Tutto può essere riversato nei citati pozzi blindati ricavati all’interno del bacino costiero prosciugato, senza alcun problema di mescolamento dei materiali o delle sostanze, senza alcun problema di dispersione nell’ambiente di gas, di polveri, di veleni.
Tutto viene poi sigillato, per sempre, e lasciato decomporre secondo leggi chimiche naturali che, dopo qualche decennio creeranno per la legge universale dell’entropia, solo materiali inerti e gas.

  • L'unico modo per realizzare concretamente le bonifiche territoriali


La disponibilità delle immense cavità offerte dai citati pozzi del bacino costiero, di cui all’invenzione, consente di risolvere economicamente anche il problema delle bonifiche territoriali che, altrimenti, sarebbero non praticabili. Si può infatti riversare liberamente in tali pozzi tutto il terreno che fosse necessario asportare perché contaminato da veleni.
Tutta la Campania potrebbe essere "raschiata" e fatta rifiorire come regione ecologicamente vergine, e tutti i suoi veleni eliminati per sempre: con il vantaggio che essa diventerebbe una regione più estesa, in ragione dei molti chilometri quadrati sottratti al mare.
Benché tale soluzione sia idonea alla eliminazione di qualsiasi rifiuto, è implicito che i rifiuti gettati in tali pozzi possano essere anche quelli rimanenti dopo il recupero delle parti utilizzabili: plastica, vetro, legno, carta,eccetera.
Va peraltro considerato che, conservare in tali pozzi rifiuti indifferenziati per qualche decennio, significa vantaggiosamente aspettare sviluppi della tecnica idonei a recuperare sostanze o materiali che la tecnologia attuale è incapace di estrarre economicamente da essi.
Ovvero, dopo un secolo, i pozzi potrebbero essere aperti, previa utilizzazione del metano e di altri gas generati dalla decomposizione organica, e svuotati del loro contenuto qualora ciò risultasse economico.
Dopo tale lungo tempo, si avrebbe il vantaggio di disporre di rifiuti non più maleodoranti.

  • Perchè tale invenzione non genera puzza nè inquinamento di alcun genere


In merito alla tipica puzza emanata dai rifiuti esposti all’aria con superfici di qualche ettaro nelle comuni discariche, va evidenziato che l’invenzione qui in argomento, consente di esporre all’aria solo la superficie di sommità o imboccatura di un solo pozzo. I numerosi pozzi, centinaia o migliaia, possono infatti essere riempiti uno alla volta, ed uno alla volta sigillati definitivamente quando sono pieni.
In altri termini, il riempimento dei pozzi del bacino prosciugato genera quantità di odore minima. Degli odori che vengono rapidamente dispersi perché in riva al mare il vento è sempre presente, e quando soffia nel campo angolare dei 180° verso il mare aperto la puzza non è sentita da nessuno perché nel mare non ci sono utilizzazioni e nel mare aperto la puzza viene diluita dal vento.
Un altro fatto importante dell’invenzione in argomento è costituito dal fatto che il bacino prosciugato è utilizzabile per la costruzione di un aeroporto.
Un aeroporto sul mare offrirebbe il vantaggio di non inquinare l’aria del territorio, di non costituire pericolo per abitazioni vicine, di non creare inquinamento acustico per popolazioni residenti nelle vicinanze.
In riva al mare si hanno generalmente zone non soggette alla nebbia. In riva al mare la pista di decollo o di atterraggio non richiede limitazioni dure quali muri o reti, cosicché in caso di incidente, l’aereo finirebbe semplicemente in acqua, consentendo così un agevole salvataggio di tutti i passeggeri.

  • Un affare internazionale


Da un punto di vista economico, tale soluzione di costruire discariche marine a pozzi sigillati non riguarda solo le regioni bisognose di discariche (per es. CAMPANIA): essa potrebbe interessare anche Società operanti nel settore delle "grandi opere".
La costruzione di queste grandi CAVITÁ a pozzo lungo le coste marine potrebbe avvenire in qualsiasi Regione che sia interessata a guadagnare soldi; tali Regioni potrebbero infatti ricevere a pagamento in tali discariche a pozzo da esse costruite, i rifiuti provenienti da tutta Italia. Specialmente quei rifiuti tossici che altrimenti sarebbe costosissimo smaltire con i trattamenti attualmente prescritti dalla legge e che di fatto vengono smaltiti illecitamente in ogni luogo senza alcun trattamento.
Attualmente, infatti, esiste solo la concezione che i rifiuti possano essere accumulati solo SUL TERRITORIO e per questo, prima di "appoggiarli per terra", devono subire costosissimi trattamenti volti a ridurre il loro potere inquinante.
Con l’invenzione delle "Discariche marine a pozzo", invece, anche i rifiuti più pericolosi sono completamente isolati da qualsiasi contatto con il TERRITORIO ABITATO e sono eliminati per sempre.
Va infine considerato che le citate DISCARICHE MARINE A POZZI SIGILLATI potrebbero essere costruite anche lungo le coste di nazioni povere, ma che dispongano di coste ripide o di isole inutilizzate: Croazia, Montenegro, Albania, Grecia.
In tal senso si potrebbero aggiungere all’elenco nazioni Africane: per evitare che, continuando ad usarle come discariche abusive, prima o poi, "presentino il conto" per danni.
Costruendo in tali luoghi le DISCARICHE MARINE A POZZI SIGILLATI tali nazioni potrebbero arricchirsi senza nuocere minimamente né al loro territorio né ai loro paesaggi. Una volta riempiti e sigillati, tali pozzi potrebbero avere il loro piano di sommità ricoperto dal mare (a lambire il profilo di costa originario) con una profondità di uno o due metri ed essere pertanto, oltre che isolati, anche inaccessibili ed invisibili.
Non va dimenticato il fatto che l’inquinamento della Terra è un fatto globale e che, pertanto, ogni nazione deve avere a disposizione soluzioni CONCRETE ED ECONOMICHE per smaltire i propri rifiuti: altrimenti le industrie creano la necessaria economicità dello smaltimento in un modo ILLEGALE, sapendo che DI FATTO non saranno mai perseguite per tale reato.


Legenda delle Fig. 1 e Fig. 2


1    riva del mare originaria

2    mare

3    insenatura o baia, o golfo della costa

4   diga foranea

5   muri perpendicolari della diga

6   distanza tra due muri

7   pozzi per il contenimento dei rifiuti

8   fondo in cemento armato

9   muri paralleli alla diga

10 cemento armato di chiusura dei pozzi realizzativa di una grande
     superficie piana multi-uso

11 rifiuti










 Descrizione dell’invenzione

  • Le tecniche usuali


Questa invenzione si riferisce ad un procedimento per lo smaltimento di qualsiasi tipologia di rifiuti in bacini costieri sigillabili, ed ai bacini costieri attuativi del procedimento.
Come è noto nelle moderne società si producono grandi quantità di Rifiuti Solidi Urbani, e grandi quantità di rifiuti di altro tipo, quali i rifiuti industriali, i rifiuti tossici, i rifiuti ospedalieri, i rifiuti radioattivi.
Tutte queste tipologie di rifiuti sono assoggettate a leggi che stabiliscono i trattamenti e le destinazioni finali. Ciò, allo scopo di estrarre da essi materiali che possano essere riutilizzati secondo usuali processi di riciclaggio; inoltre, allo scopo di eliminarli in un modo che non produca danni alla salute pubblica, né produca inquinamenti ambientali all’aria, alle acque, al suolo.
Attualmente la grande maggioranza di rifiuti solidi urbani (circa 70%) viene smaltita in discariche. Una parte modesta (circa 10%) è smaltita mediante inceneritori. La restante parte è smaltita da tecniche di riciclaggio e di produzione di compost.
Sia le discariche che gli inceneritori sono tuttavia fonte di problemi per la salute pubblica, al punto che la popolazione è sempre ostile alla loro presenza nel territorio.
Questa avversità delle popolazioni costringe i politici ad informarle in un modo pilotato, che faccia sapere ad esse solo gli aspetti positivi del tradizionale ciclo di smaltimento dei rifiuti solidi urbani, in modo che tali popolazioni trovino giusto pagare o fare ciò che viene ad esse richiesto.
Gli attuali costi dello smaltimento pubblico dei rifiuti sono tuttavia in continua crescita e sono un fattore che contribuisce al progressivo impoverimento sociale.
Ciò vale anche per i rifiuti tossici e nocivi, prodotti dalle industrie e dalle aziende ospedaliere, i quali devono subire costosissimi trattamenti volti ad inertizzarli.
Tale concezione gestionale di tutti i tipi di rifiuti comporta costi altissimi alla comunità, per il fatto che di essi "si conserva la loro materialità", e si ha quindi la necessità di renderli non nocivi per evitare danni derivanti dal loro contatto, diretto oppure indiretto, (ambiente) con la popolazione.
In particolare ciò vale per i rifiuti industriali, il cui smaltimento comporta per le industrie costi, talmente alti, che le costringe a rivolgersi alla criminalità organizzata per ridurre i costi di smaltimento dei veleni derivanti dai loro processi produttivi. Tali costi sono infatti da ricaricare poi sugli oggetti da esse prodotti, con un aggravio che impedisce a tali oggetti di essere venduti, a causa del loro prezzo troppo alto.
Sul mercato esistono infatti oggetti concorrenti che, prodotti in nazioni estere povere in cui non esistono tali costi di smaltimento dei rifiuti tossico-nocivi, possono essere venduti a prezzi inferiori.
Il concetto della difesa ecologica in vigore nelle "società occidentali" incide anche nei costi connessi alla bonifica dei terreni inquinati; le comuni metodiche sono talmente costose che, di fatto, impongono la rinuncia ai pur necessari interventi di bonifica. Per fare un esempio, se si seguissero le prescrizioni di legge, sarebbe da bonificare quasi tutta la regione Campania; per questo non si comincia nemmeno.
La Campania e Napoli in particolare, costituiscono un caso-limite di inadeguatezza delle metodiche di smaltimento dei rifiuti mediante le modalità convenzionali.
Al di là delle responsabilità della politica e della criminalità organizzata, come viene denunciato dai mezzi di informazione, sussiste anche una responsabilità delle metodiche tecniche usuali, essendosi rivelate non idonee a risolvere il problema dello smaltimento dei rifiuti. Se non altro per i loro costi, talmente elevati da spingere le industrie a delinquere mediante smaltimenti illegali per poter economicamente sopravvivere: creando così, danni ambientali che devono essere riparati con il denaro pubblico, impoverendo cioè i cittadini.

  • Scopi dell'invenzione e sua descrizione concisa


 Scopo della presente invenzione è quello di definire un nuovo modo di smaltire qualsiasi tipo di rifiuto, sia esso di tipo solido urbano, sia esso tossico-nocivo, sia esso ospedaliero, sia esso industriale, sia esso radioattivo, in un modo che sia più facile ed economico di quelli attualmente impiegati.
 Altro scopo è quello di definire un modo di smaltire i citati rifiuti, come sopra, senza intervenire sostanzialmente con nessun tipo di trattamento.
 Altro scopo è quello di definire un modo di smaltire i citati rifiuti, come sopra, che li elimini materialmente in modo totale per evitare definitivamente il rapporto di essi con la comunità umana e con l’ambiente.
Questi ed altri scopi appariranno come raggiunti dalla lettura della descrizione dettagliata seguente, illustrante un procedimento per lo smaltimento di qualsiasi tipologia di rifiuti, siano essi urbani, industriali, ospedalieri, da bonifica territoriale, radioattivi, avente la particolarità di comprendere la creazione di un bacino di enorme capienza lungo le coste marine; tale bacino è creato dalla costruzione di una diga foranea idonea a isolare la riva iniziale dal mare, mediante la rimozione dell’acqua marina racchiusa da essa diga; in detto bacino sono costruiti muri paralleli incrociati con altri muri paralleli per creare numerosissimi pozzi in cemento armato impermeabilizzati entro cui riversare i rifiuti da smaltire; tali rifiuti vengono poi chiusi nel loro specifico pozzo in modo ermetico mediante colata di calcestruzzo in spessori di almeno un metro integrati da usuali armature di tondini e/o reti di acciaio, realizzando così ampie superfici litoranee pianeggianti sottratte al mare ed utilizzabili per qualsiasi scopo.

  • Figure illustrative e considerazioni concettuali


L’invenzione è illustrata, a titolo puramente esemplificativo ma non limitativo, nelle allegate tavole di disegno in cui
la Fig. 1 mostra schematicamente una sezione verticale di costa marina implementata da una diga foranea creatrice di un immenso bacino;
la Fig. 2 mostra una vista dall’alto di un immenso bacino creato da una diga foranea.
In riferimento alla corretta comprensione delle citate figure, sono opportune le seguenti considerazioni.
Lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, lo smaltimento dei rifiuti industriali tossico-nocivi, lo smaltimento del terriccio di terreni inquinati da veleni chimici complessi e misteriosi, hanno dei costi enormi, ed in certi casi addirittura insostenibili per una semplice ragione: tutti questi rifiuti vengono concepiti come un qualcosa da trattare, da elaborare, da trasformare, da inertizzare.
L’invenzione qui presentata è invece basata su  una nuova concezione: quella di eliminare materialmente in modo integrale qualsiasi tipologia di rifiuti per sempre; vanno recuperati solo quei rifiuti che è veramente conveniente recuperare (vetro, carta, legno, inerti, metalli).
Tale concezione è resa realistica dal superamento di un altro ostacolo ideologico: quello che stabilisce la collocazione dei rifiuti inertizzati sul territorio della nazione, cioè esposti al contatto fisico-chimico, diretto e/o indiretto con la popolazione.
Detta collocazione implica, infatti, che tali rifiuti debbano essere privati delle loro componenti pericolose e, successivamente, posti a svolgere il ruolo di qualsiasi innocua sostanza naturale ambientale.
L’invenzione qui presentata, invece, sigilla e colloca tali rifiuti in un modo che rende impossibile, qualsiasi contatto con essi, cosicché non richiede alcuna trasformazione di essi; inoltre non impone a tali rifiuti né discriminazioni qualitative, né limitazioni quantitative.
Se consideriamo le potenzialità nocive dei rifiuti, vediamo che esse sono sostanzialmente espresse da:
puzzo o gas maleodoranti;
diffusione nell’aria di batteri e gas chimicamente nocivi;
diffusione nel sottosuolo di liquidi tossici che mediante percolazione giungono ad inquinare le falde acquifere;
dispersione nel terreno di sostanze chimiche pericolosissime (mercurio, piombo, cianuri, diossine, ecc.) che entrano nella catena alimentare a seguito del loro assorbimento da parte delle coltivazioni destinate all’alimentazione umana ed a quella degli animali da macello;
riposizione in luoghi non preposti al loro accoglimento: si pensi ai mobili, agli oggetti in plastica, ai pneumatici usati, agli elettrodomestici, che vengono abbandonati ai margini delle strade e sui terreni agricoli.
Ebbene, tutte queste potenzialità e qualsiasi altra potenzialità di nocività per l’ambiente, per la salute degli animali e dell’uomo, possono essere eliminate facilmente e nel modo più sicuro.
Sarebbe sufficiente una grande buca inaccessibile ed invisibile, capace di contenere qualsiasi cosa, posta al di sotto del livello del mare per impedire ai liquidi in essa contenuti di giungere alle terre emerse, e che potesse essere chiusa in un modo assolutamente ermetico. In questo modo, tutto ciò che è contenuto in tale buca può scomparire materialmente per tempi geologici, capaci di inertizzare chimicamente qualsiasi cosa.

  • I rifiuti in un mare che non è il mare


La creazione di tale "buca" è resa possibile dall’invenzione qui presentata, "spostando il mare più al largo". In questo modo si può utilizzare il fondale marino precedentemente sommerso dall’acqua per la creazione di una molteplicità di grandi profondi pozzi, con pareti in cemento armato, da riempire con qualsiasi tipologia di rifiuti, e poi da richiudere ermeticamente con colate di calcestruzzo rinforzate da usuali armature di acciaio.
Applicando tale invenzione, la nazione acquisisce un’estensione del suo territorio emerso, che può essere anche di molti chilometri quadrati; un "territorio" pianeggiante sulla costa che  può essere utilizzato in moltissimi modi: creazione di un aeroporto, banchine portuali, zone industriali, strutture balneari protette con acqua marina a profondità prestabilita e costante come nelle piscine (qualora si volesse restituire al territorio la sua originale fisionomia geografica).
Tale piano in cemento armato attuativo della chiusura ermetica definitiva dei pozzi può ovviamente essere ricoperto da terra con qualsiasi spessore, per coltivazione di vario tipo.
Questa possibilità, di smaltire qualsiasi tipo di rifiuti senza alcun trattamento su di essi in "bunker" sigillati e capaci di contenere volumi di rifiuti praticamente illimitati, costituisce un grande fattore di arricchimento economico della regione o della nazione. Infatti, tale possibilità consente un’enorme riduzione dei costi di produzione industriale, e consente pure una grande riduzione delle tasse pagate dai cittadini per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, giacché riduce i costi di tale smaltimento.
Ciò significa che, una Regione che si attrezzasse con tale tipo di discarica a bacino costiero, di fatto potrebbe svolgere tale funzione anche per rifiuti di altre Regioni e di altre Nazioni: ovviamente facendo pagare a queste un costo molto inferiore a quello che dovrebbero altrimenti sostenere applicando le metodiche di smaltimento usuali.
Più rifiuti tale regione riceve, più aumenta il territorio da essa strappato al mare, più essa si arricchisce.
Peraltro, dopo neanche un secolo, tali rifiuti risulterebbero completamente trasformati, inertizzati, compattati da naturali processi chimici di gassificazione e di semplificazione chimica della loro struttura.
La robusta ed ermetica struttura dei pozzi potrebbe, da un lato contenere i biogas prodotti dalla degradazione chimica anche ad elevata pressione; d’altro lato, consentire il recupero di essi per la loro utilizzazione in un modo migliore di quello a bassa pressione offerto dalle usuali discariche impermeabilizzate con teloni di polietilene.
La disponibilità di grandi spazi al di sotto del livello del mare, offerti dai citati pozzi in cemento armato, potrebbe inoltre vantaggiosamente essere sfruttata per la creazione di pozzi specifici, a pareti ispessite con cemento e lastre di acciaio; si potrebbero così creare economici sarcofaghi in cui richiudere perfino le scorie radioattive delle centrali nucleari e delle macchine diagnostiche ospedaliere, senza far fuoriuscire nell’ambiente alcuna radioattività.

  • Spiegazione delle figure


Con riferimento alle citate figure si possono meglio comprendere particolarità costruttive dell’invenzione. Per la sua attuazione è preferita una costa 1 dove un mare 2 abbia una profondità di almeno una decina di metri.
Sono inoltre preferite coste che offrano grandi insenature 3 da poter essere congiunte da una lunga diga foranea 4. Tale diga può essere di qualsiasi tipo usuale: a gravità, ad arco, ad archi multipli, a cupola. In Fig. 2 è illustrata una diga 4 leggermente arcuata.
A differenza delle dighe idrauliche impiegate per lo sbarramento dei fiumi, la diga 4 di cui all’invenzione è associata a muri posteriori 5, tra loro reticolati secondo possibili geometrie molteplici.
Tali geometrie possono essere triangolari, quadrangolari, esagonali, eccetera; esse costituiscono un rinforzo posteriore della diga 4 e ne agevolano la costruzione anche mediante una riduzione dei costi.
Tale diga 4, peraltro, non deve avere una resistenza che garantisca il ritegno dell’acqua in modo assoluto, come richiesto alle usuali dighe; infatti, l’acqua marina trattenuta, nella peggiore delle ipotesi assurde, tornerebbe semplicemente a lambire le coste che lambiva prima della costruzione di essa, senza poter penetrare nei pozzi.
In ogni caso, la esigua resistenza richiesta a tale diga 4 è deducibile dal fatto che essa non è assoggettata ad una pressione idraulica del mare aperto che agisca sulla sua intera lunghezza, bensì ad una pressione idraulica che agisce solo su un breve tratto 6 di essa, stabilito dalla distanza tra due muri posteriori 5A, 5B.
La diga 4 viene costruita immersa nel mare con entrambi i suoi lati, cosicché non è mai assoggettata a spinte idrauliche in un solo verso che possano creare sollecitazioni di flessione, ma solo a spinte contrapposte sollecitanti la sua struttura soltanto ad innocui carichi distribuiti di compressione.
L’acqua marina racchiusa tra la diga 4 e la costa marina naturale (o iniziale) espressa dalla insenatura 3, viene pompata in mare aperto solo dopo la costruzione dei muri posteriori 5, incrociati secondo geometrie reticolari di rinforzo usuali.
La funzione dei muri posteriori 5 è intrinseca al concetto stesso dell’invenzione; la loro funzione fondamentale è quella di creare una molteplicità di grandi e profondi pozzi 7, impermeabilizzati mediante tecnica notoria e non comunicanti tra essi:  per accogliere ognuno una propria quantità di rifiuti, anche liquidi, che potrebbero essere di tipologia specifica. Ciò, allo scopo di censire o mappare l’intera superficie del bacino in un modo utilizzabile per eventuali, improbabili, interventi futuri: per esempio trivellazioni per il recupero di gas.
Con particolare riferimento alla Fig. 1, da un fondale marino 8, prosciugato ed eventualmente ricoperto da una colata di calcestruzzo, si erge una molteplicità di pozzi 7A, 7B, 7C, 7D, 7E…a pianta quadrangolare, creati dall’incrociamento dei muri posteriori 5 con muri trasversali o perpendicolari 9.
In tali pozzi vengono scaricati rifiuti 11 di qualsiasi tipo, anche liquidi, fino a riempirli completamente.

  • Una discarica per miliardi di metri cubi di rifiuti avente una superficie esposta di appena venti metri quadrati


Tale riempimento è preferibile che avvenga con rifiuti triturati, per non lasciare spazi vuoti tra i volumi dei rifiuti solidi; tuttavia, la combinazione di rifiuti solidi ingombranti con rifiuti granulari o polverosi e/o con rifiuti liquidi riesce a far riempire completamente la capienza del pozzo.
Per un accurato riempimento dei pozzi è preferibile l’impiego di grandi nastri trasportatori con struttura che sia brandeggiabile e che sia a sbalzo, dall’estremità dei quali i rifiuti 11 possano cadere nella zona del pozzo più vuota.
Dopo aver completato il riempimento di un pozzo, si ricoprono i rifiuti di materiale idoneo (per es. terra) a creare la base di appoggio per la colata di vari strati di cemento armato. In questo modo ogni pozzo diventa un contenitore sigillato ermeticamente, per sempre, da tappi indistruttibili 10 in cemento armato.
La citata modalità di creazione di una cavità enorme (prosciugando un fondale marino costiero) per contenere milioni di metri cubi di rifiuti di ogni genere, costituisce un fatto estremamente originale e vantaggioso; soprattutto, però, costituisce l’unica soluzione possibile per eliminare i milioni di metri cubi di terreno avvelenato che non possono essere bonificati a causa dei tempi e dei costi improponibili richiesti dalle attuali tecnologie.
L’attuale realtà dei fatti è che ci sono ovunque terreni, luoghi, costruzioni altamente pericolose per le sostanze inquinanti presenti,  che permangono da decenni nella loro condizione semplicemente perché non modificabile; ci si affida esclusivamente al fatto che nessuno ne parli. Se poi, per "colpa" di qualche ecologista si scopre il pericolo, se ne parla un po’ per fare bella figura, agendo nel contempo per far dimenticare nuovamente il problema.
Un problema che viene lasciato tale perché, obbiettivamente, l’attuale soluzione economica e tecnologica non offre alcuna soluzione ad esso.
L’invenzione qui presentata costituisce invece l’unica possibilità di attuare una reale bonifica del territorio, perché idonea a trattare immensi volumi di materiale inquinato in un modo estremamente economico ed assolutamente ecologico.
Infatti, l’invenzione utilizza cavità naturali già esistenti, quali sono i fondali marini costieri, per creare contenitori ermetici, economici, definitivi, inaccessibili, idonei per qualsiasi tipo di rifiuto. Vantaggiosamente, con il procedimento di cui all’invenzione non si disperde nell’aria nessun tipo di gas o di puzza o di sostanza chimica o di frammenti polverosi tipo amianto. Non si inquina nessuna falda acquifera e nessun terreno, perché i rifiuti vengono collocati al di sotto del livello del mare: ma all’asciutto, perché il mare è stato "tolto". Non si inquinano le terre emerse. Non si inquina poi nemmeno il mare, perché i rifiuti non sono assolutamente a contatto di esso, essendo separati dalle molteplici strutture di barriera costitutive dei pozzi ermetici 7 ed essendo separati dalla diga 4.
Oltre a ciò, il procedimento di cui all’invenzione crea, vantaggiosamente, i citati ampi territori da destinare ad una molteplicità di utilizzazioni .
Tra tali utilizzazioni, è degna di nota quella di creare vastissime vasche costiere riempite di acqua marina, pulita ed a ricambio naturale, con profondità prestabilibili. Tali vastissime vasche costiere potrebbero essere utilizzate per l’itticoltura. Oppure, tali vastissime vasche sovrastanti il bacino contenente i pozzi 7 sigillati, potrebbero essere destinate ad un uso turistico; esse sarebbero infatti sempre balneabili con la sicurezza offerta dalle usuali piscine, giacché con acqua senza onde, né meduse, né pesci pericolosi. L’acqua marina potrebbe infatti ricoprire il bacino dopo la sua sigillatura e preservare la sua sommità; in questo modo la presenza dell’acqua restituirebbe alla costa marina il suo aspetto naturale originario: è sufficiente dotare la sommità della diga 4 di aperture grigliate per l’afflusso dell’acqua.
Con il procedimento di cui all’invenzione si possono smaltire tutti i tipi di rifiuti, in un modo rapido ed estremamente economico che si traduce in un sicuro aumento del benessere sociale ed industriale.

                                                                                                                                                                                 
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