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               2 luglio 2013

36.
COME  CREARE E COME ELIMINARE
ARTIFICIALMENTE
URAGANI          E         TORNADO
(CICLONI,   TIFONI   e   TROMBE D’ARIA,   TROMBE MARINE)

P  A  R  T  E          P  R  I  M  A


                                                        Riassunto

In questa prima parte (42 pagine) dell’articolo viene illustrato come la rotazione dell’aria venga creata dall’instabilità di forze allineate contrapposte.
Da tale scoperta deriva anche la modalità con cui sarebbe possibile creare uragani e tornado in modo artificiale.
In tale articolo, gli uragani ed i tornado vengono analizzati secondo criteri differenti da quelli convenzionali della meteorologia. A seguito di ciò si può capire che le conoscenze ufficiali degli uragani sono insignificanti, come dimostrato dal fatto che non è attualmente possibile prevedere la loro formazione.
La scoperta della causa fisica della rotazione delle masse d’aria ha reso conseguentemente opportuna la valutazione delle ipotesi di manipolazione del clima per fini militari od economici mediante le informazioni pubbliche che esistono sull’argomento.
Da tali valutazioni è emersa la sostanziale estraneità dell’intervento umano; per contro, ancora una volta, viene evidenziata una responsabilità di esseri ultra-umani (Angeli, Alieni degli UFO) che traggono dalle tragedie umane la loro linfa vitale.


Premessa


Io mi ricordo una tranquilla giornata estiva di una trentina di anni fa quando, all’improvviso, sulla spiaggia comparve una piccola tromba d’aria. Poi si alzò un vento fortissimo, che faceva volare gli ombrelloni e le sedie a sdraio.
Nel contempo, si verificò un “fuggi-fuggi” caotico dei vacanzieri, che arraffavano bambini e cose! In pochi minuti la spiaggia diventò deserta. Forse cadde un po’ di pioggia: arrivata da chissà dove, giacché nuvole non ne avevo viste.
Il fenomeno mi apparve stranissimo: come mai quell’aria tranquilla, ad un centinaio di metri da me, cominciò a turbinare così velocemente? Cos’è stato che l’ha messa improvvisamente e violentemente in rotazione?
I meteorologi direbbero con illuminata sapienza: “Sì, sono fenomeni naturali, noti”. I più sfacciati abbozzerebbero perfino spiegazioni pseudo-scientifiche per i benpensanti.
Il termine “pseudo-scientifiche” è un eufemismo per dire che, dell’origine dei tornado e di tutte le perturbazioni meteorologiche, sanno solo cose insignificanti, perché con esse non sono capaci di fare alcuna previsione.
Queste affermazioni derivano da ciò che si può leggere su qualsiasi enciclopedia. Ciò che si può leggere nelle enciclopedie, tuttavia, è scritto da specialisti della materia, i quali, dovendo far credere che sono scienziati che hanno capito tutto, usano  un linguaggio specifico per non far capire niente di cosa dicono.
A seguito di tali gravi lacune della scienza meteorologica, ho studiato gli uragani ed i tornado a modo mio: partendo dalle origini, mettendo ordine sull’insieme delle nozioni confuse che affollano l’argomento.
Questo procedere dell’indagine da fatti semplici ma assodati, mi ha consentito di individuare quella ESSENZA dell’origine degli uragani che non ho mai trovato sulle enciclopedie scientifiche.
Una individuazione che costituisce una ulteriore conferma della mia Teoria Generale dell’Esistenza.
Sono passati tanti anni da quando assistetti alla citata formazione di una tromba d’aria sulla spiaggia; ora, altre esperienze vissute mi consentono di dare risposte a quelle domande.

La irregolarità dei fattori generanti gli uragani

Innanzi tutto è opportuna una precisazione sulla differenza che c’è tra gli uragani ed i tornado.
Secondo l’Enciclopedia delle Scienze di Google, l’Uragano è una tempesta larga anche 800 Km, che ruota su se stessa con venti superiori a 120 Km/h.
Il Tornado è invece una colonna d’aria a forma di imbuto, che ha un diametro variabile da pochi metri fino a 800 m. I venti presenti al suo interno sono i più veloci che esistano, ed arrivano a 480 Km/h.
I moderni mezzi di informazione ci mostrano la devastante potenza degli uragani e dei tornado, che investono tipiche zone del mondo in tipici periodi stagionali.
La parola “tipici” induce a pensare ad una regolarità naturale: come il succedersi del giorno e della notte, delle maree, delle stagioni.
Un qualcosa di talmente naturale da essere considerato come appartenente alle proprietà fisiche della Terra.
Fenomeni, cioè, che inducono ad osservarli con timoroso rispetto, con sentimenti di fatalità e rassegnazione.
È ben noto, peraltro, che la superficie terrestre costituisce un qualcosa di estremamente variabile.
Si ha infatti un’enorme sfera solida (la Terra) con buche piene di acqua (gli oceani); acqua che viene spostata continuamente verso l’alto dall’attrazione gravitazionale della Luna, facendo affluire contemporaneamente con movimento orizzontale le masse d’acqua adiacenti.
Siccome tali continui movimenti di rigonfiamento e avvallamento dell’acqua creano correnti di scorrimento su fondali marini di forma irregolare e risalite del livello rispetto a coste altrettanto irregolari,  si può facilmente capire come, la massa dell’acqua dei mari e degli oceani, si muova continuamente con rimestamenti in ogni verso, che riguardano le acque calde superficiali e le acque fredde ubicate in profondità. Ciò crea evaporazioni delle superfici dei mari estremamente variabili.
A tali effetti delle maree si aggiungono gli effetti delle eruzioni vulcaniche sottomarine: effetti che si esprimono in termini di spostamenti irregolari delle acque ed in termini di riscaldamento irregolare delle stesse acque.
La citata sfera espressiva della Terra, solida e ricoperta irregolarmente da acque in movimento caotico, è ricoperta anche dall’aria atmosferica. Apparentemente, tale aria è evanescente, ma in realtà è ben materiale: un metro cubo di aria ha una massa la cui consistenza è dimostrata dal fatto che pesa più di un chilogrammo!
Tale aria costitutiva dell’atmosfera è scientificamente definibile “gas”.
I gas sono una delle modalità essenziali in cui si presenta qualsiasi cosa dell’universo: la modalità solida, la modalità liquida e, appunto, la modalità gassosa.
Una quarta modalità è costituita dal plasma e riguarda una condizione di gas ionizzati, ma elettricamente neutri, a temperature di milioni di gradi C. Tale quarta modalità è praticamente inesistente sulla Terra, ma può essere creata da grandi energie radianti, come nel caso delle antenne HAARP.
Ognuna di queste modalità ha sue intrinseche e precise proprietà fisiche.
La modalità gassosa della materia è la più attinente ai fenomeni meteorologici. Un gas ha la proprietà di avere il volume, che occupa nello spazio, che è legato alla sua pressione ed alla sua temperatura.
Per esempio, se prendiamo un’usuale bottiglia vuota di vetro (del tipo contenente un litro di vino) e la chiudiamo ermeticamente, l’aria in essa contenuta ha un volume di 1 litro (cioè 1 decimetro cubo) ed ha la pressione di 1 Atm (cioè un’atmosfera, equivalente all’effetto di un peso di circa 1 Kg gravante su una superficie di 1 centimetro quadrato), ed ha una temperatura che è quella ambientale (che per semplicità didattica indichiamo in 20°C).
Se immergiamo per qualche minuto tale bottiglia vuota e chiusa in una bacinella di acqua calda, dentro la bottiglia non si avrà più aria alla citata pressione di 1 Atm, bensì si avrà aria ad una pressione maggiore (per esempio 2 Atm); tale aria avrà inoltre la temperatura dell’acqua calda in cui era stata immersa la bottiglia.
Il volume dell’aria contenuta in tale bottiglia di vetro sarà invece rimasto uguale, cioè un litro, cioè 1 decimetro cubo.
Estraendo la bottiglia dalla bacinella di acqua calda e stappandola, vediamo che la sua aria interna tende ad uscire violentemente: come avviene con le bottiglie di spumante.
Tale operazione pone in evidenza che, quando l’aria è in pressione (abbiamo considerato 2 Atm) essa tende a spostarsi, ad invadere l’aria circostante che si trovi ad una pressione più bassa (la citata pressione ambientale di  1 Atm).
Questo esempio elementare, con la sua semplicità, ha il vantaggio di mettere in evidenza le leggi scientifiche fondamentali che stanno alla base della meteorologia.
Quando gli esperti fanno le loro previsioni sul tempo che farà, ci parlano infatti di pressione, di isobare (linee a forma di anello irregolare che delimitano zone aventi la stessa pressione), di temperatura, di cicloni (zone a bassa pressione), di anticicloni (zone ad alta pressione).
In pratica ci dicono che, quando c’è una zona dove la pressione atmosferica è alta, l’aria presente in tale zona si sposterà verso altre zone in cui la pressione atmosferica è più bassa.
Tale spostamento dell’aria è ovviamente costitutivo del vento, che “soffierà” dalla zona ad alta pressione verso la zona a più bassa pressione.
Ma che cos’è che ha creato in quella certa zona quel certo aumento relativo della pressione dell’aria?
Solo e semplicemente un qualcosa che ha riscaldato tale aria.
Ma in che cosa consiste tale “qualcosa” che ha scaldato l’aria? Tutto  ciò che è entrato a contatto di tale aria e che era più caldo di essa.
Il calore, infatti, passa sempre da “cose” che hanno una temperatura alta ad altre cose che hanno una temperatura più bassa.
Tale aumento della pressione dell’aria determinante i venti è stato indicato con il termine “relativo” per far capire che, ciò che determina i venti, è una differenza di pressione tra due zone; nel senso che un aumento di pressione di una zona rispetto ad un’altra zona può essere creato, non solo dal riscaldamento di tale zona, ma anche dal raffreddamento dell’altra zona attigua verso la quale si dirige il vento.
Ciò premesso, esaminiamo la condizione del riscaldamento dell’aria.

Gli effetti del calore sui gas

Ciò che generalmente riscalda l’aria è dunque costituito dalla superficie del terreno (calda di giorno e più fredda di notte), dalla superficie dei mari avente temperature rese caoticamente variabili dalle correnti marine citate in precedenza e, soprattutto, dall’irraggiamento del sole.
Tale irraggiamento del sole investe sia la superficie delle terre emerse, sia la superficie delle acque, creando temperature differenti a seconda di vari fattori.
Infatti un qualsiasi irraggiamento in una stessa zona ed in tempi brevi è sostanzialmente costante, ma gli effetti di esso  possono essere  estremamente differenti al fine di creare la TEMPERATURA, che è la cosa più importante per creare le citate variazioni della PRESSIONE e del VOLUME dell’aria atmosferica.
Per completezza scientifica, va infatti considerato che in tale equilibrio fisico entra anche il tipo di materia coinvolto, giacché ogni tipo di materia ha una conducibilità termica specifica. Pertanto, va considerata la differente materialità dei gas costitutivi dell’atmosfera (vapore acqueo dell’umidità, azoto, ossigeno, anidride carbonica, eccetera).
In termini rigorosi e concisi si ha, infatti, che il prodotto matematico della PRESSIONE per il VOLUME  di un gas è sempre uguale al prodotto matematico della TEMPERATURA per un coefficiente R differente per i vari tipi di gas (per esempio Ossigeno 26, Anidride Carbonica 20, Azoto 30, Idrogeno 420…).
Tale uguaglianza costituisce la notoria Equazione Caratteristica dei Gas.

Le stranezze termiche dell’atmosfera

A queste considerazioni ne va aggiunta un’altra, che riguarda le bassissime temperature che l’atmosfera possiede alle alte quote. Tali basse temperature sono  degne di attenzione non solo per il fatto che sono in grado di raffreddare masse di aria che giungessero a contatto con esse (si pensi ai pezzi di ghiaccio che cadono dal cielo e costitutivi della grandine), ma anche perché sono soggette ad un gradiente di cui non è facile capire le sue ragioni. Mi spiego meglio. La temperatura media sulla superficie della Terra oscilla intorno ai 15°C.
Man mano che si sale di quota, tale temperatura diminuisce di circa 6°C per ogni chilometro di risalita. Ciò, fino a raggiungere i  - 56°C nella Tropopausa: uno strato di qualche centinaio di metri presente a quote comprese tra i 7 ed i 16 Km.
Fino a 20 Km la citata temperatura rimane praticamente costante, poi comincia ad aumentare ed a raggiungere  i 10°C all’altitudine di 50 Km. Poi ad un’altitudine di circa 80Km ricomincia a scendere fino a – 183°C. Salendo ulteriormente di quota, dopo i 120 Km la temperatura ricomincia a salire in modo regolare: a 200 Km si ha una temperatura di 75°C; a 280 Km di quota si ha una temperatura di 1500°C, a 400 Km di quota si ha una temperatura di  2300 °C.
Poiché queste sono le temperature dell’atmosfera appurate strumentalmente, esse sono definibili naturali, da prendersi come sono, perché evidentemente delle ragioni scientifiche che giustifichino tali alti e bassi delle temperature (che si hanno risalendo di quota) ci sono sicuramente……Tuttavia, a me piacerebbe sapere quali sono, perché non sono ancora riuscito a trovarle indicate  in nessun libro.
Finché non troverò spiegazioni tecnico-scientifiche (ovvero non teorie….) continuerò a pensare che tali gradienti termici dell’atmosfera hanno una irregolarità sospetta….Addirittura mi fanno pensare che siano condizioni artificiali create “da qualche divinità dell’Olimpo, per esempio, da Eolo….il dio che gli antichi greci accusavano di essere il responsabile dei venti….”.
È lecito riderci sopra….oppure no? Io dico di no, perché tali strati gelidi irregolari potrebbero essere molto utili alla creazione degli uragani. Già, gli uragani: quella “strana cosa” che puntualmente e regolarmente crea dolore e distruzione negli USA ed in Oriente. Dolore e distruzione che, per le ragioni esposte in altri articoli, servono all’alimentazione di Demoni ed Angeli (EOLO?) mediante l’energia psichica emessa dalla sofferenza animale e umana.

I limiti della meteorologia

Riassumendo, si ha che i venti vengono creati da DIFFERENZE nel modo in cui le masse d’aria dell’atmosfera vengono riscaldate (oppure raffreddate). Tali differenze creano infatti differenze di temperatura nelle varie masse d’aria, e quindi creano la differenza di pressione tra una zona e l’altra dell’atmosfera che avvolge la TERRA.
Questo fatto scientifico evidenzia una complessità talmente enorme, delle fonti e delle modalità di riscaldamento e di raffreddamento dell’atmosfera, che rende le previsioni meteorologiche di una affidabilità che non è mai assoluta, bensì  sempre proporzionale alla vicinanza dei  tempi futuri a cui si riferiscono.
Ciò consente, evidentemente, di poter giustificare ogni errore di previsione meteorologica; significa giustificare l’incapacità di prevedere la formazione futura degli uragani e tanto meno la loro potenza.
Pertanto, le previsioni meteorologiche sono più correttamente definibili CONSTATAZIONI METEOROLOGICHE: le inequivocabili constatazioni di pressione e temperatura fornite dai satelliti meteorologici o dai palloni-sonda; così pure, le inequivocabili constatazioni delle posizioni delle nuvole, fotografate alle varie frequenze dello spettro elettromagnetico dai satelliti meteorologici.
Tali giustificazioni, che accompagnano notoriamente l’impossibilità di previsioni meteorologiche esatte, io ritengo che siano semplicemente la giustificazione per l’incapacità concettuale di indagini scientifiche più avanzate. L’incapacità della meteorologia, infatti, non deriva dalla grande complessità dei fattori in gioco, bensì dal fatto che nell’equilibrio termico dell’atmosfera interferiscono fattori invisibili che creano “effetti” senza consentire la rilevazione delle cause.
Diventa comunque opportuno implementare quanto finora detto con un altro aspetto del fenomeno “aria in movimento”.

Il ruolo dell’acqua

Tale ulteriore aspetto consiste nel fatto che nell’aria è sempre presente l’umidità, creata dalla evaporazione delle acque presenti sulla superficie della Terra.
Tale umidità, infatti, fa parte integralmente di tutti i fenomeni meteorologici, tra i quali il più importante è costituito dalla pioggia.
Per definire con esattezza che cosa è la pioggia, può essere utile la seguente definizione, tratta da “L’enciclopedia” della Biblioteca di Repubblica – UTET –  Istituto Geografico De Agostini Spa – Novara, del 2003.
“La pioggia consta di gocce d’acqua il cui diametro è superiore a 0,5 mm e si verifica per la condensazione del vapor acqueo contenuto nell’atmosfera attorno a nuclei costituiti da grani di pulviscolo, ioni  o particelle igroscopiche.
La condensazione del vapor acqueo può avvenire per raffreddamento o per il mescolarsi di due masse d’aria.
Dapprima, quando le dimensioni delle gocce sono molto piccole, si ha la formazione delle nubi; in seguito, le gocce sono soggette a moti nel seno della nube e a una selezione che accumula quelle più pesanti in basso sino a che cadono al suolo.
Quando le dimensioni delle gocce sono minori, queste cadono con velocità più bassa: è la pioviggine”……….
PIOGGIA ARTIFICIALE. Nel caso di assenza di pioggia perché il vapor acqueo non riesce a condensarsi, si provoca artificialmente la pioggia disperdendo nell’atmosfera, mediante aerei o razzi, alcune particelle (ghiaccio secco, ioduro d’argento, cloruro di sodio) che fungono da nuclei di condensazione”.
Data la vitale importanza della pioggia, i fenomeni atmosferici sono ovviamente quelli che, da sempre, sono stati i più studiati.

Un fattore misterioso nelle variazioni meteorologiche

Nonostante gli investimenti economici  fatti in tutto il mondo per conoscere i fenomeni meteorologici, di fatto, non si è in grado di prevedere né perché, né quando, nelle varie località dell’atmosfera si creano le zone (sacche) di alta pressione o di bassa pressione, da cui dipendono le variazioni delle condizioni meteorologiche, di cui siamo informati quotidianamente.
Evidentemente, in queste ricerche scientifiche manca qualche “fattore”, che non si è ancora riusciti ad individuare e che rende le previsioni meteorologiche così aleatorie.
Le previsioni meteorologiche sono infatti basate esclusivamente su ciò che sta avvenendo nel presente illustrato dai satelliti meteorologici, e su ipotesi (modelli matematici) di evoluzione futura.
Quello che i meteorologi non sanno è perché certi riscaldamenti o raffreddamenti avvengono all’improvviso  ed all’interno di bolle o sacche delimitate, anziché avvenire in modo diffuso a seguito di fattori individuabili.
Su tale fattore sconosciuto alla meteorologia, io ho una mia idea.
Tale idea è essenzialmente riconducibile alla legge universale, da me scoperta ed esposta in altri miei scritti,  riferita all’acquisizione di spazio da parte di tutte le strutture materiali: sub-atomiche, atomiche, molecolari, iper-molecolari.
Tale acquisizione di spazio avviene SEMPRE  a seguito di una perdita di massa, attuata mediante emissione di energia elettromagnetica radiante.
Tale acquisizione di spazio avviene per l’azione di un’energia non rilevabile strumentalmente, perché priva di qualsiasi materialità e perché costituente un aspetto complementare della materia (non è l’anti-materia); tale energia “misteriosa” è dunque complementare anche dell’energia elettromagnetica.
Come qualsiasi onda elettromagnetica, tale energia misteriosa complementare ha “infinite” frequenze vibrazionali. Come qualsiasi onda elettromagnetica ha, inoltre, la proprietà di interagire con altre differenti frequenze creando significati infiniti: il concetto di “significato” ha ovviamente un’importanza sconvolgente, perché coinvolge la PSICHE.
Si ha pertanto un’energia psichica ondulatoria con proprietà simili a quelle delle comunicazioni telefoniche o delle trasmissioni televisive. In queste si ha che, un’onda elettromagnetica di una frequenza costante, viene “improntata”, modificata nella forma della sua cresta, da innumerevoli altre onde elettromagnetiche di frequenza differente (le cosiddette frequenze armoniche) per conferire alla citata onda portante (di trasporto) infiniti significati: i significati delle conversazioni telefoniche, le immagini che appaiono sul televisore.

L’energia psichica

In altre parole, nell’universo, qualsiasi espressione materiale è stabilizzata in uno specifico equilibrio tra particelle materiali (sub-atomiche, atomiche, molecolari) e lo spazio delimitato dal loro insieme e creato dalla citata Energia Psichica. Tale energia è espressa da una forza psichica che è antagonista della forza gravitazionale, della forza elettromagnetica, e delle forze nucleari.
Quando qualsiasi espressione materiale dell’universo assorbe calore (energia elettromagnetica), essa subisce una riduzione di tale spazio, acquisendo materialità (elettroni, fotoni ed altri elementi sub-atomici); tale aumento di materialità determina comportamenti involutivi e disgregazioni.
Per contro, quando qualsiasi espressione materiale emette calore (energia elettromagnetica), essa aumenta tale spazio e perde materialità. Tale riduzione di materialità avviene mediante legame con altre particelle materiali, idonee alla creazione di una struttura più ampia e vuota: tale da ridurre il rapporto massa/spazio (qualcosa di paragonabile al comune Peso Specifico delle cose materiali).
L’interazione della citata energia psichica costituisce il citato  “fattore sconosciuto” presente nei fenomeni meteorologici. Tale fattore psichico, definibile mediante la mia scoperta ora concisamente esposta, rivela la sua presenza mediante tanti fenomeni “inspiegabili” che , in quanto tali, non vengono nemmeno considerati: come se non esistessero!
Sarebbe invece molto serio prenderli in considerazione, almeno come ipotesi. Si vedrebbe in tal modo che, tali ipotesi, sono troppo ricorrenti e precise per essere ancora considerate semplici ipotesi! Si vedrebbe infatti che sono fatti concreti, seppure inspiegabili con le comuni cognizioni scientifiche.
La storia umana ha delle costanti: ora ci troviamo in una situazione paragonabile a quella che si sarebbe potuta svolgere nel medioevo, allorché qualcuno avesse ipotizzato che nell’aria ci sono onde invisibili, che potrebbero collegare due “tavolette” speciali con cui due persone potrebbero parlare o vedersi anche se sono lontanissime tra loro.
A quei tempi sarebbe stato difficile credere a tale ipotesi, semplicemente perché non si avevano conoscenze scientifiche sufficienti.
Ora invece, dopo qualche secolo, tale ipotesi è stata confermata da ciò che chiamiamo “telefoni cellulari”.
Di tali fenomeni “inspiegabili” ho avuto espressione indiretta, in quanto accaduta ad altri (e come tale da me acquisita con riserva). Di tali fenomeni “inspiegabili” ho tuttavia avuto le seguenti esperienze personali dirette, archiviate come semplici ricordi e solo successivamente integrate a conferma di mie teorie.

Amenitá biografiche sull’argomento

È risaputo che, in tante popolazioni primitive, si faceva ricorso all’intervento dello stregone o sciamano nei casi di siccità; costui, con pratiche magiche , preghiere, danze propiziatorie, sacrifici di animali o di umani, vantava il potere di creare la pioggia.
Io non ho mai assistito ad alcuna “danza della pioggia” per confermare l’ottenimento del risultato. Quello che posso fare, però,  è il considerare che se in ogni parte del mondo tante popolazioni hanno perpetuato tale pratica divinatoria, o “superstiziosa”, è semplicemente perché tali rituali stregoneschi o sciamanici consentivano l’ottenimento di ciò che era voluto.
Tale ottenimento potrà apparire di assurdità massima, ma non si può liquidare come “coincidenza fortuita”  il fatto che qualche stregone dica: “Adesso faccio piovere” e poco dopo piove davvero! Nonostante, nel cielo, prima non c’erano nuvole!
Ricordo il fatto, che lessi su un giornale una trentina di anni fa, di un certo “mago di Arcella” che venne incaricato da una comunità agricola della Campania di far piovere, perché una anomala siccità stava distruggendo le coltivazioni.
Ricordo tale fatto, proprio perché strano, incredibile, e perché tale mago riuscì nel suo intento di far piovere; creando un evento che evidentemente era ritenuto impossibile dalla “scienza” e, pertanto, dotato di un clamore tale da essere confermato dalle cronache giornalistiche nazionali.
Forse i religiosi non sono le persone più qualificate per attestare fatti concreti, tuttavia non si può non considerare che, in periodi di siccità creanti disperazione in certe popolazioni, certe autorità religiose (preti, vescovi, eccetera) invitino i loro fedeli a pregare Dio! Io penso che un qualche risultato tali preghiere abbiano dimostrato di ottenerlo, se tali autorità religiose continuano a richiederle! A proposito di religione, sarà un caso, ma dicono i Vangeli che quando Gesù fu crocifisso, il cielo si oscurò e si scatenò una tempesta: per me, ciò costituisce una conferma dell’abbinamento del dolore psichico umano alla pioggia  ed al vento.
Oltre a tali considerazioni generali, io debbo tener conto, per la formazione delle mie opinioni, anche di fatti che sono accaduti a me stesso, e di cui pertanto….. non posso che considerarmi un “testimone attendibile”.
Mi ricordo nella mia città, Ancona, quando ero giovane, poco più che ventenne. Come era consuetudine tra noi giovani, d’estate si abbordavano le turiste con i soliti grandi sorrisi furbetti di circostanza.
Fu così che conobbi una bella ragazza di Spoleto che , a seguito del mio corteggiamento, contraccambiò le mie attenzioni affettive e sessuali.
Ci frequentammo vari giorni; mi raccontò che aveva lasciato da poco il suo fidanzato ma, soprattutto, mi fornì argomenti sufficienti per farmi innamorare.
Venne un giorno in cui, inaspettatamente, tale ragazza non venne al solito appuntamento;  mi fece sapere che era tornata alla sua città, e che non dovevamo incontrarci più.
Ciò che mi ricordo è che era un pomeriggio di un’estate soleggiata regolarmente; mi trovavo al Passetto, una tipica località panoramica romantica, a picco sul mare, dalla quale lo sguardo può accedere a grandi spazi di mare e di cielo.
Ricordo che il fatto  di “essere stato lasciato” mi aveva creato tanto dispiacere, mi aveva sconvolto.
Sarà una coincidenza, ma mentre vagavo lentamente, furibondo nello spirito (non so bene verso chi….), nei pressi del grande ascensore  turistico del Passetto, sentivo che si stava alzando improvvisamente un vento forte, fortissimo, una tempesta!
Il cielo si oscurò paurosamente, si scatenò un temporale violentissimo con tanta pioggia su di me che, immobile, solitario, ero al centro della scena; ma io mi sentivo bene, come se fossi io a scatenare vento, pioggia e fulmini per potermi poi rilassare.
Mi sentivo bene come ci si sente dopo aver sfogato una propria rabbia!
Quella ragazza non l’ho più cercata né vista, perché ovviamente era ancora innamorata del suo fidanzato.
Però il ricordo di quella tempesta, presente in quei momenti, mi è rimasto forte.
Anche perché, la citata situazione meteorologica di  causa-effetto, mi sembra che fu alla base di una mia convinzione da “paranoico con mania di grandezza”, che avevo in quel periodo giovanile della mia vita.
Tale mia convinzione, era quella che io avessi il potere di creare i fenomeni meteorologici: creare giornate di sole oppure di pioggia era alla mia portata!
Ricordo questo fatto, perché era legato ad una particolare necessità: quella di evitare che piovesse nelle giornate estive di domenica, perché in tali giornate io dovevo suonare la chitarra con la mia  un’orchestrina, che si doveva esibire all’aperto in un paese dove la gente andava a ballare.
Ricordo che, di fronte al capo-orchestra che mi aveva espresso un suo timore per l’eventualità di pioggia, lo rassicurai spavaldo: “Stai tranquillo, a non far piovere ci penso io!”
Si potrebbe dire: ”Roba da matti”, ma sta di fatto che l’orchestrina di cui facevo parte potè sempre suonare nei giorni stabiliti.
Un altro episodio legato alle mie sfortune amorose è il seguente.
Era il 1970, ed ero stato assunto come tecnico all’Alfa Romeo di Milano da pochi giorni.
Abitavo provvisoriamente in una stanza ammobiliata di un appartamento in Corso Sempione, trovatomi dall’Ufficio del Personale della fabbrica, che provvedeva in questo modo a ridurre i disagi dei nuovi assunti provenienti dalle varie città d’Italia.
Ero un giovanotto contento e fiero dell’impiego che aveva trovato.
Forse per questo motivo, ero pronto a cogliere qualsiasi sguardo di simpatia che fosse sfuggito a qualche ragazza che si trovasse intorno a me.
Così, ebbi modo di conoscere una ragazza svizzera, di Zurigo, alla quale per un paio di giorni ebbi modo di strappare effusioni ed innocenti bacetti (era molto tosta, riservata, bisognava accontentarsi solo di ciò che lei voleva dare).
D’altronde, la ricordo veramente dolce, intelligente, educata, bellissima… per farla breve, mi innamorai! Lei alloggiava all’Ostello della Gioventù di piazzale Lotto e ci coccolavamo al Parco Sempione (cioè vicino a dove alloggiavo io).
Ci incontravamo di pomeriggio, dopo il mio orario di lavoro.
Un giorno non venne al solito appuntamento; allora chiesi notizie al portiere dell’Ostello, il quale mi disse che…era partita! Altra grande delusione affettiva e, ovviamente grande rabbia, perché era  un suo diritto rifiutarmi, ma era cattiveria andarsene senza dirmelo prima!
Capisco che tale ragazza non ha avuto la brutalità di dirmelo in faccia, ma resta il fatto che io ci rimasi molto male! Così, ritornando a casa con il dispiacere di aver perduto l’affetto di tale ragazza, si era fatto buio.
Ma un buio che era in anticipo sull’orario: il cielo si era ricoperto di nuvole nere. Si scatenò poi un forte temporale, che investì e devastò proprio il parco Sempione, fino a notte fonda!
Il giorno dopo volli andare a vedere i danni causati dal citato “temporale-tornado” e, istintivamente, mi diressi alla panchina dove nei giorni precedenti mi sedevo abbracciato con tale “svizzera”.
Vidi allora una cosa, che mi sembrava ridicola come la trama di un fotoromanzo, ma che sentivo anche “logica”: il grande albero che stava dietro la panchina era stato colpito da un fulmine che lo aveva diviso a metà, facendo cadere un grande ramo sopra la citata panchina!
Anche questo episodio, non viene qui riportato per scrivere la mia biografia di megalomane sfigato, ma per testimoniare che un grande dolore spirituale, una violenza subita ma non accettata, può avere effetti sul tempo meteorologico; può creare freddo, vento, pioggia, fulmini.
Ovviamente non esiste una spiegazione della “scienza contemporanea”, cosicché il fenomeno può essere considerato non vero, oppure una banale coincidenza.
Io credo invece che, tra gli avvenimenti personali citati e le condizioni meteorologiche associate, ci siano “fattori sconosciuti” sui quali è opportuno indagare.
A completamento di ciò, mi viene in mente quest’altro episodio (state tranquilli, non è un'altra delusione d’amore…).
Una trentina di anni fa inventai un certo tipo di motore a vento (una cosa che generalmente viene chiamata generatore eolico) e costruii un suo prototipo nella bottega da falegname di mio padre.
Poiché lavoravo a Milano, ero costretto a grandi sacrifici, giacché per tale costruzione dovevo recarmi tutti i fine-settimana ad Ancona. Inoltre, c’erano da affrontare costi che, per me, erano gravosi. Ciò premesso, giunse il momento di collaudare tale  prototipo, cosicché presi a noleggio un autocarro per trasportarlo in una località collinare, dove generalmente c’era vento.
Lì lo avrei installato per il breve tempo necessario alla verifica del suo funzionamento.
I miei “assistenti tecnici” erano, in stile fantozziano: mio anziano padre, mia anziana madre, mio gracile cugino barbiere.
Sta di fatto che, inizialmente, era una giornata di primavera inoltrata, ma poi tale giornata si trasformò in una giornata invernale, man mano che le parti costitutive del motore a vento venivano caricate sull’autocarro.
Con mia grande sorpresa cominciò a nevicare! Tale nevicata infierì su di me per tutto il viaggio, perché io ero allo scoperto insieme alle parti meccaniche per curare che non si muovessero durante il tragitto; i parenti seguivano l’autocarro con un’automobile.
Per la cronaca, durante una manovra connessa con la stabilizzazione della struttura, si verificò un improvviso colpo di vento che vinse gli sforzi dei miei eroici aiutanti e mi fece cadere addosso il motore a vento.
Se ora scrivo la cronaca di quegli eventi è solo perché, con un balzo,  riuscii a non farmi investire da tale sua caduta.
In questo episodio era in me avvilente l’inadeguatezza dei mezzi con cui ero costretto ad operare; c’era in me la tristezza di troppa fatica; tanto dolore spirituale…che, casualmente, si abbinano a variazioni climatiche verso il freddo: addirittura la neve!
Una nevicata localizzata che iniziò e finì quando iniziò e finì il collaudo del citato motore a vento!
Ecco, questi episodi per me costituiscono eventi non aleatori, ma deterministici.
Io non so se tali eventi furono involontariamente creati da me, oppure se furono creati da “entità” angeliche che regolano la mia vita (d’altronde le religioni non dicono forse che tutti abbiamo un angelo custode?).
A me non lusinga né la prima ipotesi, né la seconda. La prima ipotesi non mi lusinga perché, francamente, tale capacità di influenzare il tempo meteorologico non mi ha evitato le fatiche, le sconfitte ed i dolori che hanno scandito la mia vita, cosicché non ha certo fatto di me un vincente che abbia qualcosa di cui compiacersi.
La seconda ipotesi, non mi lusinga perché penso che anche tutti gli animali da macello hanno un padrone.
Se per la strada trovate una gallina, una pecora,un maiale, una mucca, è difficile che tali animali non abbiano un padrone che ne rivendichi la proprietà: se non altro, tale padrone è lo Stato.
Appartenere a qualcuno, significa non avere la libertà di vivere.
Esistono, è vero, padroni di cani e gatti che amano i loro animali più di sé stessi, ma io non so se sono simile ad un gatto o ad un cane per poter ricevere tanto amore.
Mi vedo più simile ad un criceto che corre, corre, corre dentro la sua ruota e per questo a volte mi dico: “Ma dove credi di andare! La tua vita non va dove vuoi tu, ma dove vuole il tuo padrone! In qualsiasi momento può toglierti gli alimenti e farti crepare!”

Implicazioni dell’essenza dinamica degli uragani e dei tornado

Uno dei luoghi più colpiti dagli  uragani sono gli USA: lo Stato economicamente e militarmente più potente della Terra; lo Stato più scientificamente avanzato della Terra.
Consegue da ciò che, le massime conoscenze sugli uragani, sono ovviamente in possesso degli USA.
Nonostante ciò, leggendo articoli scientifici e guardando i tantissimi documentari  americani sull’argomento, ho trovato solo descrizioni marginali, appariscenti.
È ovvio che se ci fossero conoscenze importanti militarmente o economicamente, gli USA non le divulgherebbero con documentari!
Tuttavia, di fatto, le conoscenze attualmente divulgate sugli uragani e sui tornado sono soltanto ciclopici lavori su aspetti che sono insignificanti al fine di cogliere la vera essenza dinamica di essi.
Ritengo pertanto utile evidenziare le ragioni fisiche da me individuate, che costituiscono l’essenza meccanica generatrice degli uragani.
La meccanica insegna che esistono tre tipi di equilibrio tra le forze: l’equilibrio Stabile, l’equilibrio Indifferente e l’equilibrio Instabile.
Questi tre tipi di equilibrio sono generalmente indicati da tre esempi.
L’equilibrio stabile è quello di una sfera appoggiata sul fondo sferico di una tazza: muovendo la tazza, la sfera rotola ed oscilla sul fondo tendendo a risalire le pareti sferiche, ma essa ricade sempre sul fondo fino a fermarsi stabilmente, appunto, al centro di esso.
L’equilibrio Indifferente è invece quello in cui si trova la citata sfera quando essa viene appoggiata su un piano orizzontale: in qualsiasi zona la si appoggi essa rimane ferma, appunto, indifferentemente.
L’equilibrio Instabile, invece, è quello  in cui si trova la citata sfera quando è posta sulla sommità di un’altra sfera. Più queste sfere sono di materiale duro, più sarà impossibile mantenere la citata sfera sulla sommità dell’altra su cui appoggia. La sfera posta sopra tenderà sempre a rotolare più in basso, come se il punto teorico di sommità in cui potrebbe rimanere ferma non esistesse, giacché non si riesce a trovarlo. L’equilibrio di tale sfera posta sulla sommità di un’altra sfera è dunque instabile, inesistente.
Tale equilibrio instabile è ciò che genera gli uragani ed è pertanto opportuno approfondirne la conoscenza.
Il citato equilibrio della sfera appoggiata su una sfera era riferito ad un piano orizzontale, costituito ovviamente da due assi orizzontali perpendicolari. Infatti, tale sfera poteva cadere in avanti oppure indietro (uno dei due assi orizzontali), ma poteva cadere anche a destra oppure a sinistra (l’altro asse perpendicolare dei due citati assi orizzontali).
Se invece di appoggiare la citata sfera su un’altra sfera, la appoggiassimo su un cilindro disposto orizzontalmente, avremmo ancora un equilibrio instabile, ma che si estrinseca in un solo asse, che è quello del cilindro.
Tale sfera potrebbe infatti cadere o rotolare solo in avanti oppure indietro, ma non potrebbe rotolare né a destra né a sinistra.
L’equilibrio instabile della sfera sul cilindro comincia ad avvicinarsi all’argomento “uragani”.
L’equilibrio instabile più vicino al fenomeno-uragani è quello illustrato dal seguente esempio.
Se si prende una bottiglia di vetro (materiale durissimo) e si cerca di sollevarla dal tavolo mediante due oggetti diametralmente contrapposti, si verifica quanto segue. Innanzi tutto si esercitano due forze contrapposte ed allineate con il diametro della bottiglia. Inoltre, queste due forze si comportano come le due sfere appoggiate una sull’altra, cosicché non riescono a mantenersi allineate, cosicché tendono a disporsi parallele creando una distanza tra esse.
Un esempio analogo è espresso da una ruota che venga premuta sulla sua circonferenza da due forze contrapposte diametrali.
Un esempio più pertinente, tuttavia, è quello di due bottiglie cilindriche sovrapposte ed allineate tra esse: la bottiglia posta in alto tenderà a cadere più in basso.
In tali esempi si genera quella che la Meccanica definisce “coppia di forze”, una condizione che genera un movimento rotatorio (coppia torcente).
In altre parole, quando si hanno due forze allineate che spingono l’una contro l’altra, tali forze sono rivolte verso un “centro” comune, posto sulla loro linea di azione.
Poiché tali forze operano in condizione di equilibrio instabile, esse perdono il loro allineamento e si dispongono istantaneamente parallele, allontanandosi così dal loro centro, che diventa pertanto un “centro di rotazione”. Tale rotazione è un effetto proporzionale all’entità delle forze ed al loro scostamento dal centro (eccentricità).
Da quanto detto si è evidenziato un nuovo elemento dell’equilibrio: il centro.
Tale centro è in un asse verso il quale convergono le forze (forze centripete) nel tentativo disperato di mantenersi allineate, ma attorno al quale saranno costrette a girare.
Finora abbiamo considerato tale “centro” come una mèta verso la quale tendevano a confluire due sole forze diametralmente contrapposte.
Il principio illustrato vale tuttavia anche nel caso che tali forze allineate diametralmente siano anche più numerose: anche nel caso, quindi, che siano infinitamente numerose come infiniti sono i possibili diametri di un cerchio.
Consegue da ciò che tale fenomeno della creazione di una “coppia di forze rotanti”, può essere illustrato in modo ideale da innumerevoli forze, tutte dirette verso un unico centro attorno al quale tenderanno poi a ruotare.
Un esempio pratico può aiutare a capire tale fenomeno.
Tappate un lavandino di casa e riempitelo di acqua.
Tale acqua si trova tutta intorno al buco di scarico centrale: a destra, a sinistra, davanti e dietro.
L’acqua rimane ferma nel lavandino perché non ha alcun posto dove fluire.
Se invece togliete il tappo dal lavandino, create un buco, un luogo in cui possono confluire tutte le varie quantità di acqua provenienti da destra, da sinistra, dal davanti e da dietro.
Questa confluenza verso un unico buco di scarico centrale, è una “confluenza centripeta” in cui le masse di acqua provenienti da destra si scontrano con le masse di acqua provenienti da sinistra (esercitano cioè l’una contro l’altra le forze contrapposte allineate degli esempi precedenti); così pure tutte le altre masse d’acqua “contrapposte diametralmente” secondo infinite direzioni centripete.
È sufficiente che una sola di queste innumerevoli coppie di forze contrapposte diametralmente  rompa il proprio allineamento per creare un “effetto rotante”, che romperà l’allineamento di tutte le altre innumerevoli forze centripete.
È un fenomeno simile a quello della combustione: è sufficiente un fiammifero che rompa i legami chimici della molecola di un idrocarburo, per consentire agli atomi di Carbonio e Idrogeno di creare reazioni chimiche esotermiche che (con il calore da esse generato) sostituiscano l’azione del fiammifero e generino “reazioni a catena di combustione” capaci di bruciare quantità di combustibile illimitate (come illimitate sono le energie alimentanti gli uragani).
Le citate forze centripete, dunque, verranno deviate dal centro di rotazione e creeranno, ognuna con la propria forza contrapposta, una “coppia di forze contrapposte parallele” determinante uno specifico effetto rotante, che andrà a sommarsi a tutti gli altri effetti rotanti creati dalle altre forze centripete.
Per questi motivi e tornando a considerare l’esempio precedente, guardando il Vostro lavandino, potete vedere tale rotazione generale espressa dal GORGO, con cui l’acqua gira mentre precipita nel buco di scarico, il cui asse è lo stesso asse di rotazione del gorgo.
Esaminando questo esempio del gorgo nel lavandino, rileviamo che le citate forze contrapposte in equilibrio instabile sono quelle inerenti il peso dell’acqua.
Un’acqua che, sospinta verso il basso dalla forza gravitazionale, acquisisce le tre note altezze di caduta equivalente: altezza geodetica (valore dell’altezza lineare),      altezza cinetica (velocità al quadrato diviso due volte l’accelerazione di gravità),   altezza di pressione    (pressione diviso peso specifico).
Tre “altezze di caduta”, cioè, che si esprimono in tre tipi di forze, ma tutte del “tipo contrapposto ed allineato diametralmente in equilibrio instabile”.
Tutte queste “altezze di  caduta” tuttavia, sono relative ad un livello di riferimento posto più in basso e che è necessario, appunto, a consentire il fenomeno della caduta.
In questo modo si evidenzia una relatività, una differenza, in cui il termine inferiore è espresso dal centro.
Nel senso che il gorgo si forma perché perifericamente esistono delle “pressioni” maggiori della pressione che esiste al centro, verso cui si realizza la confluenza.
A questo punto, l’analisi può essere estesa al fenomeno “uragani” per giungere alla loro essenza, specificata da quanto segue.
Tale essenza è costituita da un centro di rotazione determinato da una bassa pressione ed una periferia ad alta pressione che confluisce verso il centro a bassa pressione secondo direzioni radiali centripete, attuative di forze contrapposte allineate in equilibrio instabile e generatrici dell’effetto rotante, attuando una “reazione a catena” coinvolgente tutte le forze confluenti verso tale centro.
Questo fatto non è generico, non è approssimato: è un cerchio fatto con il compasso, dove ci sono solo DUE COSE da considerare.
Queste due cose sono il centro e la circonferenza: non ci sono altre linee pertinenti.
Tutte le altre linee che ci sono all’interno del cerchio sono solo cose estranee al principio e che, nonostante sembrino apparentate, sono solo cose destinate ad essere anch’esse trasformate in un centro ed in una circonferenza comune.
Cioè in un centro ed in ciò che sta attorno al centro.

Sintesi grafica dell’essenza concettuale degli uragani

Quanto finora detto può essere meglio capito e riassunto mediante le seguenti illustrazioni grafiche.

GRANDI MASSE D’ARIA DI VENTI ANCHE FORTISSIMI CHE SI SCONTRANO CON ALTRE GRANDI MASSE D’ARIA CALDE E FREDDE SI MESCOLANO CAOTICAMENTE SENZA FORMARE NESSUNA FORMA DI TROMBA D’ARIA NE DI URAGANO.
La tipica rotazione dell’aria degli uragani è possibile solo se nella zona di scontro tra tali masse d’aria è presente UN CENTRO ATTUATIVO DI UN ASSE DI ROTAZIONE, anche piccolissimo, che inneschi la "reazione a catena della rotazione COORDINATA  tipica degli uragani e dei tornado.
Per incendiare enormi quantità di benzina è sufficiente la piccolissima grandezza della fiamma di un fiammifero. Tale CENTRO attuativo dell’ASSE DI ROTAZIONE è dunque realizzabile mediante il semplice raffreddamento di una zona centrale di forma diritta e verticale.


FIGURA 1


La forza A e la forza B rappresentano la condizione di equilibrio instabile di due forze che sono CONTRAPPOSTE ALLINEATE, secondo una qualsiasi direzione DIAMETRALE di un cerchio teorico implicante un centro.




FIGURA  2

Situazione istantanea conseguente alla rottura dell’equilibrio instabile.
Le due forze contrapposte, forza A e forza B, si allontanano reciprocamente mantenendosi parallele con la stessa direzione e creando la distanza D  generatrice dell’Effetto  Rotante sulla massa M su cui agiscono
.





FIGURA 3


Direzioni radiali di forze centripete create da una pressione presente in zone periferiche che è maggiore della pressione presente in una zona centrale.

   

Per  creare la maggiore pressione nelle vaste zone periferiche è sufficiente rendere minore la pressione nella zona esigua centrale.




FIGURA   4







La causa degli uragani

Da quanto finora detto è emerso che gli uragani ed i tornado vengono determinati mediante la creazione di un asse di rotazione in una zona di scontro tra masse d’aria.
Tale asse di rotazione deriva da una bassa pressione centrale e da una alta pressione periferica.
La bassa pressione centrale è creabile mediante raffreddamento di una zona piccola (teoricamente  infinitesima come la grossezza teorica di un asse geometrico); l’alta pressione periferica è creabile mediante riscaldamento di una zona molto più grande, illimitata (tutta la zona esterna al centro).
È dunque evidente che è molto più logico, molto più facile, molto più economico, creare il citato ed indispensabile asse di rotazione mediante il raffreddamento di un tratto lineare diritto di una qualsiasi massa d’aria.
Un asse che, per la proprietà secondo cui i gas caldi galleggiano sui gas freddi (differenza di peso specifico), si dispone verticalmente  (come devono essere verticali i camini). Ciò al fine di combinare il moto circolare, creato dal citato equilibrio instabile di forze contrapposte in un piano orizzontale, con il moto verticale ascensionale creato dalla tendenza dei gas caldi a risalire verticalmente verso l’alto galleggiando.
In questo modo, si crea il tipico movimento a spirale cilindrica oppure conica (forma a tromba) con cui gli uragani ed i tornado sollevano le cose.
Per creare un uragano o un tornado è dunque sufficiente raffreddare una zona verticale del cielo concettualmente cilindrica ed allungata.
Da un punto di vista fisico ciò è facilmente realizzabile. Per esempio, facendo cadere da alte quote varie tonnellate di ghiaccio raffreddato a temperature bassissime  (- 200°C), che si scaldi man mano che precipita e di forma tale che, in una combinazione dell’entità della superficie di scambio e del tempo di permanenza del contatto di scambio termico, si dissolva prima di giungere al suolo.
In questo modo, di ciò che ha creato l’uragano non rimane alcuna traccia, cosicché ai meteorologi non rimane che attribuire il fenomeno ai complessi, intricati movimenti delle masse d’aria calde, fredde, a bassa pressione, ad alta pressione, che si scontrano tra di esse.
Ovviamente tali meteorologi non vanno a cercare le fonti di calore che hanno aumentato le pressioni e le fonti di raffreddamento che hanno ridotto le pressioni. È inutile andare a cercarle; per l’ovvio motivo che necessariamente sono comunque fonti naturali, intrinseche della complessità dell’atmosfera. Che poi tali riscaldamenti e raffreddamenti siano effettuati dagli Angeli, è una barzelletta che non si può raccontare, per non cadere nel ridicolo!
Comunque, tornando all’ipotesi di un intervento umano effettuato con una caduta di ghiaccio, si ha che tale ghiaccio può essere costituito da normale acqua sottoforma di chicchi, o scaglie, oppure da anidride carbonica solidificata (il cosiddetto ghiaccio secco), anch’essa frammentata per favorire lo scambio termico con l’aria in cui precipita.
La zona più adatta in cui dovrebbe essere fatta precipitare tale massa di ghiaccio frammentato è ovviamente una zona verso cui grandi masse di aria convergono spontaneamente nell’attuazione dei naturali scontri e mescolamenti.
In questo modo si possono sfruttare le grandi forze centripete caotiche dei venti, per ordinarle in una rotazione secondo l’asse verticale creato nell’aria dalla caduta del citato ghiaccio.
Quanto ora detto non ha lo scopo di accusare le solite nazioni cattive di creare gli uragani, bensì quella di indicare come creare gli uragani per creare ULTERIORI URAGANI CON CUI DISTRUGGERE QUELLI IN FORMAZIONE.
Infatti, benché la creazione degli uragani possa essere un qualcosa di attribuibile all’uomo, io ribadisco che gli uragani sono creati dagli Angeli e che il genere umano è solo una vittima di essi. Per Angeli intendo Esseri dotati di una materialità non rilevabile dai nostri cinque sensi; Esseri che vivono in una ultra-realtà creata dalla loro evoluzione di esseri umani vissuti sulla Terra molte migliaia di anni fa.
Per questo, essendo io il  Messia, ho il dovere di aiutare l’umanità a difendersi dagli “Angeli cattivi” che creano sofferenza mediante gli uragani per ottenere il loro “cibo psichico”.

L’istinto alla violenza quale necessità di vita

Se osserviamo il regno animale, vediamo che praticamente tutti gli animali tendono a combattersi, ad uccidersi, a dominare uno sull’altro.
Certi animali fanno stragi di altri animali: si pensi alle orche ed ai banchi di aringhe che divorano.
Si pensi ai formichieri ed alle formiche che essi mangiano dopo aver scoperto un formicaio.
Se poi consideriamo in tale scenario di guerra tra gli animali anche l’essere umano, vediamo che egli è visibile dai singoli animali solo come un SINGOLO animale.
Un “animale” che spesso neanche è visto come nemico; addirittura è visto come un animale benevolo: si pensi al contadino che spande becchime nell’aia, per farlo mangiare a gallinelle vispe e festose; si pensi al contadino che dà premurosamente il fieno alle sue mucche; si pensi al pastore che conduce amorevolmente le sue pecore in prati sempre nuovi, dove poter sempre brucare tutta l’erba che esse desiderano! In realtà, il contadino SINGOLO che viene visto dai citati animali NON È SINGOLO! Egli è l’espressione dell’intero GENERE UMANO costituito da miliardi di uomini affamati.
Un singolo animale non potrà mai capire questo fatto, e non potrà mai capire che il rilevamento della presenza di un contadino benevolo, forse misterioso, ma innocuo, sia il rilevamento di una realtà che potrebbe essere spaventosamente vasta e terribile: si pensi ai mattatoi per pecore, maiali, mucche!
Dico “potrebbe”, perché tale realtà potrebbe avere due aspetti.
Un primo aspetto è quello a cui appartiene, per esempio, un’industria avicola, dove milioni di polli vengono appesi per le zampe in una catena scorrevole che porta inesorabilmente il loro collo verso una lama che stacca ad essi la testa in un attimo; una catena che porta poi il loro corpo verso altre macchine che provvedono a trasformarlo in pezzi di carne puliti e aromatizzati per il godimento del palato!
Un secondo aspetto intrinseco del citato GENERE UMANO è, invece, quello della pietà, della benevolenza; da tale secondo aspetto derivano le famose organizzazioni della PROTEZIONE ANIMALI, costituite da esseri umani che addirittura si rifiutano di mangiare la carne degli animali per salvarli dalla morte violenta.
Da queste considerazioni si può dunque ben sperare che OLTRE L’UOMO, vi siano angeli benevoli, che lottino per salvare l’essere umano dal suo destino di vittima di altri tipi di angeli suoi carnefici.
Per questo, tali Angeli della “Protezione Uomini” mi hanno ordinato di spiegare all’umanità come vengono creati gli uragani e come sia possibile impedire che essi si formino.
Ovviamente, io rischio molto, perché gli Angeli carnefici non hanno interesse a consentire tale divulgazione.

Le attività militari degli uomini e l’origine delle guerre

Tipicamente gli esseri umani, appena si trovano uno di fronte all’altro cominciano a pensare: “Questo posto è troppo piccolo per due!” E fu così che Caino uccise Abele!
Sin dall’antichità, gli uomini si aggregavano in tribù, si aggregavano a fare tribù sempre più grandi.
La storia antica dei popoli parla sempre di guerre, di espansioni territoriali, di dominio da estendere sempre di più.
La storia moderna dei popoli, invece…..è come quella antica! Non è mai cambiato niente!
Anche ai nostri giorni ci sono nazioni con arsenali militari capaci di distruggere ogni forma di vita dalla Terra.
I segreti militari sono quelli custoditi con il massimo rigore e, da sempre, si sono usate spie (agenti segreti militari) per sapere quali sono le armi del nemico.
A seguito di ciò, appena una nazione giungeva in possesso di informazioni spionistiche da cui emergeva la sua superiorità militare, tale nazione aggrediva l’altra. Naturalmente anche la nazione antagonista faceva la stessa cosa. Addirittura, quando scopriva una spia, faceva finta di non essersi accorta di niente e faceva in modo che tale spia venisse al corrente di cose sbagliate, per riferirle poi al nemico che poteva, così, essere più facilmente sconfitto.
Il risultato, di questa gara a chi era il più furbo, è stato sempre una guerra; una lotta estrema in cui gli avversari si massacravano a vicenda obbedendo ad una volontà suprema della loro patria!
Certo, uno dei due poteva avere la gioia di dire: “Voi avete avuto 10 milioni di morti, mentre noi ne abbiamo avuti solo 9 milioni, abbiamo vinto la guerra!”
Ironia a parte, guardando la storia, è facile vedere che anche le popolazioni vincitrici erano gratificate da un benessere molto effimero.
La storia è fatta di capovolgimenti continui, dove alla pace segue la guerra, al benessere segue il malessere, alla gioia segue il dolore.
Sarebbe ora che l’uomo si rendesse conto che l’istinto a dominare è una trappola anche per lui.
Anche nella gara a chi è il più furbo, il più furbo vince in premio semplicemente “uno zuccherino” che si scioglie subito in bocca e che lo obbligherà a faticare per riceverne un altro che…potrebbe non esserci!
Tutti dicono di volere la pace, ma tutti si armano al massimo per essere pronti alla prossima guerra.
È vero che, per fare la guerra, basta che ci sia uno che aggredisca gli altri per costringerli a difendersi. Ma la domanda è: “Ma non vi rendete conto che questa impostazione dell’equilibrio psicologico-militare del mondo potrebbe essere una trappola?” Ovvero, non vi rendete conto che L’UNICA GUERRA VINTA È QUELLA CHE NON VIENE FATTA?
Cercate di pensarci prima di fare la guerra, non dopo che l’avete fatta! Cercate di convincervi che è proprio così! In questo modo non è che potrete evitare la guerra, ma “almeno teoricamente” potreste scoprire un’alternativa alle sofferenze della guerra.
Un’alternativa all’odio che crea l’odio, che crea l’odio….Come due cani da combattimento che si sbranano per il divertimento del pubblico!
Ho detto “almeno teoricamente”, perché sono profondamente cosciente che l’eliminazione delle guerre non è un qualcosa di facile. Anzi è estremamente difficile. Ma non impossibile. È solo questione di strategie adottate. Tutti i capi si sentono infatti grandi strateghi militari, ma ci sono gli strateghi che vincono le guerre ed altri strateghi che le perdono.
Bisogna dunque inquadrare il valore di una qualsiasi strategia in un’insieme di cui si conosca tutto…anche ciò che non è conoscibile!
Per fare un esempio: dopo che si è fatta una guerra, gli storici, le persone intelligenti esaminano freddamente i fatti per scoprire “le ragioni della sconfitta” e cominciano così ad elencare tanti “SE”: se non fosse andato là…., se avesse avuto….se avesse fatto….se avesse disobbedito…se non fosse intervenuto, eccetera.
Di questi “SE”, essi ne trovano tanti, ma non si rendono conto che la loro analisi è inutile, perché si combatteranno nuove guerre  con altri protagonisti ed altre condizioni, dove i “SE” saranno diversi da quelli da loro argutamente individuati.
È inutile, perché non considerano che le guerre non sono un confronto tra due antagonisti.
Le guerre sono semplicemente un fatto. Sono semplicemente un procedimento preordinato e coordinato da una TERZA INTELLIGENZA al fine di perseguire la continuità di uno scopo: LA SOFFERENZA E LA MORTE DI TANTI UMANI.
Dico “continuità”, perché tale procedimento non è finalizzato alla fine definitiva della guerra, bensì alla creazione di condizioni da cui far sorgere una ulteriore guerra futura.
Quando un contadino vendemmia e stacca i grappoli di una delle viti, non dice: “Ho ottenuto quello che volevo”. Bensì dice: “ Quest’anno la vendemmia è andata bene, speriamo che il prossimo anno vada meglio!”. Il contadino, cioè, vede le sue viti come mezzi produttori di un qualcosa da sfruttare anche in futuro!
Altro esempio. Quando un contadino miete il grano maturo, non agisce in modo che tutte le spighe vedano inutile la fatica della loro breve vita, trasformando tutti i chicchi di grano in farina! Alcuni chicchi verranno messi da parte e, come voleva la loro spiga-mamma, potranno anch’essi diventare una bella spiga con tanti chicchi….: a ciò provvede il buon contadino con la successiva semina del campo.
Ma l’esempio classico è costituito dalla guerra arabo-israeliana: un ciclo creatore di sofferenza che è perfetto, perché ognuno è convinto di avere ragione nell’ammazzare l’altro, e così ognuno soffre più dell’altro e nessuno è felice.
Per eliminare le guerre non si può far affidamento sui trattati di pace.
È invece necessario capire che le ragioni di esse sono appositamente create dalla citata TERZA INTELLIGENZA, sfruttando la congenita aggressività e tendenza al dominio posseduta dagli uomini.
Una Terza Intelligenza espressiva di un mondo invisibile ultra-reale (il mondo degli Angeli, degli UFO), parassita del genere umano, perché si nutre direttamente dell’energia psichica che l’uomo emette quando soffre e quando muore.
Quella stessa energia psichica che sta alla base di qualsiasi processo alimentare universale: dagli atomi alle pietre, dalle piante agli animali, dai demoni agli angeli.
Le cause economiche ed ideologiche che si vedono, sono solo cause apparenti create dagli Angeli allo scopo di fornire una giustificazione logica o morale.
Finché ci sarà gente che pensa che le cose esistenti sono solo quelle che si vedono, le guerre ci saranno sempre!
Per eliminare le guerre sarebbe dunque necessario far capire a tale “gente” che nonostante un qualcosa non sia visibile, tale qualcosa potrebbe essere appurato come esistente dai fenomeni che esso genera.
L’elettricità non è un qualcosa di visibile: sono visibili solo gli EFFETTI che essa genera: la luce di una lampadina, il calore di un ferro da stiro, la forza dei motori di un treno…Così pure gli Angeli: non è logico dire che gli Angeli non esistono perché non è stata mai trovata alcuna piuma delle loro ali….; l’esistenza degli Angeli è rilevabile solo dagli EFFETTI generati dalla loro attività….Uno di questi effetti è, appunto, la guerra: una calamità che perseguita l’essere umano da sempre, in ogni luogo della Terra.
È dunque indispensabile individuare ed elencare gli effetti creati dall’esistenza degli Angeli; solo allora si potranno umanamente interrompere quei meccanismi psicologici, generatori dell’odio, dell’ingiustizia e della sofferenza da cui derivano le guerre.

Le antenne HAARP

Tale discorso sulle guerre è stato inserito nell’argomento uragani perché, come ben noto, manipolazioni del clima furono effettuate dagli USA  in Vietnam, per aumentare le piogge al punto di impedire i rifornimenti del nord ai “Vietcong” che, nel sud, combattevano contro di essi.
Se a questi ed agli innumerevoli altri fatti di dominio pubblico si associa, poi, l’inquietante e misteriosa  presenza delle antenne HAARP, è consequenziale la nascita di sospetti su di esse, quali responsabili dei cambiamenti climatici che i mezzi di informazione ci dicono stiano avvenendo.
Cambiamenti, che includono l’imprevedibilità di certi uragani o la loro inusuale potenza distruttiva.
Di queste antenne HAARP (High Frequency Active Auroral Research Program) si sa praticamente tutto: sul famosissimo sito Internet di Wikipedia sono disponibili sei pagine comprensive di fotografie, grafici e ionogrammi.
Quello che non si sa, rientra invece sicuramente su tutto ciò che viene detto sull’argomento nei numerosi siti Internet presenti in rete. Tanto per citarne alcuni,
www.segnidalcielo.it      www.mariadinazareth.it        www.globalresearch.ca
Basta fare una ricerca con gli usuali motori di ricerca di Internet per trovare sulle antenne HAARP “di tutto e di più”.
Personalmente, io credo che tale argomento vada inquadrato in un’ottica più ampia, più obbiettiva, espressa da quanto segue.
Quando una nazione propone una convenzione ad una nazione ostile per rinunciare, mettere al bando certe armi perché moralmente “troppo cattive, troppo distruttive” c’è da preoccuparsi, perché sicuramente si è trovata segretamente qualche altra arma anche “più cattiva e distruttiva”.
Da sempre, si cerca cioè di mettere nel ruolo di stupido l’avversario. Un avversario che stupido non è, e che fa finta di essere stupido firmando tale accordo di eliminazione di certe armi “troppo pericolose”, semplicemente perché anch’egli trae vantaggio da tale accordo.
Generalmente ciò avviene a danno di altre nazioni tecnologicamente  meno avanzate che avrebbero potuto usare tali armi contro chi ha proposto di mettere internazionalmente fuori-legge l’uso di dette armi.
È un po’ come se, al tempo degli archi e delle frecce, qualcuno avesse proposto di  non usare più, nelle guerre, tali armi: certamente tale qualcuno aveva nei suoi arsenali le ben più potenti balestre.
Così, vediamo che nel passato si  è proibito in guerra l’uso del cloro, poi si è proibito l’uso dei gas nervini, eccetera: come se il morire per effetto di mitragliatrici, cannonate, bombe, fosse una cosa migliore.
Recentemente gli USA hanno proposto alla RUSSIA di ridurre di un terzo le loro bombe nucleari: tutta questa bontà è preoccupante, perché evidentemente le armi atomiche americane sono sostituite da qualche altra arma segreta molto più distruttiva.
Diventa spontaneo pensare alle antenne HAARP.
Dal sito   
www.segnidalcielo.it    si legge che direttamente dall’U.S. Naval Research Lab  è detto che le antenne HAARP producono nella ionosfera nubi ad alta intensità di plasma.
In particolare viene detto: “Qualche tempo fa si potevano creare nubi di plasma solo per 10 minuti, ma adesso  con le antenne HAARP  possiamo sostenere queste nubi per più di un’ora; la nube scompare solo dopo aver spento il segnale radio dell’antenna HAARP”.
Anche i due colonnelli dell’aeronautica cinese che hanno scritto il libro “Guerra senza limiti” pensano evidentemente alle antenne HAARP, quando parlano di guerra ecologica, della possibilità che un Paese  possa scatenare artificialmente le forze della natura, usandole come “armi non tradizionali” per mettere in ginocchio il nemico, per esempio sconvolgendo il clima ed il regime delle piogge.
Anche i russi non stanno dormendo se, già nel 2003, sul sito della Pravda c’era un articolo in cui si esprimeva preoccupazione  per gli esperimenti condotti dagli americani in Alaska, dove dal 1994 si sta portando avanti il programma HAARP.
Peraltro, nel 2002 centinaia di parlamentari della Duma di Mosca avevano presentato all’ONU un appello, per far cessare tali esperimenti elettromagnetici, dopo un rapporto ufficiale che accusava esplicitamente l’America: “Sotto il programma HAARP, gli USA stanno creando nuove armi geofisiche integrali, che possono influenzare gli elementi naturali con onde radio ad alta frequenza. Il significato di questo salto qualitativo è comparabile al passaggio dall’arma bianca (spade, frecce n.d.r.) alle armi da fuoco, o dalle armi convenzionali a quelle nucleari”.
Queste dichiarazioni delle citate grandi potenze militari mondiali stanno evidentemente a dimostrare che, nel mondo, TUTTO CONTINUA AD ANDARE COME È SEMPRE ANDATO.
Tutti sono, talmente furbi, che si ammazzano tra di loro: come hanno dimostrato tutte le guerre della storia!
Ma non sarà il caso di essere meno furbi? Non sarà il caso di darsi una pausa di riflessione sulle guerre, sul fatto che le COSE LOGICHE che le avevano generate erano TROPPO logiche? Sul fatto che tali guerre sono viste come una pazzia del genere umano solo DOPO che tali guerre sono state fatte?
Secondo me sarebbe ora che l’umanità facesse questa grande riflessione; ora che esiste il nuovo argomento da me evidenziato: l’esistenza di entità ultra-umane (Demoni, Angeli, UFO) che si nutrono dell’energia psichica umana, reperibile mediante creazione delle tragedie umane.
Tornando all’argomento uragani e tornado, io non escludo che nazioni tecnologicamente progredite (USA, RUSSIA, CINA  e altre) possano essere in grado di generare uragani ed altri sconvolgimenti del clima per scambiarsi reciprocamente tale genere di “cortesie”.
Quello che è certo, invece, è che tali uragani ed altre devastazioni generano dolore umano; siccome il dolore umano è dimostrato che serve all’alimentazione di Angeli e Demoni, ritengo che tali esseri ultra-umani abbiano responsabilità su tali fenomeni meteorologici.
Responsabilità che potrebbero essere indirette, nel caso che tali Angeli abbiano realizzato tali fini avvalendosi delle intelligenze e delle risorse umane (induzione telepatica di nuove scoperte scientifiche nelle menti degli scienziati).
Responsabilità che potrebbero però essere anche dirette. Infatti, come dimostrano le alterazioni climatiche che accompagnano terremoti ed altre situazioni dolorose collettive (si veda il mio articolo PERCHÉ IL PIANTO FA PIOVERE), la proprietà di emettere o assorbire calore dall’ambiente (con cui si creano gli uragani) è intrinseco di qualsiasi passaggio da stati fisici della materia di differente livello evolutivo.
Personalmente, io credo più probabile questa seconda ipotesi.
Gli interventi umani sul clima, cioè, io ritengo che siano quelli di “apprendisti stregoni”; quelli cioè creanti effetti di esigua pericolosità. Azioni che, per contro, mi auguro che possano servire allo sviluppo di conoscenze elettroniche utilizzabili per la creazione artificiale dell’energia psichica, ovvero per la creazione di nuove realtà ultra-temporali.
Non dimentichiamoci che gli USA sono attualmente il motore scientifico e tecnologico del mondo.
Gli USA sono la più potente risorsa dell’umanità, specialmente per il loro potere economico e militare.
Anche ammesso che le antenne HAARP abbiano, come sicuramente lo hanno, un fine militare o destabilizzante per altre nazioni, non si deve ignorare che già attualmente come nel passato, gli USA hanno imposto il loro potere economico, politico, militare e culturale in tutto il mondo anche senza le antenne HAARP.
Inveire contro chi è già il padrone del mondo perché potrebbe creare siccità o alluvioni, mi sembra un qualcosa di insignificante.
Le nazioni del mondo hanno arsenali capaci di distruggere ogni forma di vita della Terra nel modo più tremendo che si possa immaginare.
I “piloti dell’economia mondiale” hanno in mano il potere di portare tante nazioni alla disperazione, alla rivoluzione: possono cioè far scannare tra di loro milioni di poveri, semplicemente firmando pezzi di carta!
Le antenne HAARP sono un insignificante “accessorio”.
Attualmente, le Grandi Potenze stanno cercando mezzi per distruggere i loro nemici in modi che consentano una qualche moderazione, che consenta la sopravvivenza almeno a qualcuno. Non credo che ci si debba preoccupare di ciò.
Preoccupiamoci, invece, di cambiare l’uomo per renderlo più saggio, meno cattivo, perché solo così potremo sperare di avere capi veramente generosi verso quell’umanità che, nella sua storia, ha conosciuto solo dittatori spietati: perché succubi della volontà di Angeli troppo affamati.
Si pensi ai 20 milioni di morti della prima guerra  mondiale; si pensi ai 60 milioni di morti della seconda guerra mondiale!
Auguriamoci che gli Angeli protettori degli uomini abbiano il sopravvento nei loro regni, e diano consapevolmente all’umanità dei modi di pensare meno fanatici di quelli attuali.
Sono decenni che si può parlare male delle antenne HAARP e ciò significa che sono innocue. Quello di cui ci si deve preoccupare è delle cose che non si possono dire, perché esse sono quelle più importanti.
Quello che è auspicabile, da parte di coloro che non sono “USA”, è che avvengano in tale paese “illuminazioni” che lo sappiano orientare in direzioni che siano rivolte verso l’evoluzione umana in un modo migliore di quello attuale.

Come distruggere uragani e tornado

Qualunque sia la causa degli uragani, utilizzando la mia scoperta precedentemente illustrata, e stabilente che l’essenza dell’uragano è la creazione di un asse di rotazione delle masse d’aria mediante raffreddamento di un centro lineare verticale, si può IMPEDIRE la formazione di essi.
Ciò è possibile con la creazione di ulteriori piccoli uragani creati vicino all’uragano da distruggere.
Riferendoci alla Figura 4, un primo uragano X è schematizzato da un cerchio in cui la freccia curva interna indica il senso di rotazione dell’aria.
Se creassimo, a contatto di tale uragano X un secondo uragano Y, indicato anch’esso con un cerchio, esso avrebbe un uguale senso di rotazione anti-orario.
Se i due citati cerchi X e Y fossero delle ruote dentate ingranate tra esse, tali ruote non potrebbero liberamente girare insieme, perché nella loro zona di ingranamento o contatto presenterebbero velocità opposte.
La presenza di una seconda ruota Y a contatto della prima ruota X ferma la rotazione di entrambe. Applicando tale proprietà agli uragani, essi si disgregherebbero vicendevolmente.
Risulta da ciò che, appena si rileva la formazione di un uragano, se ne deve creare un altro artificialmente  nel modo già illustrato, per farli annullare entrambi con una innocua dispersione caotica delle loro energie.


                                                                                                                              
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