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46.
LA SCOPERTA DEI PRURITI DEL TERZO SESSO

Riassunto

Lasciando inalterato il ruolo della sessualità tra quelle che "So’ queste le dolcezze della vita, che manco te ne accorgi è già finita" (come recita una famosa canzone romanesca), ho fatto scoperte scientifiche che ritengo opportuno considerare, per conferire alla sessualità nuovi significati idonei a privarla di sue componenti evolutivamente dannose.
In questo articolo è illustrato come, gli stessi organi sessuali, non sono affatto quelli comunemente considerati.
Non c’è dunque da stupirsi se molte donne sono frigide o se molti uomini sono impotenti.
Con questo articolo viene gettata luce nuova sull’argomento-sessualità, per sviluppare conoscenze benefiche per il corpo e per la psiche di chiunque



Erroneità delle odierne concezioni sessuali
Nonostante i grandi progressi scientifici delle moderne società umane, le concezioni sessuali sono rimaste quelle sbagliate dei secoli passati. Infatti, tuttora si ritiene che le sessualità siano la maschilità e la femminilità e si ritiene che esse siano espresse dal pene e dalla vagina. Inoltre, la sessualità è concepita semplicemente come un impulso irrefrenabile dell’individuo verso una intensa sensazione di piacere di cui appropriarsi in modo sfrenato; un impulso animalesco da esaltare il più possibile, in un modo esagerato privo di qualsiasi controllo razionale.
La sessualità è invece un’esigenza equilibratrice dell’organismo, da estrinsecare solo quando l’organismo ne ha bisogno, senza forzature ideologiche che la snaturino.
È un po’ come le esigenze di mangiare, di bere, di dormire: esigenze finalizzate al mantenimento della vita solo se sono appagate nella misura necessaria: mangiare, bere, dormire in modo eccessivo può creare infatti solo danni. Così è per la sessualità, che viene dannosamente considerata come un qualcosa da esprimere sempre, il più possibile.
Essa viene considerata tale non in base a soggettive esigenze, bensì in base ad un ordine impartito dalle convinzioni sociali, da eseguire ciecamente per l’ottenimento della stima ambientale.
Deriva da ciò che l’individuo è reso schiavo dalla sua sessualità: tutto ciò che fa ha sempre come fondamentale obiettivo il raggiungimento di un piacere sessuale, anche quando non si ha alcun desiderio o necessità di esso.
Questo comportamento forsennato ed irrazionale dell’individuo è determinato dai suoi istinti sessuali, solo perché le conoscenze scientifiche o filosofiche della sessualità sono sostanzialmente inesistenti, sbagliate, e pertanto incapaci di dare il corretto significato a tali istinti sessuali. Fare sesso è facile, più difficile è capire perché si fa sesso e capire i coinvolgimenti esistenziali di esso. Infatti, consegue spesso che, fare sesso, diventa una fonte di guai, di tragedie, di sofferenze: come continuamente evidenziato dalla generalità delle situazioni sociali e della cronaca.
L’individuo contemporaneo è infatti istericamente violento, bisognoso di alcool e droghe, per evadere da una situazione psicologica inaccettabile: una situazione derivante da una sessualità imposta da regole sociali, anziché esigenze soggettive.

Premesse sulle caratteristiche profonde della sessualità
La sessualità, attiva oppure passiva, è sempre un surrogato di violenza fisica. È cioè un tipo di violenza di cui ci si deve accontentare, perché la società punisce chi esercita violenza fisica (pugni, calci, bastonate, eccetera).
Nella società animale (e quindi anche nella società umana), l’esperienza atavica ha dimostrato che, scaricare liberamente violenza fisica sul prossimo, è un fatto pericoloso.
Infatti, chi vede subire tale violenza esercitata su altri, sente in pericolo la propria vita. Ne consegue che, costui, ricerca altri individui che sentano anch’essi tale pericolo per allearsi con essi, allo scopo di distruggere il citato individuo violento e pericoloso.
Nelle società animali si è avuta, pertanto, la necessità vitale di conferire agli istinti violenti una moderazione.
Una moderazione che consente agli individui di mantenere il loro istinto ad imporre oppure a subire violenza, ma che nel contempo conferisce a tale violenza caratteristiche accettabili dalla società.
Fu così che, invece di uccidere il suo prossimo, l’individuo più forte si limitò a penetrare sessualmente l’individuo più debole.
Fu così che, constatando che la violenza subita dalla penetrazione sessuale consentiva all'individuo debole di conservare la propria vita, costui accettò tale tipo di violenza. Inoltre, per esprimere al suo violentatore tale sua accettazione, gli mostrò addirittura di aver provato un piacere immenso, cosicché tale violentatore poteva stare tranquillo sul fatto che il violentato non avrebbe "covato" alcuna pericolosa congiura di vendetta.
Fu così che si generarono la maschilità e la femminilità.
Attorno a tali sessualità furono poi costruite sofisticate strutture morali di mascheramento, le quali togliessero alla sessualità ogni connotazione di prevaricazione, di dominio: al punto tale che tali strutture morali si identificarono con l’amore. Non a caso il fare sesso è definito anche "fare all’amore".

Concetti geometrici della sensazione sessuale

Il piacere sessuale è talmente intenso che costituisce l’aspirazione principale della generalità degli individui. Tale intensità del piacere, costituisce una concentrazione di energie vitali di cui godere in un modo totale, immediato, anziché godere di esse in modo parziale, gradevole, moderato, in piccole quantità.
Tale concetto fumoso trova una espressione concreta che ne attesta la validità.
Tale espressione concreta è illustrata in modo geometrico concettuale dalle figure 1 e 2.
Essa consiste nel fatto che gli organi preposti a generare il piacere sessuale sono posti in un piano verticale-longitudinale che divide approssimativamente a metà il corpo.
Tale piano ha infatti uno spessore infinitesimo, matematico, teorico, ad attestare che tutto nasce da esso.
Nelle figure 1 e 2, per una maggiore chiarezza, tale piano è tuttavia indicato come una lastra piana 1 di cui è evidente un suo spessore 2.
L’individuo-animale ha infatti un corpo, una struttura materiale che può essere considerata una crescita, un aumento dimensionale delle due parti destra e sinistra.
Nelle figure 1 e 2 tale struttura materiale è schematizzata mediante cubetti 3 irregolari, sovrapposti, ed affiancati. Tali cubetti 3 sono stati adottati per raffigurare le cellule del corpo, perché la forma cubica consente più chiaramente di mostrare il loro accumulo nei tre convenzionali assi spaziali perpendicolari x, y, z della larghezza, della lunghezza e dell’altezza, del corpo.  Dove la parte destra finisce e diventa la parte sinistra (o similmente, dove la parte sinistra finisce e diventa la parte destra), lì, si ha l’inizio della costruzione del corpo dell’individuo (la lastra verticale 1 nelle figure 1 e 2), con le sue prerogative di individuo cosciente della propria esistenza.
Ognuna delle due parti destra e sinistra comincia a crescere, ad accumulare cellula su cellula (nei disegni ciò è indicato mediante l’affiancamento e la sovrapposizione simbolica dei cubetti 3) a diversificare cellula da cellula, a costruire strutture che proporzionalmente alla loro complessità diventano capaci di conferire all’individuo-animale la forza, la volontà di vivere, traguardi da raggiungere.
Tutto avviene attimo dopo attimo, vittoria dopo vittoria, gioia dopo gioia, in un confronto antagonista e violento nei riguardi di un ambiente ostile (lo spazio libero che avvolge l’individuo).
In altri termini, il corpo si sviluppa trasversalmente (asse X della destra-sinistra) per avere tante cellule (cubetti 3) biologiche, e perciò viventi; cellule dotate di una percezione temporale (come fossero individui elementari) e capaci pertanto di creare un proprio mondo elementare, da cui trarre consolidamento alla propria esistenza.
Le espressioni di tale "mondo elementare" delle parti biologiche (gruppi di cubetti 3), poste a destra ed a sinistra del citato piano verticale di simmetria, sono quelle per cui l’individuo (inteso come sintesi delle due parti destra e sinistra) prova piacere ad avere mani, braccia, gambe, ed altre parti: un piacere che gli deriva dall’essere efficiente nel fare cose che lo rendano vincente nella società in cui vive.
Tutte queste parti periferiche (cellule, cubetti 3) sono tuttavia derivate, dipendenti dalle parti più vicine rispetto al citato piano verticale di simmetria (lastra 1).
Più sono centrali, più tali parti o cellule sono prime, importanti, vitali.
Si pensi ad una coltellata: se crea un taglio superficiale è poco preoccupante (è un graffio…dicono gli eroi "duri" di certi film), se invece crea un taglio profondo, tale coltellata pone proporzionalmente a rischio la vita dell’individuo.
Ciò avviene perché tale taglio, con la sua profondità, coinvolge proporzionalmente strutture importanti per proteggere l’ORIGINE DELLA VITA: ovvero, la sussistenza del citato piano verticale teorico di simmetria (lastra 1 nelle figure 1 e 2).
L’esistenza di tale piano verticale teorico è dunque importante come la vita stessa, è la vita stessa, ed è per questo che le sensazioni sessuali sono il piacere più intenso che esiste. Un piacere, un brivido, un’emozione che solo la coscienza dell’esistenza di un punto di separazione della vita dalla morte, può dare. Peraltro, l’antica sapienza orientale cinese ha individuato in corrispondenza del citato piano di simmetria, nella zona perineale, un punto che ha chiamato "Punto della vita e della morte".
Un punto posto sul citato pano verticale che, anche la antica sapienza dello YOGA, ha individuato e definito come il "chakra" più importante: il Muladhara chakra. Va peraltro considerato, ad evidenziazione dell’importanza del piano verticale di simmetria, qui analizzato, che su di esso sono collocati anche tutti gli altri chakra principali.
A prescindere da quanto antiche saggezze orientali hanno scoperto, le citate proprietà del piano verticale di teorica simmetria del corpo stanno, dunque, chiaramente ad attestare che la vita è sostanzialmente un accumulo funzionale di cellule (cubetti 3) verso destra ed un altro accumulo funzionale di altre cellule (altri cubetti 3) verso sinistra. Il tutto, per proteggere, per rendere inaccessibile dall’esterno l’essenza stessa della vita: appunto, il piano verticale di simmetria del corpo, da cui tutto nasce.

Il posizionamento degli organi genitali sessuali
Se ipoteticamente l’ambiente ostile esterno riuscisse a toccare, a violentare, le cellule biologiche ubicate in tale piano verticale teorico, cosa determinerebbe? Determinerebbe un allarme totale, uno sconvolgimento totale, una condizione posta tra la vita e la morte.
Come conseguenza di tale fatto, l’individuo-animale creò gli organi sessuali, in modo che tale possibilità dell’ambiente antagonista di giungere a contatto dell’essenza della vita (il piano verticale di simmetria) potesse essere gestita, controllata, permessa a seguito del rispetto di certe garanzie di mantenimento della vita.
In tale ambito, si dovevano costituire organi (sessuali) che consentissero all’individuo-ambiente dominante, superiore, potenzialmente capace di uccidere l’individuo-soggetto, di conquistare o distruggere il "sancta sanctorum" (qui costituito dal citato piano verticale di simmetria), invadendo sia la parte posta alla destra che la parte posta alla sinistra di tale piano teorico. Ciò era concretizzabile da un foro geometrico 4 (figura 1) , di cui il citato piano di simmetria verticale (1) era un suo piano diametrale 5 (figura 1).
E nacque così l’ano, un foro centrale (foro geometrico 4 figura 1) che poteva essere invaso dall’ambiente antagonista esterno.
Un organo sessuale che, dovendo ricevere, accogliere elementi di violenza esterni, è quello che possiede le tipiche proprietà della femminilità. Un organo che doveva dare all’ambiente dominante il senso della conquista, dell’ingresso forzato nella parte più importante del corpo: tale parte era infatti posta, appunto, sul citato piano di simmetria (lastra 1, figura 1).
Tale ano (foro geometrico 4), predisposto dall’individuo subente, femminile, doveva ricevere un’espressione di violenza ambientale capace di violare la superficie del corpo di tale individuo subente, entrando all’interno di esso. Tale violenza, tuttavia, doveva avere anche requisiti "da concordare". Una violenza eccessiva, che avesse determinato la morte dell’individuo-animale subente femmina, avrebbe reso inutile il concetto stesso di sessualità, che doveva invece consentire la sussistenza della vita nonostante l’inferiorità esistente rispetto all’ambiente.
Nacque così il pene: un cilindro geometrico 6 (figura 2) capace di infilarsi nell’ano senza creare danni o pericolose lesioni organiche. Un corpo duro che, come visibile dalla figura 2, è costituito dalle cellule-cubetti materiali 3 bis che appaiono disegnati su una faccia piana schematica estrema 7 del cilindro geometrico 6.
Anche quest’organo, che aveva le proprietà di imposizione tipiche della maschilità, è posto sull’asse di simmetria del corpo (lastra piana 1), ma con significati opposti a quelli del foro anale.
Mentre il foro anale (foro geometrico 4) distrugge il piano (lastra 1) verticale di simmetria sostituendolo con il "nulla" della cavità di una forma cilindrica (nel quale "nulla" o spazio vuoto è indistinguibile la destra dalla sinistra, proprio perché manca il piano necessario a stabilire il loro inizio), la durezza materiale del pene (cilindro geometrico 6) consolida l’esistenza di tale piano verticale di simmetria (lastra 1 bis in Fig. 2) all’interno di una sua forma cilindrica (cilindro geometrico 6), che protegge da deformazioni esterne la stessa essenza di tale piano verticale di teorica simmetria (lastra 1 bis). In questo modo, il pene esprime dunque il dominio, la vittoria, il consolidamento della vita dell’individuo a cui appartiene.

Valori dell’anteriore e del posteriore

Da tali astrazioni logiche si è riusciti a capire perché il pene e l’ano sono sempre posti al centro del corpo, sul suo piano verticale di teorica simmetria (lastra 1, lastra 1 bis).
Rimane ora da capire il perché del posizionamento anteriore del pene e posteriore dell’ano.
La posizione di teorica simmetria del piano verticale Y, Z (figura 1) è quella che gli deriva da accumuli equivalenti di cubetti 3 (cellule biologiche del corpo) sia nel verso della DESTRA che nel verso della SINISTRA (asse X).
Tali accumuli, o sovrapposizioni di cubetti 3, avvengono cioè sia sul semi-asse X positivo che si sviluppa verso la SINISTRA, sia sul semi-asse X negativo che si sviluppa verso la DESTRA.
La citata definizione di DESTRA e di SINISTRA è riferita alla destra ed alla sinistra del corpo disegnato e quindi non alla destra ed alla sinistra di chi osserva il disegno; vediamo infatti che le parole DESTRA e SINISTRA scritte in figura 1 sono posizionate al contrario nella figura 2: proprio perché tali figure indicano il corpo visto da dietro quando illustrano l’ano del corpo (figura 1), mentre indicano il corpo visto dal davanti quando esse illustrano il pene (figura 2).
Queste precisazioni geometriche offrono il vantaggio di evidenziare l’altra proprietà di collocazione degli organi sessuali.
Il pene è infatti davanti, mentre l’ano è dietro.
Dire "davanti" e dire "dietro" significa ovviamente differenziare nei suoi due semi-assi costitutivi anche l’asse Y; si ha cioè un semi-asse Y negativo che si sviluppa verso il DIETRO ed un semi-asse Y positivo che si sviluppa verso il DAVANTI (vedasi figura 1).
Dire "davanti" o dire "dietro", potrebbe sembrare un dire qualcosa di indifferente, di convenzionale. Siccome invece tra questi due concetti sussistono differenze importanti, è opportuno soffermarsi su di esse.
Innanzi tutto, se si dovesse dire da che cosa è espressa la vita, ovvero quale è la differenza tra ciò che è vivo e ciò che è morto, la risposta essenziale è: "Ciò che è vivo si muove, mentre ciò che non è vivo non si muove".
Il movimento è dunque l’espressione fondamentale della vita.
Osservando, per esempio, un essere umano, vediamo che esso si muove sempre: non solo spostandosi o agendo con le sua mani, ma anche muovendo gli occhi, respirando, facendo circolare il suo sangue con i battiti del suo cuore, eccetera.
Ma al di là di questa evidenza, il movimento è sostanzialmente una acquisizione di aspetti reali, giacché qualsiasi movimento può esistere solo se esiste uno spazio da percorrere ed un tempo in cui percorrere tale spazio.
Il movimento è infatti sempre l’espressione di una velocità e qualsiasi velocità è determinata dal rapporto tra uno spazio ed un tempo.
Se poi guardiamo l’universo in modo ampio c’è sempre un soggetto (individuo) che si muove verso un altro soggetto di riferimento per attuare un rafforzamento della propria esistenza: sia nel senso che si muove per aggredire e mangiare tale altro soggetto, sia nel senso di aggrapparsi ad esso per costruire una nuova differente entità, quale è la coppia di soggetti.
Vediamo cioè che lo spostamento degli individui è, in ultima analisi, ciò che fa andare avanti il mondo, ciò che crea evoluzione, ciò che rafforza la vita.
Tale spostamento dell’individuo verso altri individui, verso differenti situazioni ambientali di riferimento, è uno spostamento che ha, appunto, un VERSO. Più precisamente, il verso dell’AVANTI che, relativamente, definisce anche il suo verso contrario: il verso del DIETRO, dell’andare all’indietro.

La violenza ed i suoi riferimenti geometrici con la vita e con la morte

Ciò consente di cogliere altre proprietà, giacché se l’andare avanti significa cercare condizioni di vita, l’andare a ritroso significa cercare condizioni di morte.
Queste considerazioni sono finalizzate anche a dare un significato alla posizione degli organi sessuali, giacché vediamo che il pene (maschile) è sempre posto in una zona del corpo che è anteriore rispetto alla zona in cui è ubicato l’ano (femminile).
Dalle considerazioni esposte emerge sempre un elemento fondamentale: la violenza. Qualsiasi cosa si faccia, la si fa sempre in opposizione ad un ambiente esterno antagonista, che tende concettualmente ad ostacolare l’individuo, ad impedirgli ogni attività, ad impedirgli di vivere.
Ecco pertanto come, qualsiasi individuo  (anche elementare), tragga la sua esistenza dalla possibilità di essere violento per appropriarsi della vita altrui; essere violento per reagire ad aggressioni esterne; essere invulnerabile alle violenze altrui o ambientali quando queste siano preminenti.

Il significato del prurito
Queste proprietà sono espresse da qualsiasi fatto di vita, perché qualsiasi fatto di vita esprime sempre una lotta tra un qualcosa di molto duro, distruttivo ed un qualcosa di meno duro, distruggibile.
Lo stesso corpo umano è la sintesi di una capacità di estrinsecare una forza fisica con cui imporsi nell’ambiente e di una capacità di avere una solidità corporea atta a resistere alle forze distruttive ambientali.
Tale sintesi trova la sua massima espressione nella creazione degli organi sessuali maschile (pene) e femminile (ano).
Tuttavia, esistono anche altre espressioni minori di tale sintesi, le quali attingono ad un confronto di violenza individuo-ambiente coinvolgente tutta la superficie del corpo.
Chiunque ha provato la sensazione fastidiosa del prurito; una sensazione di fastidio che viene eliminata da una piacevole "grattata": ci si gratta il naso, ci si gratta la testa, ci si gratta la schiena, ci si gratta le "parti basse". Tali comuni situazioni stanno semplicemente ad indicare che specifiche parti del corpo hanno bisogno di essere violentate, deformate, graffiate; un bisogno irrefrenabile, irresistibile, che viene placato solo mediante una brutale violenza meccanica di abrasione che deformi la superficie del corpo. Che deformi cioè i "confini" dell’individuo stesso, oltre i quali non esiste più l’individuo, ma l’ambiente antagonista.
Una deformazione che attesta, appunto, proprio una violenza prevaricatrice dell’ambiente, capace di penetrare nel volume, nello spazio, di cui si era appropriato l’individuo per attuare la sua vita mediante il consolidamento della superficie corporea.
Dopo aver subito tali alterazioni violente della forma del suo corpo da parte dell’ambiente, l’individuo si sente appagato dal piacere arrecatogli dalla citata grattata nelle zone pruriginose.
Un appagamento dalle connotazioni sessuali in cui, di fatto, si ha un confronto tra una parte forte ambientale che violenta ed una parte debole del corpo dell’individuo che subisce la violenza.
Come è noto, generalmente i pruriti del proprio corpo vengono trattati da grattate effettuate con le proprie mani.
Nonostante le nostre mani eseguano un ordine del nostro stesso corpo per appagare sue esigenze interne, di fatto esse attuano deformazioni espressive di un’azione ambientale non attuabili in modo diretto. Ciò esprime un autolesionismo preferibile a lesioni analoghe che fossero inflitte al corpo direttamente dall’ambiente. È una situazione paragonabile a quella dei generali tedeschi che durante la seconda guerra mondiale preferivano suicidarsi con un colpo di pistola, invece di essere fucilati da altri. La storia è piena di suicidi avvenuti per non essere uccisi dal nemico. Così, riferendoci al valore masochistico dell’auto-grattata, va considerato che la superficie delimitante il corpo dell’individuo è il confine che esiste nei riguardi di "ciò che non è l’individuo": ovvero, il suo esterno, il suo ambiente.
Tale concetto trova la sua più evidente espressione nella masturbazione.
Nella masturbazione del pene, a sollecitarlo sono le deboli forze reattive della mano, le quali sono indicative di una violenza subita dall’ambiente.
Similmente, nella masturbazione femminile il piacere deriva dalle deformazioni meccaniche imposte all’interno del corpo direttamente da ciò che costituisce "un elemento estraneo" (cioè l’ambiente).
Il fatto che ad esercitare tali violenze sia la stessa mano dell’individuo è, sinteticamente, dovuto ad un’azione di autolesionismo che è coincidente con una implicita azione lesiva attuata dall’ambiente.
Anche quando un individuo si suicida, non è lui che si è ucciso, è sempre l’ambiente che lo ha ucciso; infatti, l’ambiente fa parte del dualismo inscindibile individuo-ambiente in base al quale l’aumento dell’uno non può avvenire senza la riduzione dell’altro.

Indicazioni esplicite offerte dall’Anatomia

Nelle figure 3 e 4 sono illustrate in modo semplificato le tipiche viste laterali di sezioni della parte bassa di un corpo umano; in tali sezioni sono visibili la parte alta di una gamba destra 10 , una natica destra 11, la parte inferiore di una colonna vertebrale 12.
In particolare, la figura 3 illustra l’apparato sessuale di un uomo; la figura 4 illustra invece l’apparato sessuale di una donna.
Tali figure esprimono due corpi di grandezza analoga per evidenziare quelle che sono loro parti simili, e quelle che sono loro parti differenti.
In particolare evidenziano che il corpo della donna (figura 4) ed il corpo dell’uomo (figura 3) hanno un uguale foro anale 8, attraverso cui si accede all’interno di un intestino retto 9.
Da tali figure è rilevabile pure la sezione di un osso pubico 13 ubicato anteriormente, la quale è utile per inquadrare le posizioni delle altre parti di tali due corpi (uomo e donna) illustrati.
In particolare si può notare che nella figura 4 si ha, in posizione anteriore, la piccola protuberanza costitutiva di una clitoride 14, nota come "organo erettile dell’apparato genitale femminile".
Di tale organo è disegnato anche un suo asse geometrico 15 nel senso della sua lunghezza.
Altre importanti cose illustrate nella figura 4 sono costituite da un foro vaginale 16 collegato ad un utero 17; inoltre, da un foro terminale di un’uretra 18 (disegnata con grossa linea irregolare), mediante la quale viene svuotata una  vescica urinaria 19.
Entrambi questi fori sfociano nella vasta zona perineale 24 in cui sono presenti grandi labbra vaginali 20.
Confrontando la citata figura 4 con la figura 3, riferita all’apparato genitale dell’uomo, notiamo le seguenti particolarità.
L’asse 15 della clitoride 14 coincide con l’asse 15 di un pene 21: come se il pene fosse una clitoride molto sviluppata.
In effetti, recenti studi anatomici hanno rilevato che la clitoride ha radicamenti che si sviluppano in profondità e che sono simili ai radicamenti del pene, a conferma delle notorie connotazioni maschili di essa.
Dal citato confronto tra le due figure, notiamo inoltre che, la zona in cui nella donna sono presenti le grandi labbra vaginali 20, è occupata da uno scroto 22, tipico dell’uomo (sacca di contenimento dei due testicoli comunemente nota come "palle").
Considerando il citato confronto da un punto di vista concettuale, possiamo pertanto dedurre che, sia l’uomo che la donna, hanno un uguale organo sessuale femminile posteriore che è costituito dall’ano, cioè dal foro anale 8.
Inoltre che, sia l’uomo che la donna, hanno un "simile" organo sessuale maschile ubicato anteriormente; simile e non uguale, non solo per la grande differenza dimensionale tra la clitoride ed il pene, ma anche per la loro differenza anatomica.
Nel pene è presente infatti una canalizzazione urinaria  (uretra 23) in cui affluiscono i dotti seminali (provenienti dalla prostata  e dai testicoli, non indicati nel disegno). Nonostante tali evidenti differenze anatomiche rispetto al pene, resta dimostrato che la stimolazione clitoridea è alla base del meccanismo orgasmico della donna.
È infatti statisticamente appurato che, la quasi totalità delle donne, raggiunge l’orgasmo solo tramite una stimolazione diretta della clitoride.
Anche nel cosiddetto orgasmo vaginale, peraltro, si ha che i movimenti del coito implicano una stimolazione indiretta della clitoride.
Il piacere generato dalla clitoride deriva dunque sempre da una "stimolazione". Ma stimolazione di che tipo?
Considerando che la clitoride non è un foro, bensì è una prominenza solida e piena, tale stimolazione consiste evidentemente in deformazioni meccaniche della sua superficie.
Tale stimolazione è dunque dello stesso tipo che crea l’eccitazione del pene.
Da tale fatto, diventa incontrovertibile che la clitoride è un organo sessuale maschile: nel senso che genera nella donna un particolare piacere sessuale maschile.


Analisi della vagina
La vagina potrebbe essere definita come un foro mediante il quale le donne traggono generalmente frustrazione, perché non funziona bene come il pene dell’uomo!
Si ha infatti che generalmente l’uomo raggiunge facilmente l’orgasmo, mentre la donna non riesce a fare altrettanto.
È costretta così a fingere l’orgasmo, esaltando quella che è solo una limitata eccitazione: per non apparire frigida, per non essere giudicata lesbica.
A prescindere dal fatto che nella società moderna, la sessualità è considerata demenzialmente come il massimo del pregio, sia per la donna che per l’uomo (mentre in realtà è un semplice surrogato di violenza il cui differente oggettivo valore è esposto in altri miei scritti sull’argomento), resta il fatto che tali frustrazioni della donna non hanno alcuna ragione di esistere.
Per il semplice motivo che la vagina non è un organo sessuale femminile.
La vagina ha infatti la stessa femminilità dello scroto, delle "palle" dell’uomo; una femminilità che, francamente, non è molta…
è la stessa generata da un adeguato massaggio delle palle: una femminilità associata a maschilità per creare "neutralità".
Ciò è deducibile proprio dalla sua posizione anatomica, posta tra la clitoride (organo maschile) e l’ano (organo femminile).
Una posizione che, appunto, è la stessa che occupa lo scroto (le palle): quella tra un organo-sessuale maschile costituito dal pene ed un organo sessuale femminile costituito dall’ano.
Il fatto che la vagina non sia un organo sessuale femminile costituisce un’importante ragione per non aspettarsi facili orgasmi da parte della donna.
Tuttavia, in merito alla cosiddetta "frigidità" delle donne, vanno considerati anche i seguenti fatti. In primo luogo la femminilità non è uno squilibrio energetico perenne: nel senso che si esaurisce, che è quantificabile, che è determinato. Esso è costituito da una certa quantità di violenza che la femmina ha bisogno di subire, cosicché, una volta ricevuta tale violenza, la femmina non vuole essere violentata ulteriormente. Subire tanta violenza sessuale maschile non significa affatto reagire con altrettanto godimento. Oltre un certo limite, la penetrazione effettuata dal maschio può determinare umiliazione, depressione, senso di sconfitta; conseguentemente può determinare anche odio, repulsione.
L’organismo della femmina deve appurare se è in grado di ricevere una certa quantità di violenza sessuale; dopo che ha ricevuto tale violenza NON HA PIÚ altre volontà o esigenze di subire altre penetrazioni del maschio: né nella vagina né nell’ano.
Ciò significa che la cosiddetta frigidità è in primo luogo dovuta alla quantità di femminilità che l’organismo ha bisogno di appagare.
L’appagamento di tale quantità è poi ovvio che sarà facilitato usando un organo femminile (l’ano) anziché un organo sessuale neutro (la vagina).
Tale quantità di femminilità è proporzionale alla inclinazione a sinistra che il naso dell’individuo (uomo, donna) possiede, ed è proporzionale alla capacità di violenza fisica (superiorità): poiché tali elementi sono riferiti alla materialità del volto, hanno conseguentemente misure angolari definite e non illimitate.
Pertanto le esigenze sessuali richiedono un appagamento prestabilito, quantificabile. Ciò costituisce tuttavia una materia di studio che è trattata più chiaramente dalla Psicostasìa Fisiognomica (nuova scienza da me fondata).
Qui basti sapere che esistono donne con un naso totalmente inclinato alla loro destra, le quali sono pertanto prive di qualsiasi femminilità e che conseguentemente non potranno provare piacere neanche con un uso del loro ano.
La distinzione tra ano e vagina è pertanto un qualcosa che viene dopo la conoscenza della propria intrinseca sessualità.
Una sessualità che in ogni caso è sempre presente in qualsiasi uomo ed  in qualsiasi donna in entrambe le sue espressioni di maschilità e di
femminilità: come visibile dalle inclinazioni sia a destra che a sinistra presenti sul dorso di qualsiasi naso.

Significati dei valori intermedi
Benché tale deduzione sia più che significativa, essa è confermata dai seguenti argomenti.
In natura, tra due cose differenti, esiste sempre un valore intermedio (lapalissiano…..), che può avere connotazioni stabili oppure instabili.
Un esempio di connotazione stabile potrebbe essere espresso dalle due condizioni di buio e di piena luce: tra queste due condizioni estreme possono esistere, infatti, condizioni intermedie che sono stabili e che sono costitutive dei vari gradi possibili di "penombra".
Un esempio di connotazione instabile, invece, potrebbe essere quello della risalita di una scala: da un gradino stabile si deve passare ad un altro gradino stabile. In tale esempio, infatti, il valore intermedio è instabile, provvisorio. Tale valore è quello della posizione sospesa del piede, mentre esso si sposta dal gradino inferiore a quello superiore successivo.
In termini più pertinenti con l’argomento  della sessualità, è tuttavia considerabile l’esempio offerto dalle cariche elettriche.
Tutti sanno che la comune elettricità è composta da elementi (le singole cariche elettriche) che possono avere o carica positiva (indicata convenzionalmente con il segno +), oppure carica negativa (indicata convenzionalmente con il segno -).
Tale elettricità è presente in qualsiasi cosa dell’universo, giacché è ciò che permette l’esistenza degli atomi.
Gli atomi possiedono, sì, particelle di massa, ma tali particelle non potrebbero interagire tra esse nel modo tipico con cui creano qualsiasi tipo di materia e di molecola, se esse non avessero una loro specifica carica elettrica.
È appurato, infatti, che tali atomi sono formati da elettroni periferici, consistenti in piccolissime particelle di massa dotate di una carica elettrica negativa (-).
Tali atomi comprendono però anche altre particelle materiali molto più grandi, note come protoni e dotate di carica elettrica positiva (+).
Come proprietà naturale intrinseca, tali cariche elettriche opposte si attraggono, ma tale attrazione viene impedita da una orbitazione degli elettroni attorno ai protoni posti al cento.
Ciò è tipico dell’atomo di idrogeno, composto da un elettrone (negativo) che orbita attorno ad un protone (positivo).
Tale orbitazione consente infatti di creare una forza centrifuga che bilancia la forza centripeta, che altrimenti farebbe "attaccare" l’elettrone al protone.
La presenza nell’universo di tali elettroni dove ci sono i protoni non sempre crea la citata orbitazione.
Anzi è più probabile che crei la loro collisione, la loro "fusione" in una particella materiale data dal loro insieme e che costituisce appunto l’aspetto intermedio tra ciò che è positivo (+) e ciò che è negativo (-).
Tale particella è, notoriamente, il neutrone, cioè una particella neutra creata dalla somma di una carica elettrica positiva con una carica elettrica negativa.
Tale evento di neutralizzazione delle cariche elettriche contrapposte è talmente diffuso che la sostanziale totalità degli atomi (tranne l’idrogeno) hanno il loro nucleo costituito non solo da protoni (positivi), ma anche da neutroni (costituiti da una coppia protone-elettrone che viene evidenziata a seguito della scissione dei neutroni, creata da esperimenti di laboratorio).
La citata proprietà universale delle cariche elettriche sta a dimostrare che, in natura, esistono tre stati: il positivo, il negativo e soprattutto uno stato intermedio o neutro.
Il positivo è ciò che è più grosso, che sta fermo, che ha grande inerzia. Il negativo è ciò che è più piccolo, che si muove, che ha più capacità di cambiare perché dotato di minore inerzia.
È un po’ ciò che è espresso dal sistema solare: un grande Sole  fermo attorno al quale orbitano i pianeti.
È un po’ ciò che è espresso dagli atomi: un enorme e pesante nucleo (costituito da protoni e neutroni) attorno al quale svolazzano in un modo incredibile i leggerissimi elettroni.

La neutralità sessuale

Trasferendo tali concetti alla sessualità, vediamo che ciò che si muove per "violentare" è la maschilità; per contro, ciò che sta fermo a "subire" la violenza è la femminilità.
Possiamo pertanto attribuire alla maschilità la connotazione di NEGATIVO, ed alla femminilità la connotazione di POSITIVO.
Negativo è dunque il pene e la clitoride, mentre positivo è l’ano.
E la vagina? E lo scroto (le palle)?
La loro connotazione è consequenziale: sono organi sessuali NEUTRI.
In che senso? Nel senso che hanno in sé entrambe le sessualità: sia quella maschile che quella femminile.
Tali organi sessuali neutri si trovano nella zona compresa tra il pene (la clitoride) e l’ano.
Tale zona è anatomicamente nota come perineo.
Tale zona è quella in cui la sapienza YOGA ha individuato l’importantissimo Muladhara chakra.
Tale zona perineale è quella in cui l’antica sapienza cinese ha individuato il "Punto della vita e della morte"; un punto-sintesi, o di neutralità, tra i due significati della vita e della morte.
Tale zona perineale è una zona soggetta a pruriti.
Nella donna tali pruriti sono quelli localizzati nella vagina: talmente importanti da aver suggerito alle case farmaceutiche un apposito farmaco anti-prurito da applicare sulla vagina.
La donna è infatti generalmente condizionata da comportamenti di "buona educazione" che gli impediscono di grattarsi pubblicamente la vagina.
Nell’uomo, invece, tali pruriti della citata zona perineale coinvolgono il suo scroto, ed è per questo che è diventato famoso il modo di dire "grattarsi le palle".
Un grattarsi che, come tutte le grattate imposte dalla necessità di eliminare il fastidio del prurito, genera piacere.
La citata zona perineale è dunque sede di organi sessuali NEUTRI, generatori di uno speciale piacere sessuale.
Poiché tale zona è molto più estesa di quella occupata dalla circonferenza del pene o dalla circonferenza dell’ano, essa è a sua volta costituita da zone più piccole, unite tra esse come un mosaico.
Ognuna di tali zone, aventi punti localizzati nella grande zona perineale, è collegata a specifiche parti del corpo da cui derivano specifiche esigenze di SESSUALITÁ NEUTRA da appagare mediante grattate.
Ciò lo si capisce quando ci si gratta, giacché si sente l’esigenza di grattarsi "un po’ qui, un po’ lì, un po’ là": ci si gratta cioè alla ricerca automatica di punti provvisori in cui, in quel momento, l’organismo esprime una SESSUALITÁ NEUTRA su richiesta del proprio equilibrio organico o biologico per annullare una specifica quantità di femminilità.
Tali grattate devono esprimere violenza; una violenza la cui entità è stabilita dal piacere che la grattata genera in specifici punti, di collocazione variabile.
La ricerca di un piacere "da grattata" che può diventare sempre più intenso; un piacere che può richiedere perfino l’escoriazione della pelle, creata da lacerazioni determinate dalle unghie, fino a creare ferite sanguinanti.
Tali ferite le ritengo prive di qualsiasi pericolosità infettiva, anzi le ritengo un potentissimo rimedio per la generalità di patologie, anche remote, o nascoste (funzionano sullo stesso principio delle vaccinazioni). Nel senso che tali ferite  create in tale zona sessuale neutra o perineale, sono ferite ubicate nel piano verticale di simmetria del corpo; un piano verticale che è in relazione con le condizioni ambientali di massimo pericolo, le quali generano pertanto nell’organismo misteriose e complesse reazioni vitali che lo fortificano in modo rapido, generalizzato, potente: al punto di guarire qualsiasi malattia presente e futura. Ma ciò, beninteso, solo se tale "rituale" della grattata violenta e lacerante, genera adeguato piacere. Se non genera adeguato piacere  è perché non si sta estrinsecando la citata SESSUALITÁ NEUTRA PERINEALE, ma solo altre poco importanti sessualità elementari di violenza meccanica generica.
Ferite autolesionistiche che, tuttavia, ritengo differenti da ferite masochistiche: sia perché provocate da sé stessi, sia perché localizzate nella ristretta zona perineale, sede appunto di organi sessuali neutri, capaci di generare sensazioni piacevoli di "QUASI ORGASMO"….come direbbe la vagina!
Tali organi sessuali non hanno una collocazione fissa, bensì hanno una localizzazione variabile, diffusa in tutta l’area perineale. Una diffusione atta, tuttavia, a definire punti di prurito estremamente precisi: più sono al centro più sono importanti.
Il piacere della NEUTRALITÁ SESSUALE richiede cioè grattate non generiche, bensì localizzate con estrema precisione in punti sessuali stabiliti, in termini di tempo e di superficie, dallo stesso organismo.
È l’organismo che ci indica quando, come,  e dove grattare!

La peculiarità della sessualità neutra

Tali impulsi alla grattata delle zone perineali sono, di fatto, impulsi sessuali della SESSUALITÁ NEUTRA.
La SESSUALITÁ NEUTRA ha proprietà terapeutiche generali incredibili o miracolose; nel senso che ritengo essa possa determinare la guarigione di QUALSIASI MALATTIA, essendo la sua ragione di esistere proprio quella di ristabilire l’equilibrio sessuale dell’organismo, eliminando la femminilità tramite la generazione di energie maschili elementari.
A differenza delle normali sessualità organiche MASCHILE e FEMMINILE, la sessualità neutra non deriva da una compenetrazione tra corpi. Nella Maschilità, per esempio, il pene è un eccesso; una prominenza che si erge come anomalia da una superficie piana del corpo (superficie del pube) e che viene annullata introducendo tale "eccesso" in un corpo altrui.
Similmente, nella Femminilità l’ano è un foro, una cavità, una mancanza del corpo, una buca che viene riempita da un corpo altrui (il pene).
Nelle normali sessualità (Maschilità e Femminilità) si ha cioè il ripristino di una condizione di regolarità della planarità del corpo eliminando un eccesso (il pene) ed eliminando una mancanza (la cavità corporea del retto).
Nelle normali sessualità l’organismo dell’animale crea un proprio equilibrio esistenziale, finalizzato alla eliminazione delle pericolose violenze fisiche ambientali, che è assoluto: o il pieno o il vuoto; o la vita o la morte; o l’esterno o l’interno del corpo.
Nella SESSUALITÁ  NEUTRA (o perineale) invece, l’organismo non coinvolge gli eccessi
(la prominenza del pene o la mancanza della cavità anale), bensì la regolarità o planarità delle superfici dei corpi, ovvero l’esterno di essi.
Nella sessualità neutra l’organismo non si trova nella fase drammatica della violazione del piano verticale di simmetria teorica (tipica delle normali sessualità organiche maschile e femminile), ma in una fase di pericolo non fatale, nella quale è ancora possibile coinvolgere altre risorse prima di "cedere alla violenza sessuale maschile per non essere uccisi".
Questo fatto pone in evidenza che la SESSUALITÁ  NEUTRA è dunque una risorsa con cui l’organismo tenta di sottrarsi ad una "sconfitta totale", quale è la penetrazione anale, quale è l’accettazione della propria femminilità.
Ecco pertanto che esso organismo chiama a raccolta tutte le risorse biologiche e le pone di fronte all’ipotesi della sconfitta totale, allarmandole, strigliandole, violentandole, sferzandole; ciò allo scopo di risvegliarle al massimo, per far fronte al pericolo ambientale imminente, a causa del quale l’organismo dovrà altrimenti ricorrere alla resa. Una resa consistente nell’offrire al nemico l’accesso all’interno del suo corpo, violando la sacralità dei suoi confini espressa dalla sua superficie corporea.
Tale chiamata a raccolta di tutte le risorse biologiche avviene riferendosi ad una zona corporea, il perineo (le palle, la vagina), collegata biologicamente con tutti gli apparati vitali dell’individuo.
L’azione sferzante su di esse è attuata infierendo su di esse con la violenza della grattata con corpi laceranti, quali sono le unghie (evocanti atavici pericoli costituiti dai predatori).
Con tale grattata l’individuo impone alle sue parti vitali una violenza fisica, cioè un’azione maschile elementare che rende tali parti relativamente femminili in senso elementare.
Ciò significa che la grattata impone all’organismo una violenza fisica (maschilità elementare) che gli fa appagare tutte le esigenze di subire violenza fisica (femminilità elementare) in modo che tali esigenze di subire violenza fisica non si sommino fino ai grandi valori che richiederebbero, altrimenti, di ricorrere all’appagamento della femminilità organica mediante la penetrazione del proprio ano.
A tal punto qualcuno potrebbe dire che il problema non esiste, giacché basterebbe offrire da subito l’ano.
In effetti ciò è vero, ma solo per alcuni (per le persone cioè che hanno il dorso del loro naso inclinato a sinistra). Per altri (o comunque per coloro che non intendono offrire il loro ano nelle situazioni ambientali in cui il loro dorso nasale è inclinato a destra), il problema esiste.
L’appagamento della femminilità ha sempre un significato di sconfitta, mentre l’appagamento della maschilità ha sempre un significato di vittoria.
Per questo, anche nel campo animale, prima di concedersi la femmina pretende dal maschio il corteggiamento: l’espressione di un proprio bisogno, di una propria inferiorità, di un rispetto e benevolenza verso la femmina.
Il fatto che il problema esiste, e che con ciò rende giustificata la presenza della SESSUALITÁ NEUTRA è dimostrato anche da tanti aspetti di vita quotidiana, ma soprattutto dal seguente, che attinge alle ineluttabili leggi genetiche.
Gli individui alti e forti hanno il loro dorso nasale inclinato a destra solo nella punta del naso.
Infatti, il loro accrescimento corporeo (ovvero possesso di grande forza fisica violenta e determinante relativamente condizioni ambientali deboli) esprime proprio la loro volontà di sottrarsi a situazioni ambientali forti, nelle quali la inclinazione a sinistra del loro dorso nasale (nella zona alta vicina agli occhi) avrebbero richiesto l’estrinsecazione di femminilità.
Ciò è quanto più chiaramente illustrato dalla Psicostasìa Fisiognomica, scienza da me fondata.

Conclusioni
La Maschilità ha come organi sessuali il pene (nell’uomo) e la clitoride (nella donna).
La Femminilità è espressa invece da un solo organo sessuale che è comune sia alla donna che all’uomo: l’ano.
La vagina (pur avendo la grande importanza che gli è conferita dalla sua collocazione nel piano verticale di simmetria teorica) è un organo sessuale NEUTRO, finalizzato a far appagare al corpo della donna solo le sue femminilità elementari mediante violenze fisiche di sfregamento e di deformazione meccanica, richiamate da sensazioni di prurito.
Un prurito che trova il suo appagamento ideale con la grattata, specialmente se effettuata con le unghie: in modi che vanno da un delicato sfioramento ad una energica abrasione.
Ciò vale anche per l’uomo, dove il suo organo di sessualità neutra è costituito dalla ampia zona in cui è presente il suo scroto (palle).
Tali zone di SESSUALITÁ NEUTRA presenti sia nella donna che nell’uomo sono quelle anatomicamente note come PERINEO.
Tale sessualità neutra è finalizzata a creare stimoli reattivi vitali atti a  superare la generalità delle comuni malattie, attribuite erroneamente a virus e batteri, mentre questi sono solo una conseguenza della recondita causa prima: lo squilibrio sessuale; uno squilibrio tra le deformazioni meccaniche, uno squilibrio termico tra le varie parti del corpo.
La grattata esercitata dall’individuo sul suo stesso corpo consente di scindere la sessualità neutra nelle sue due componenti di Maschilità e di Femminilità elementari, giacché egli esercita maschilità elementare con le sue unghie ed appaga (cioè elimina, annulla) la sua Femminilità elementare mediante le deformazioni violente subite dalla superficie del suo corpo.
Una maschilità elementare avente come suoi elementi costitutivi le forze meccaniche ed il calore.
Per avere un’idea delle forze meccaniche si pensi ai poteri terapeutici del massaggio; per avere un’idea delle influenze biologiche del calore, si pensi agli effetti del caldo e del freddo sulle condizioni di salute; oppure si pensi alle mappe termografiche ai raggi infrarossi usate per la diagnosi delle malattie.
Sulla base di quanto finora detto e parafrasando un antico proverbio, si può dire:
UNA GRATTATA AL GIORNO TOGLIE IL MEDICO DI TORNO.


                                                                                                                                              
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