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53.

IL POTERE MAGICO DEI SIMBOLI NELLA CREAZIONE DEL SUCCESSO (PER ESEMPIO, MATTEO RENZI)   23 pagine

  Cliccare sul titolo e attendere poi qualche secondo


In ragione dei suoi contenuti molteplici tale articolo è stato inserito anche nell’altro mio sito Internet  
www.psicostasia.it

Riassunto
Normalmente  si crede che il successo sociale sia la conseguenza di una bravura o di una perseveranza:  tale convinzione è sbagliata.
Tali fattori non avrebbero alcuna influenza senza una capacità di scegliere quelle che sono le cose giuste: la scelta delle cose da dire, la scelte delle cose da fare, la scelta delle persone a cui associarsi.
La possibilità di scegliere le cose giuste deriva dai simboli che sono associati agli eventi.
Tali simboli sono figure e suoni percepiti in modo inconsapevole: se sono positivi determineranno il successo; se sono negativi creeranno situazioni di sconfitta.
Essi costituiscono un’anticipazione del futuro.
È dunque importante conoscere il potere di tali simboli, perché da essi deriva il destino di qualsiasi cosa: da una competizione sportiva ad un successo politico, da una carriera professionale al destino delle nazioni.
L’adozione di un simbolo di morte crea la sconfitta.
L’adozione di un simbolo di vita crea la vittoria.



La funzione degli archetipi nella creazione degli eventi
Il successo sociale è determinato da due fattori:
A  Il livello del piano su cui si opera;
B  Le direzioni in cui ci si muove  su tale piano.
Il livello del piano su cui si opera è costituito dal livello dei valori sociali, economici e psicologici dell’individuo.
Le direzioni in cui l’individuo si muove su tale piano sono conseguenti alle scelte comportamentali; ovvero, da ciò che fa l’individuo al fine di ottenere il successo voluto.
Tali scelte possono risultare o giuste oppure sbagliate secondo un Codice Binario.
Questo dualismo, SI oppure NO, è lo stesso con cui si estrinseca la logica digitale dello zero-uno, acceso-spento (Algebra di BOOLE) su cui è basato il Sistema Logico dei moderni computer.
Tale logica digitale è quella che di fatto, fa percorrere alle micro-correnti elettriche un circuito invece di un altro. Essa stabilisce il tipo di percorso necessario all’ottenimento del risultato voluto; ciò avviene scegliendo tra le infinite piste elettriche che sarebbe possibile seguire. Ma soprattutto avviene solo in avanti (NOT negazione, OR somma logica, AND prodotto logico); la parola "logica" va intesa secondo definizioni che sono proprie dell’Algebra di BOOLE. In tale Algebra non sono ammesse le operazioni di sottrazione e di divisione logica; o si va avanti o ci si ferma. Non si torna indietro come non si può tornare indietro a causa del tempo che scandisce la vita; qualsiasi azione o non viene fatta oppure viene fatta! Non si torna indietro. Così avviene nelle scelte di vita guidate dagli Archetipi.
Questa funzione di scelta fra strade giuste e strade sbagliate (attuata nei computer mediante la tecnologia informatica), nel caso degli avvenimenti sociali, è regolata dagli ARCHETIPI. Gli archetipi sono messaggi che vengono percepiti inconsciamente dagli individui e, dai quali, costoro deducono ciò che devono fare.
Gli Archetipi sono ciò che crea le scelte comportamentali degli esseri umani.
A prescindere da qualsiasi giudizio moralistico, gli esseri umani sono disposti in strati sociali, o livelli differenti.
Gli Archetipi hanno funzioni identiche su qualsiasi strato essi agiscano, ma creano effetti differenti proporzionalmente al livello posseduto dallo strato su cui operano.
Per fare un esempio, un mendicante che si reca al suo usuale luogo di accattonaggio potrebbe rilevare inconsapevolmente un archetipo molto positivo.
Lo stesso archetipo positivo potrebbe essere rilevato da un miliardario che si reca ad un incontro di affari. Il potere positivo del citato archetipo si potrebbe esprimere in due modi: per il mendicante creandogli una giornata in cui egli raccolga 10 euro più del solito; per il miliardario, creandogli un guadagno superiore alle sue aspettative di ben 50.000 euro!
Gli Archetipi guidano l’individuo nelle direzioni percorribili nel suo citato piano specifico.
La possibilità di "percorrere" una strada dipende, tuttavia, dal mezzo che si ha a disposizione: ci si può infatti muovere a piedi, oppure in automobile, oppure in treno.
Questa differenziazione dei mezzi impiegabili per muoversi nel citato "piano di livello" è quella che, nell’essere umano, costituisce la diversità delle sue caratteristiche psicologiche e fisiche.
Tali caratteristiche sono state evidenziate da una nuova scienza avente per nome Psicostasìa Fisiognomica (www.psicostasia.it). Tra esse, risultano particolarmente importanti la Dipendenza dalla collettività umana (naso inclinato a sinistra nella sua zona alta) e le Azioni di Rifiuto di tale dipendenza (sviluppo del labbro inferiore della bocca). Una ulteriore caratteristica è costituita dalla capacità di creare la "strada" da percorrere per giungere al successo. La creazione di tale strada è attuata circondandosi del potere magico irradiato dagli archetipi della vittoria (vedasi il mio articolo ARCHETIPOSOFIA, SCIENZA DELLA SUPERSTIZIONE, presente in questo stesso sito internet www.poetarolando.com).

Gli ingredienti occulti del successo
Come generica definizione, il successo sociale consiste nel raggiungimento di livelli elevati, nei quali l’individuo possiede proporzionalmente denaro, potere, e nei quali riceve l’ammirazione  voluta.
Tale livello sociale posseduto può essere descritto anche come POSSIBILITÁ DI DOMINIO.
Il dominio è tanto più dominio….quanto più esso è esercitato in condizioni assolute, ovvero verso persone che non abbiano la capacità (o possibilità) di opporsi ad esso.
La Psicostasìa Fisiognomica definisce tali condizioni come "ambienti deboli"; nel senso che sono condizioni ambientali in cui l’individuo è proporzionalmente libero di fare tutto quello che vuole, ed è pertanto in grado di dominare in modo massimo.
In base alle scoperte della Psicostasìa Fisiognomica, l’energia di dominio è materialmente espressa dalla inclinazione del naso dell’individuo verso la sua destra. Pertanto, il dominio più significativo è quello in cui tale inclinazione del naso è riferita ai citati ambienti deboli; ambienti deboli che sono ubicati nelle zone del naso poste più in basso.
Il dominio è un’aspirazione fisiologica posseduta da qualsiasi essere vivente. Poiché la vita stessa è determinata da una capacità di dominare l’ambiente (ostile) in cui vive il soggetto (uomo, animale), diventa consequenziale dedurre che, il massimo successo di vita, è quello che deriva da un programma esistenziale che sia finalizzato al dominio dei citati ambienti deboli.
Consegue da ciò che, l’individuo di successo, è quello che ha l’inclinazione a destra della punta del suo naso: cioè nelle zone basse del naso (quelle più lontane dagli occhi).
Tutte le risorse fisiche ed intellettuali di tale individuo di successo saranno così guidate verso l’acquisizione di un potere sempre più grande; un potere che, reversibilmente, gli crei situazioni ambientali in cui vivere che siano sempre più deboli, inermi, incapaci di reagire alla sua violenza.
A tal punto, diventa pertanto necessario capire in cosa consistano tali risorse.
L’aspetto basilare di tali risorse sta  nel rispetto delle gerarchie (livelli di potere).
Infatti, la stratificazione della società umana consente, a chi è posto nel livello più in alto, di impedire la risalita a chi è posto nei livelli ubicati più in basso.
Chi è in basso può salire in alto solo se, ciò, è voluto da chi è già posto in alto.
In termini pratici, tale concetto è visibile in ogni situazione di vita: se si accetta umilmente la superiorità del capo, il capo premierà tale sudditanza ed eleverà il subalterno.
Per contro, se non si accetta la superiorità del capo, se non si accetta l’ordinamento precostituito, si viene distrutti dal potere sociale connesso a tale ordinamento.
Ecco pertanto che, la risorsa fondamentale del successo, consiste nell’obbedire sempre agli ordini che ci vengono imposti (il sorriso è un esempio di tale sudditanza). Le carriere, in qualsiasi campo (quello militare è il più evidente), derivano sempre da una volontaria sottomissione nei riguardi dei più potenti, cioè nei riguardi degli AMBIENTI FORTI.
Tale capacità dell’individuo di sottomettersi non è un fatto teorico gratuito; essa è possibile solo se si ha una idonea struttura fisiologica o psicologica. Questa definizione astrusa diventa estremamente facile da capire rilevando che, tale "struttura fisiologica o psicologica" è sostanzialmente indicata dagli orientamenti, a destra oppure a sinistra, della linea di sommità del dorso nasale (guardata dal davanti).
Si ha infatti che il successo sociale è tanto più rapido, facile, duraturo, quanto più il citato dorso nasale possiede una inclinazione a sinistra nella sua zona più in alto (quella più vicina agli occhi) ed una inclinazione a destra nella sua zona più in basso (quella più vicina alle narici). Il naso ideale è cioè quello che, guardato dal davanti, ha la forma di una "parentesi chiusa"; una forma simile a quella dell’arco presente in una D maiuscola (un arco cioè contrario all’arco che costituisce una C maiuscola).
Dalla tipologia di queste due inclinazioni essenziali a destra ed a sinistra (integrate nel citato arco raffigurato da una parentesi chiusa) derivano all’individuo quelle proprietà psicologiche che gli sono necessarie per possedere la capacità di saper obbedire in modo cieco, acritico (naso inclinato a sinistra nella sua zona posta in alto). Da una forma del naso simile a quello di una parentesi chiusa ")" deriva cioè la capacità di ricevere benevolenza e stima da parte degli Ambienti Forti (ubicati appunto in tale zona in alto del naso in cui l’inclinazione è verso sinistra).
Da queste due tipologie di inclinazione (a destra oppure a sinistra) deriva anche la capacità di farsi obbedire (e di imporre il proprio domino) specialmente verso coloro che costituiscono "riferimenti ambientali deboli". Tale dominio ideale è quello creato dalle inclinazioni verso destra che sono presenti nella parte bassa del naso, ovvero del citato arco verticale teorico (simile a quello citato di una parentesi chiusa, costituito dal dorso nasale).
L’attuazione di ciò passa, ovviamente, per il possesso di tutto quello che la morale o l’opinione pubblica ritiene positivo: bellezza, alta statura, forte muscolatura, ricchezza, eccetera.
Fondamentalmente, però, la citata attuazione passa anche per un’altra via: LA VIA DELLE SCELTE COMPORTAMENTALI CORRETTE.
Infatti, la vita di qualsiasi individuo è determinata dalle scelte che egli fa: scelta della scuola, scelta degli amici, scelta dell’orientamento politico, scelta della persona da amare, scelta della squadra di calcio, eccetera.
Queste scelte di vita sono fatte in modo inconscio mediante l’interpretazione degli ARCHETIPI. Tali Archetipi sono finalizzati ad indicare, in modo ARCANO, l’evento futuro che sarà determinato da esse.

Il successo sociale derivante dalla Capacità di Dominio
Il successo sociale è definibile come una vittoria del singolo individuo rispetto a tanti altri singoli individui, in competizione per acquisire maggiori libertà di fare e libertà di vivere.
Tale vittoria è connessa dunque con ciò che crea la libertà e, pertanto, con la capacità di eliminare gli impedimenti ad essa.
La capacità di eliminare gli ostacoli esterni alla propria vita è, sostanzialmente, identificabile nella possibilità di esercitare un dominio, ovvero nel possedere un potere di distruzione che lo consenta.
Un potere che implica, infatti, una volontà ed un’energia per esercitarlo.
Tale energia è dunque un qualcosa di molto complesso, avente sia caratteristiche psichiche, sia caratteristiche di idonea materialità o durezza, atte alla distruzione della materialità ambientale potenzialmente ostile.
In base a sviluppi concettuali teorici di immensa complessità, tale capacità dell’individuo di riuscire a vincere le avversità ambientali è sintetizzata nella inclinazione a destra del dorso nasale e, particolarmente, dalla parte di tale dorso nasale che è posta più in basso: ovvero, la zona in cui l’organismo dell’animale ha posizionato gli Ambienti Deboli del suo riferimento spaziale esistenziale.
Tali concetti sono riassumibili nel seguente fatto. Un individuo avente la sua punta del naso inclinata a destra è un vincente: semplicemente perché, per vivere, egli ha bisogno di dominare i deboli.
Se ritenete che ciò sia impossibile, allora trovate Voi un altro perché i dorsi dei nasi visti dal davanti sono differenti da un individuo ad un altro! Ovviamente, fatelo considerando le somiglianze che, in certi casi, esistono in modo innegabile tra le fisionomie dei genitori e dei figli; somiglianze che non possono certo essere attribuite a scelte casuali della natura!
Di fatto, la linea di sommità del dorso nasale costituisce la legge di gestione delle risorse energetiche dell’individuo, relativamente alla totalità delle potenziali situazioni ambientali di riferimento, in termini di DOMINIO ESERCITATO (vittoria) e di DOMINIO SUBÍTO (sconfitta).
La vita si crea con le vittorie; la morte si crea con le sconfitte.
Tuttavia le sconfitte, quando sono adeguatamente piccole, possono esprimere anche una funzione di attesa, di ricarica, di rivalsa per successive azioni che siano finalizzate alla vittoria.
È come un pugile che sta immobile, affidandosi alla protezione che riesce a crearsi con le proprie braccia, mentre il suo avversario lo sta picchiando.
Questa passività (o fase di sconfitta del citato pugile) non è detto che costituisca una sconfitta totale; infatti, essa potrebbe essere solo una fase transitoria di una sua strategia di lotta; a tale fase di sconfitta transitoria potrebbe seguire una fase in cui, il citato pugile, potrebbe riuscire lui a colpire il suo avversario e ad ottenere una vittoria.
Di fatto, l’individuo che voglia vivere deve vincere, deve dominare; deve dominare in un modo che sia il più il più perentorio e facile possibile. Deve cioè possedere la possibilità di trovarsi a dominare solo gli ambienti deboli.
E così siamo giunti al nocciolo della questione: come fa l’individuo a crearsi tale possibilità?
La risposta è: riuscire a crearsi un "FUTURO" contenente tale vittoria.
Come fa a crearsi tale futuro?
Circondandosi di ARCHETIPI espressivi di tale futuro di vittoria.
Quali sono tali ARCHETIPI creatori di vittoria futura?
Sono quelli che ciascuno di noi ha memorizzato nella Banca Dati del proprio inconscio, e che sono generalmente comuni a tutti gli individui.
Gli archetipi sono sostanzialmente simboli; essi sono immagini che l’individuo collega ad esperienze ancestrali (il cosiddetto istinto animale) e che, in modo immediato, gli "fanno vedere" l’evoluzione futura di una specifica situazione ad esse correlata. L’evocazione dell’immagine determinata dall’archetipo (o simbolo) è associata alla situazione stessa che lo aveva fatto memorizzare nell’inconscio, cosicché la presenza dell’archetipo crea "magicamente" la situazione concreta che esso simbolizza.
È come se tanti invidui avessero una propria cassaforte chiusa che contenesse le risorse vitali. Risorse vitali che sono sostanzialmente uguali a quelle contenute nelle "casseforti" degli altri individui, anche se ciascuno può utilizzare solo quelle proprie.
Per conoscere meglio tali archetipi, rimando alla lettura del mio articolo presente nel mio sito www.poetarolando.com ed avente come titolo "Archetiposofia, scienza della superstizione".
Qui di seguito verranno invece esposti altri concetti, volti a far capire meglio il citato articolo.

Considerazioni apolitiche sui politici
I grandi politici sono persone furbe.
Io non sono furbo, e ciò è dimostrato dal fatto che non ho attitudine alla politica.
Ciò che mi ha impedito di entrare nell’agone politico penso che sia stato questo mio difetto congenito.
Oppure, più probabilmente, tale mia inidoneità alla politica è dovuta alla mia naturale predisposizione a non esercitare alcuna autorità o comando.
Sta di fatto che io osservo i politici con un certo distacco: come quando si guardano tante cose che sono sostanzialmente conosciute e dotate di un comportamento che non sorprende.
A seguito delle scoperte evidenziate dalla mia Psicostasìa Fisiognomica è emerso che, per avere la capacità di dominare o di essere vincenti, o di essere persone che sappiano nuotare nel mare della politica, è necessario avere un naso che abbia la sua punta rivolta alla destra dell’individuo a cui tale naso appartiene.
Siccome la punta del mio naso è invece inclinata verso la mia sinistra, io non ho conseguentemente alcuna attitudine alla politica: la politica è un campo riservato alle persone che hanno la punta del naso inclinata alla loro destra (vedasi www.psicostasia.it): cioè, un naso da vincenti, da dominatori.
La politica è l’arte di comandare coloro che sono deboli, relativamente al concetto di "forza" attinente la società umana dello Stato che i politici rappresentano. In tal senso dunque, io sono un pessimo "artista", giacché sono un pappamolle che si intenerisce di fronte ai deboli, di fronte ai poveri, di fronte a chi soffre.
Questa premessa la ritengo opportuna, perché il presente articolo ha dei riferimenti politici. Debbo dunque doverosamente precisare che, tali riferimenti, sono solo un esempio dei tanti campi in cui si estrinseca il potere arcano dei simboli; quel potere, cioè, posseduto dagli archetipi annidati nel nostro inconscio.
Qualsiasi studio che venga fatto sulla vita dell’essere umano non può prescindere dall’esame delle condizioni estreme di tale vita; pertanto, è necessario esaminare una condizione umana particolarmente piacevole, elevata, vittoriosa. Parlando di archetipi positivi, è infatti opportuno riferirsi anche a condizioni di vita che costituiscano un esempio di tale positività. Diventa pertanto consequenziale esaminare i politici. Costoro sono quegli esseri umani preposti a comandare tutti gli altri uomini, mediante opinioni personali che, scritte con formalità codificate, diventano ciò che è convenzionalmente chiamato "Legge dello Stato". Gli archetipi coinvolgono anche la politica, cosicché, è opportuno conoscere "l’uomo-politico" per capire l’ambito in cui possono operare gli archetipi in tale elevato piano, o livello, in cui è ubicata la politica.

Se una persona, a seguito di ciò che fa, riesce a conquistare una posizione in cui guadagna "una barca di soldi" per tutta la vita godendo di tanti privilegi, questa persona è sicuramente brava.
In base a ciò, i politici sono considerabili persone abili, che sono riuscite a raggiungere splendidi obbiettivi; degli obbiettivi verso i quali tutti sono protesi, ma sui quali pochi riescono a giungere.
Tuttavia, conoscendo la generalità dei politici, io penso che essi siano più appropriatamente definibili "furbi".
Raggiungere una posizione di importanza politica, infatti, non è un qualcosa di rapido, né di facile: qualsiasi posizione di importanza politica è sempre frutto di lunghe ed acute strategie comportamentali, la cui attuazione richiede una grande astuzia.
Un prestigioso dizionario della lingua italiana, alla voce ASTUZIA dà la seguente definizione: "Abilità nel raggiungere, anche con l’inganno, i propri intenti".
Per essere astuti, si ha dunque innanzi tutto la necessità di una méta da raggiungere: uno scopo che giustifichi le proprie azioni.
Oltre a ciò, si deve avere anche una abilità che, più è grande, più conferisce proporzionalmente valori di astuzia.
Una abilità che può richiedere qualcosa di simile all’intelligenza, ma soprattutto simile anche alla disponibilità ad ingannare altre persone, qualora tali menzogne fossero necessarie per raggiungere il citato scopo.
Io sono un ricercatore di verità, un individuo proteso a capire le cose.
Ciò, nella speranza di trovare un motivo logico che giustifichi la fatica di vivere; un motivo idoneo ad identificare qualcosa che valga la pena di possedere: il famoso Senso della Vita.
Pertanto, non avendo ambizioni, io non posso essere una persona astuta.
Questo significa anche che io non sono un politico giacché, come caratteristica imprescindibile, i politici hanno quella di essere astuti.
Essi sono persone, talmente furbe, che sono capaci di avere dal popolo tanto potere e tanti soldi. I politici sono coloro che si offrono di guidare la moltitudine di poveri verso condizioni di benessere (se poi non dovessero raggiungere tale méta non è un problema: basta dare la colpa agli altri). I politici sono coloro che agiscono sempre per il bene della nazione: se non altro, almeno in linea teorica.
Tuttavia, vediamo che la "professione di politico" è generalmente ereditaria, e ciò fa pensare che sia anche una "buona professione": come dimostrato dal fatto che i padri preparano ai figli una strada verso di essa.
Una volta cercai su un’Enciclopedia un certo militare che si chiamava Cadorna; a seguito di ciò, fui sorpreso del fatto che, costui, era semplicemente parte di una "istituzione" che si tramandava il potere di generazione in generazione. Ciò, al fine di creare individui preposti a comandare, ad arricchirsi sempre di più, indipendentemente dal loro operato.
Forse è solo una coincidenza, ma qualsiasi politico appartiene sempre alla categoria dei ricchi: più il politico è importante, più è ricco, più guadagna.
I costi enormi necessari per una campagna elettorale costringono a pensare che i ricavi siano molto maggiori.
In tutto il mondo. Provate a verificare tale fatto su qualsiasi personaggio politico a capo di regioni, di nazioni presenti in ogni parte del mondo e con qualsiasi "fede politica". Potete così appurare che tale personaggio politico (santificato dai mezzi di informazione) è sempre ricco, arciricco, e anche di più!
Basti citare le dinastie dei Kennedy o dei Bush negli Stati Uniti d’America: dinastie che sono famose, ma non certo le più ricche. Le eccezioni a tale regola non credo che siano più dell’1%. Peraltro, anche quando un ricco non si occupa di politica, è la politica che si occupa del ricco chiedendogli (a pagamento) cosa gli serve. I soldi creano il potere, il potere crea i soldi, secondo un circolo magico che, da sempre, fa girare il mondo.
Queste considerazioni non hanno alcuna finalità sovversiva; esse non costituiscono e non vogliono costituire alcun invito alla cosiddetta Lotta di Classe.
Anzi, hanno la finalità di far comprendere ai rivoluzionari che la loro battaglia, se è rivolta a creare una società umana più giusta, è una battaglia inutile, perché storicamente  destinata alla sconfitta. Negli equilibri sociali umani sono presenti fattori che non sono quelli comunemente noti (e che ho già avuto modo altrove di indicare).
Se invece lo scopo di tali rivoluzionari è quello di servirsi del popolo per acquisire un loro personale potere, allora sì che hanno ottime ragioni per lottare e per aizzare gli ingenui a sacrificarsi per essi! Un po’ come il mitico Zorro, che combatteva contro i "cattivi" semplicemente per far governare il Padre e quindi per acquisire lui stesso potere (ma Zorro era bello e bravo: pertanto, tutto quello che faceva era giusto di sicuro)!
Si potrebbero fare tanti incredibili esempi, che sarebbero inutili perché urterebbero la suscettibilità dei tanti la cui fede è: "Le donne sono tutte puttane, tranne mia moglie, mia madre e mia sorella"!
Premesso che i personaggi tipo ZORRO suscitano in me solo indifferenza, io ritengo che siano degni di rispetto uomini quali CINCINNATO LUCIO QUINZIO e GIUSEPPE GARIBALDI. Il primo, vissuto nel quinto secolo avanti Cristo ai primordi della Repubblica Romana, divenne famoso per la sua modestia e l’austerità dei costumi. Nominato "Console suffectus" mentre arava il suo piccolo podere agricolo, egli venne poi eletto Dittatore dopo aver vinto la guerra contro gli Equi, che assediavano il console romano Minucio. Ebbene, egli rinunciò a tale enorme potere politico che gli era stato conferito per i suoi meriti, e ritornò a fare il contadino.
Per quanto riguarda Giuseppe Garibaldi, è rimarchevole il fatto che, dopo aver combattuto in tutto il mondo in nome dei suoi grandi ideali umani, conquistò l’Italia meridionale (dominata dalla dinastia straniera dei Borboni) per consegnarla al re dell’Italia settentrionale Vittorio Emanuele, affinché ne facesse una sola Nazione Italiana.
Dopo di ciò, rinunciò ad ogni potere e si ritirò nell’isola di Caprera, a vivere in modo modesto con una apposita pensione che egli accettò solo per necessità imprescindibili.
Comunque, per capire l’inutilità politica delle rivoluzioni, è sufficiente considerare come si è evoluta la famosa Rivoluzione Francese di qualche secolo fa, iniziata per creare Libertà, Uguaglianza, Fratellanza.
Tale Rivoluzione creò solo carneficine e bagni di sangue che resero necessaria la figura di un dittatore: Napoleone. Un uomo che, puntualmente, per la grandezza della Patria, fece altre carneficine anche maggiori di quelle che si voleva evitare, mediante guerre contro "chicche e sia" (come diceva Totò)! Egli diventò, così, imperatore assoluto, con potere di vita e di morte su chiunque: alla faccia della Libertà, della Uguaglianza, della Fratellanza!
Poi, ovviamente (per il bene del popolo) egli istituì l’Impero, nonché Imperatori dello stesso tipo che era stato ghigliottinato in precedenza perché "non funzionava bene"!
Se volete un altro esempio, guardate gli sfarzi del Cremlino in Russia: regge meravigliose costruite "dagli odiati Zar" che sfruttavano operai e contadini fino a farli morire di fame.
Poi, giustamente, tali contadini fecero la rivoluzione preparata da Lenin (che casualmente era un nobile e ricco che faceva la bella vita in esilio), il quale però creò un "comunismo a parole" in cui, di fatto, si avevano classi povere che morivano di fame e classi di nuovi ricchi privilegiati: ma questo non era un fatto importante; il fatto importante era che fosse lui il capo assoluto!
Ci pensò poi Stalin a perfezionare una nazione di schiavi, con cui creare milioni di morti innocenti e con cui far vivere nel terrore tutta la popolazione russa.
Altro che benessere del popolo!
Per "fortuna" del popolo arrivò Krusciov e poi Gorbaciov.
Si creò così una qualche forma di democrazia e quello "schifoso capitalismo" che finora, nel mondo, ha dimostrato di essere la condizione meno schifosa di tutte le altre. Si può infatti vedere che, appena le popolazioni acquisiscono un po’ di libertà e di benessere, tendono ad adottare il sistema consumistico e capitalistico basato sull’egoismo brutale. Basti citare l’evoluzione della società cinese di Den Tziao Ping (che succedette a Mao Tse Tung): egli portò la Cina alla grande potenza industriale ed economica che è attualmente, semplicemente perché decise che: "La politica doveva essere comunista, ma l’economia doveva essere capitalista"!
Le sintetiche ma sostanziali considerazioni sopra esposte non intendono dire che l’essere umano debba rassegnarsi a subire ingiustizie e miserie! Tantomeno esse intendono consacrare il capitalismo.
Quanto finora detto vuole semplicemente dire: "Se un certo sistema politico non vi piace, fate quanto è nelle vostre possibilità per migliorarlo". Distinguete però quella che è una vostra aspirazione legittima ed ideale da quella che è la realtà geopolitica dei fatti! Altrimenti vi troverete ad allungare la lista degli eroi che si sono sacrificati per "peggiorare" quella che era una situazione pessima. A sostegno di tale sfiducia in qualsiasi tipo di governo, potrebbe essere utile considerare i "vantaggi" derivanti dai tentativi, di creare il benessere della democrazia, che sono stati "esperiti" recentemente nel Medio Oriente e negli altri Paesi del Nord Africa! Va dunque ben capito il fatto che, a rendere migliore la condizione umana, difficilmente è un cambiamento violento della politica.
Per contro, le evidenze della storia suggeriscono l’ipotesi che, a migliorare le condizioni sociali della vita, siano state la grandezza umana di chi aveva gestito il potere. È lo stesso essere umano che, evolvendosi, può capire la vantaggiosità di moderare il proprio egoismo, sviluppando la ragione e la saggezza. Da ciò, può infatti derivare quel benessere da cui nasce la compassione e la benevolenza verso chi soffre.
In altri parole, la società può cambiare migliorativamente solo se migliora l’essere umano; solo se l’essere umano sviluppa la sua intelligenza al fine di risolvere i suoi problemi esistenziali.
Un essere umano sbagliato, quale è quello che è oggi presente sulla Terra, può fare solo società sbagliate. Tanto più che scelte geopolitiche stanno facendo precipitare l’umanità verso la sua involuzione.
Bisogna dunque capire che se (dopo millenni di storia e di tante persone che predicavano la fine della miseria e della schiavitù) anche oggi, in tutto il mondo si ha che i ricchi diventano sempre più ricchi ed i poveri diventano sempre più poveri, è perché tale condizione moralmente ripugnante costituisce una condizione di normalità nell’ambito dell’equilibrio universale. Il problema è attualmente quello di uno sbilanciamento in cui la sofferenza creata è TROPPA. Troppo dolore umano toglie all’umanità la speranza di vivere e quindi le sue possibilità di evolversi.

Il potere del denaro
Da quanto finora detto, potrebbe apparire una difesa della DIVERSITÁ che è poco condivisibile. Poiché io sono abituato a far prevalere i fatti sulle opinioni personali, ritengo utile considerare i seguenti fatti.
Osservando qualsiasi aspetto della materia dell’Universo, vediamo che esso è sempre risultante dal confronto tra due entità complementari estremamente differenti.
Nel regno atomico vediamo che esistono le due famiglie dei Leptoni (elettroni) e degli Adroni (protoni, neutroni): i primi hanno una massa che è migliaia di volte minore della massa dei secondi, ma è proprio da tale enorme disparità che risulta la creazione degli atomi.
Nel regno delle molecole e delle aggregazioni atomiche vediamo che esistono due tipi di composti chimici: quelli della chimica Inorganica (le pietre…) e quelli della chimica Organica (la chimica del Carbonio, quella della vita).
Nella chimica Inorganica si hanno un migliaio di tipi di composti semplici (formati da pochi atomi), mentre nella chimica Organica si hanno milioni di tipi di molecole, comprendenti complessità atomiche mostruosamente grandi (le macro-molecole della Biologia), al punto da creare la vita umana (fatta da 50 trilioni di cellule!).
Anche nel regno della vita (Biologia) si ha un ulteriore binomio, fatto di entità complementari estremamente diverse: la vita Vegetale e la vita Animale.
Entità fatte di cellule apparentemente simili, ma capaci di creare un numero di tipi di piante enormemente minore di quello dei tipi di animali. Animali e vegetali con destini e vite estremamente differenti ma, tali, da coesistere interdipendentemente "per la gioia di entrambi": per creare quella che viene chiamata "Meravigliosa complessità della Natura".
Così, tornando a considerare il dualismo povertà-ricchezza, con la sua storicamente incolmabile differenza, esso fa parte di una intrinseca legge universale, in cui si debbono avere poveri sempre più poveri e ricchi sempre più ricchi! O così, oppure così! Una delle "cinque": scegli!
"Fermate il Mondo che vorrei scendere" disse una persona spiritosa (che a me non fa ridere….)!
Il problema non è la povertà; il problema è il dolore, la sofferenza. Il problema sta nel fatto che la vita è considerata universalmente un qualcosa che va "nutrito" con il denaro.
È infatti da questa concezione sbagliata che deriva la competizione umana sul chi è più bravo a diventare ricco! Una competizione che crea egoismi spietati e guerre di ogni tipo.
Nelle società contemporanee la gioia viene considerata una conseguenza del possesso del denaro: ogni incremento di ricchezza crea un incremento di gioia, cosicché si tende ad incrementare la propria ricchezza all’infinito!
Ma così facendo si intraprende una lotta, e si genera pertanto anche il dolore insito in qualsiasi lotta, perché non sempre si può vincere! Perché nessuno vuole essere sconfitto e ognuno tende a difendersi, facendo più male possibile al suo avversario. In questa lotta vediamo, con l’evidenza della vita quotidiana, che "anche i ricchi piangono"! Si deduce da questi fatti che la lotta per il denaro crea solo sconfitti.
D’altronde, se si provasse a fare una lotta per la miseria, finalizzata a diventare sempre più poveri, non credo che la situazione migliorerebbe….
Una soluzione al problema io ce l’avrei…. Si chiama Psicostasìa Fisiognomica ed è una scienza che ha scoperto i meccanismi psicologici umani alla base della gioia: ma questa è un’altra storia che va raccontata a sé stante, perché è di una complessità che richiede "studenti appassionati".

L’importanza della inclinazione della punta del naso
La mia formazione culturale è di tipo tecnico, scientifico, assolutamente materialistica.
Conseguentemente, è con tale tipo di bagaglio intellettuale di riferimento che ho affrontato le usuali situazioni della vita.
Situazioni di vita che, per usare un eufemismo, non sempre sono state piacevoli. Ovviamente, per non ammettere di essere un fallito, attribuivo i miei insuccessi "a questo o quell’altro motivo concreto"!
Tuttavia, in tale logica giustificativa dei miei insuccessi, c’era qualcosa di poco convincente.
C’era qualche altro fattore che non riuscivo ad individuare; qualche altro fattore che vanificava tutte le mie fatiche di raggiungere gli obbiettivi che mi proponevo.
Alla fine riuscì a scoprire tale fattore: avevo la punta del mio naso inclinata a sinistra!
Tradotto in termini "umani", significava che ero uno sfigato per intrinseca costituzione biologica, cioè un "perdente nato"! Ovviamente, tale scoperta non suscitò in me grandi entusiasmi….
Per capire il senso dell’affermazione sopra esposta è necessario aprire una parentesi…..("una parente", come dice il grande comico Nino Frassica; grande, perché ha una invidiabile punta del naso inclinata a destra, e ciò fa di lui un vincente, sempre).
Tale parentesi è costituita dal fatto che, parallelamente alla mia attività lavorativa necessaria a procurarmi "pane e acqua", io svolgevo un’altra attività non remunerata; era un’attività come libero scienziato nel campo della psiche. Questa mia personale attività mi portò a concepire grandi scoperte nel campo delle scienze umane, che richiesero la fondazione di una nuova scienza antropologica per una loro esposizione coordinata: tale scienza, come già detto, è la Psicostasìa Fisiognomica (vedasi il mio sito www.psicostasia.it).
Tale mia scienza è l’unica al mondo che consente di conoscere le relazioni tra la forma dei corpi e la loro anima (o psiche o cognizione esistenziale della materia).
Nell’ambito di un equilibrio sociale, una qualsiasi caratteristica psicologica diventa, mediante tale nuova scienza, un fattore connesso con la molteplicità degli eventi della vita.
Se in merito a ciò qualcuno dovesse citare Cesare Lombroso, o costui non ha capito niente di Lombroso o non ha capito niente della Psicostasìa Fisiognomica.
Tale nuovissima scienza esatta ha scoperto che il destino dell’uomo è scritto sulla sua faccia. La forma del suo naso, della sua bocca, delle sue orecchie, eccetera, determina non solo la tipologia degli eventi della sua vita, ma tutti i suoi sentimenti, tutti i suoi comportamenti e la specificità dello sviluppo fisico del suo corpo.
Per quanto mi riguarda, avendo il mio naso la sua punta orientata alla mia sinistra, io sono un debole verso chi è debole. Ciò significa che sono incapace di comandare, di dare ordini, di vedere gente ai miei piedi; ovvero sono uno che preferisce stare in basso (e per questo sono fisicamente cresciuto con una certa parsimonia…).
Matteo Renzi, invece, è il mio contrario, perché egli ha la punta del suo naso inclinata a destra; tutta la lunghezza del suo naso è inclinata a sinistra, ma la punta del suo naso è a destra! È questo che fa la abissale differenza tra i nostri successi sociali!
Come da me ripetutamente detto altrove, tutte le persone importanti della società umana hanno la punta del loro naso inclinata a destra: Giulio Andreotti, Nino Frassica, Ugo Tognazzi, Alberto Sordi, Vittorio Gasmann, Renzo Arbore, Totò, Gerry Scotti, Paolo Bonolis, Fabio Fazio, Antonio Tajani, Bertolaso, papa Wojtila, Hollande, Lutwak, Harrison Ford, Sean Connery, eccetera, eccetera, eccetera. Praticamente tutte le persone famose. Basta accendere la televisione e le si trova tutte lì!
L’inclinazione a destra della punta del naso è paragonabile all’affilatura di una lama: più l’inclinazione a destra è presente nelle zone di estremità (cioè le zone più in basso del naso), più essa crea il successo rapido delle azioni svolte dall’individuo nella sua vita.
Più l’inclinazione a destra del dorso nasale è presente nelle zone alte del naso, più il successo tarda ad arrivare; ovvero arriva solo dopo grandi fatiche. Tali affermazioni hanno pochissime eccezioni che, tuttavia, non riguardano la Psicostasìa Fisiognomica, bensì l’esame effettuato omettendo altre proprietà presenti sul volto e ben conoscibili con la citata scienza.
Comunque, tale inclinazione (alla destra dell’individuo di cui si guarda il naso) ha un valore angolare maggiore quanto più essa si avvicina alla orizzontalità (90°); tale inclinazione è nulla (0°) quando la linea del dorso nasale è verticale.
Un grosso coltello privo del tipico "filo di taglio" è meno efficiente di un piccolo coltello che sia affilatissimo. Ciò non esclude che un coltello grosso possa essere anche affilato, come si ha (per analogia) quando un naso è inclinato a destra non solo sulla sua punta, ma anche nel resto del suo dorso.

Due diverse analisi
L’inclinazione (a destra o a sinistra) del dorso nasale ha due proprietà: quella provvisoria e quella genetica strutturale. L’inclinazione provvisoria è quella che, di fatto, assume il dorso nasale momento per momento, come conseguenza delle differenti inclinazioni della testa che sono determinate dalle flessioni del collo. Tali variazioni delle inclinazioni avvengono allo scopo di attuare una ristrutturazione continua delle risorse energetiche fisiologiche, al fine di creare l’equilibrio psicologico migliore nelle situazioni ambientali che, man mano, si affrontano nell’attualità.
L’inclinazione genetica, o strutturale o fisiologica è, invece, quella che appare disponendo la testa con le due orecchie inserite in una fascia immaginaria orizzontale che le contenga; tale fascia immaginaria sfiora, con le sue due rette superiore ed inferiore, i due punti (più alto e più basso) delimitanti ognuna delle due orecchie. Tale inclinazione genetica del dorso nasale risultante da questa collocazione astratta (in quanto le linee orizzontali non sono materiali ma, tuttalpiù, sono linee grafiche) costituisce il quadro basilare delle risorse psico-biologiche dell’individuo; tale inclinazione genetica del dorso nasale è soggetta a variare, per consentire all’individuo di poter disporre provvisoriamente di quelle risorse richieste dalla necessità di stabilire uno specifico equilibrio con la specificità mutevole delle condizioni ambientali.
Comunque, per il conseguimento del successo, l’importante è che il naso abbia un suo tratto, anche se breve, che sia inclinato a destra. Ogni zona della lunghezza verticale del naso corrisponde, infatti, a specifiche situazioni psicologiche ambientali; conseguentemente, l’individuo, agirà sempre per crearsi i valori di situazioni ambientali dove un tratto di naso ha l’inclinazione del suo dorso nasale verso destra; ciò allo scopo di poter estrinsecare la sua potenza, la sua capacità di dominio (la sua maschilità…).
Premesso che "l’energia per fare" è determinata dall’inclinazione del naso dell’individuo (visto dal davanti) alla DESTRA di esso, è tuttavia indispensabile capire anche la grande importanza delle inclinazioni del naso verso la SINISTRA dell’individuo osservato.
Indispensabile, come è indispensabile capire la femminilità per capire la maschilità secondo i loro significati profondi, essenziali, non pruriginosi…..
Come è noto, l’acqua cade in basso; l’elettricità va da un potenziale maggiore verso un potenziale elettrico minore (differenza di potenziale, o voltaggio, o tensione); il predatore-superiore è attratto dalla preda-inferiore. Similmente a questi fatti, l’inferiorità attinente ad un naso (dorso nasale) inclinato a sinistra attrae il superiore. Tale "inferiorità" diventa, pertanto, una calamita che fornisce all’individuo la capacità di attirare a sé le persone per interagire con esse. Ciò vale per le donne come per gli uomini. Ciò vale, inoltre, per i negozianti che devono attrarre gente nel proprio negozio, per gli avvocati che devono attrarre clienti, per i politici che devono attrarre elettori, eccetera.
Tali proprietà dell’inclinazione a sinistra del naso è ciò che rende l’individuo DIPENDENTE dall’ambiente (fatto di individui). L’inclinazione a destra del naso è, per contro, ciò che conferisce all’individuo la possibilità di FAR DIPENDERE l’ambiente (fatto di individui) da lui, cioè dalle sue volontà. Negli ambienti relativi a zone del naso inclinato a sinistra l’individuo DIPENDE da tali tipi di situazioni ambientali, espressi dalla citata collocazione sul naso. Per la stessa legge "psicostasica", negli ambienti relativi a zone del naso inclinate a destra l’individuo FA DIPENDERE da lui le persone che esprimano i valori ambientali relativi a detta loro collocazione sulla lunghezza del naso del citato individuo.
Da quanto detto, il discorso potrebbe apparire completo. Infatti, Matteo Renzi è molto alto ed ha la punta del suo naso inclinata a destra; egli è conseguentemente un vincente-nato, un dominatore, un individuo che ha un immenso bisogno di comandare. Un individuo che riceve (inclinazione a sinistra) il potere dagli AMBIENTI FORTI per esercitarlo (inclinazione a destra) sugli AMBIENTI DEBOLI.
Tale discorso sul successo, seppure esatto, ha tuttavia una sua complessità inespressa che, questo articolo, ha la funzione di mostrare in modo molto conciso con quanto segue.

Le radici degli ARCHETIPI
Il successo è fatto di azioni, di scelte.
Il successo non è come un treno che è costretto ad andare dove sono presenti i binari; il successo è paragonabile invece ad un’automobile che, seppure progettata per correre su delle autostrade veloci, ha la possibilità di percorrere strade anche accidentate o tortuose e, per questo stesso motivo, richiede capacità di guida implicanti molteplici fattori.
Infatti, poiché l’autostrada non sempre è disponibile, l’automobile è soggetta ad affrontare le difficoltà connesse alle strade urbane, comprendenti rallentamenti e fermate (semafori, traffico intenso, guasti).
Pertanto, il successo è influenzato ANCHE DA CIÓ CHE STA ATTORNO ALL’INDIVIDUO, ovvero dalla GENTE.
La gente è un qualcosa di indefinito, giacché formato da un insieme di tanti individui estremamente differenti tra di essi. A seguito di ciò, il riferimento alla gente non può essere fatto basandosi solo su ciò che, un singolo individuo, gradisce o trova positivo. Per ogni individuo che la pensa in un modo, ce ne è infatti un altro che la pensa in modo contrario. Da tale fatto consegue che, la possibilità di un singolo individuo di poter interagire con gente idonea all’ottenimento del successo, dipende dalle affinità del singolo individuo con quei fattori di accomunamento sociale dei singoli individui generici. Ovvero, dipende da una interazione positiva che possieda significati intellegibili per tutti gli individui, indipendentemente dalla loro diversità. Tali significati sono gli ARCHETIPI.
A seguito delle leggi regolanti il DUALISMO UNIVERSALE poi, tali significati degli Archetipi vengo percepiti in modi differenti che creano il tipico aspetto duplice dell’interpretazione.
La parola Archetipo io la considero "l’arrosto" che ho trovato nell’oceano di fumo filosofico sviluppato dalla SEMIOTICA, cioè dalla scienza che studia la complessità dei sistemi comunicativi attinenti i segni.
In tale "arrosto" io ho trovato caratteristiche che, il citato fumo filosofico in cui era collocato, rendeva generalmente indistinguibili. Dico questo perché, guardando il tipico abbigliamento adottato da Donald Trump, il famoso miliardario americano, non posso pensare che sia casuale. Tale suo modo di vestire è infatti l’espressione di un potente simbolo di vittoria. Una giacca APERTA finalizzata a porre in risalto la VERTICALITÁ di una lunghissima CRAVATTA monocolore; uno stile adottato anche da Matteo Renzi per le occasioni importanti, dove le cose devono andare bene (per esempio, durante l’incontro con Junker del febbraio 2016).
Peraltro, casualmente (?) anche un vincente inossidabile come Maurizio Costanzo ha indossato sempre le sue giacche senza abbottonarle. Perché? Semplicemente perché una giacca abbottonata crea visivamente una grande freccia rivolta vero il basso con il bianco della sottostante camicia! L’invenzione della cravatta ha cercato di ridurre i danni "rompendo" tale freccia, concettualmente nefasta, con la verticalità ed il colore contrastante di essa cravatta. Un colore tanto più efficiente quanto più esso è simile a quello della giacca; ciò, per effetto di una continuità strutturale tra giacca e cravatta, che in tal modo si determina e che in tale modo neutralizza il potere nefasto della citata freccia all’ingiù.
In pratica, con una lunga giacca aperta su una camicia bianca su cui appoggia una lunga cravatta, si percepisce visivamente una inconfondibile potente linea VERTICALE. Una linea, cioè, attinente le tante cose vincenti analogicamente associabili al significato del colore della cravatta; un colore esaltato dalle due lunghe righe parallele, verticali, bianche, create lateralmente ad essa dal contrasto cromatico offerto dalla camicia. È pensabile che i poteri codificati dalla mia Archetiposofia siano stati intuiti anche da altri.
Penso, per esempio, alla tipica sciarpa bianca che, dalla nuca viene fatta passare sopra le spalle e fatta liberamente scendere sul petto a creare, in tal modo, due prorompenti lunghe strisce verticali; un accessorio di abbigliamento ritenuto di grande eleganza ed adottato negli eventi mondani dell’Alta Società, dalle persone importanti. Per dovere di cronaca precisa, da parte mia ho cominciato a parlarne riservatamente nel 1986, e poi pubblicamente negli anni ’90 al Maurizio Costanzo Show.
Ho proseguito poi nella sintesi concettuale della mia Achetiposofia fino ai risultati esposti con il mio citato articolo "Archetiposofia, scienza della superstizione". Sempre come "informazione per la cronaca", va detto che la seconda nazione dopo l’Italia che accede al mio sito Internet è l’America (USA).
Chissà perché, tale fatto mi fa venire in mente il film "I 3 giorni del Condor" con Robert Redford. Mi pare di ricordare che, in tale film, il protagonista svolgeva la "professione del lettore": doveva leggere qualsiasi cosa che riteneva interessante per la CIA o qualcosa del genere. Questo avveniva una quarantina di anni fa; figuriamoci in che modi smisurati si potrebbe informare la CIA al giorno d’oggi con le comunicazioni globali che avvengono su Internet!
"Si potrebbe" è ovviamente un eufemismo; per me, infatti, l’incredibile sarebbe pensare che la nazione più potente del mondo NON SAPPIA TUTTO DI TUTTI!
I governi devono semplicemente FAR FINTA  DI ESSERE SORPRESI  per non ammettere la propria debolezza. Il fatto che gli USA  leggano quello che scrivo è solo la dimostrazione che in tale nazione ci sono anche persone molto intelligenti.
Peraltro, posso solo sperare che quello che esse leggono sia di loro gradimento. Altrimenti, per me sono "volatili senza zucchero (uccelli amari)", come diceva metaforicamente il comico Lino Banfi in un suo film!
Comunque, la parola Archetipo deriva dalla lingua greca antica che significa "primo tipo" o "tipo antico"; cioè quello da cui è derivato il secondo tipo, il terzo tipo, eccetera. Tale fatto fa capire chiaramente che, attorno ai significativi concetti di tale parola, "l’uomo sapiente" greco cominciò a porsi delle domande già migliaia di anni fa.
Anche la parola SIMBOLO deriva dal greco e significa SEGNO. Tali definizioni sono tratte dal "Dizionario della lingua italiana Fernando Palazzi". In riferimento alla parola SIMBOLO si legge quanto segue:
"Segno o figura di cosa materiale, o la cosa stessa, presi a rappresentare cosa morale, concetto o personaggio: la croce è il simbolo della fede cristiana, il cane è il simbolo della fedeltà, la bandiera è il simbolo della patria".
Il citato dizionario è un po’ vecchiotto (1939) ma è splendido perché, a differenza dei dizionari moderni, riportava le parole con l’originale alfabeto greco.
Peraltro, da quei tempi, si è avuto modo di far affrontare filosoficamente e psicologicamente i citati temi da tantissimi pensatori.
Ci si può rendere conto di ciò consultando le moderne enciclopedie: una "vastità meravigliosa" che mi fa rendere opportuno riportare un mio aneddoto biografico.

Noiosi riferimenti autobiografici giustificativi
Quando ero un bambino di circa otto anni, mentre stavo leggendo serenamente la storia della Rivoluzione Francese, ebbi una folgorazione sul concetto della morte. Come quando ci si dà una martellata su un dito, l’azione fu brevissima: emisi un urlo, piansi dallo spavento e, dopo un po’, tutto passò e continuò come se nulla fosse successo.
Sennonché quando divenni uno spensierato e allegro giovinetto di circa 16 anni, si ripeté inaspettatamente un fatto analogo. Era una sera d’estate; ero a letto e mi accingevo serenamente a dormire quando, senza alcun fatto evocativo specifico, i miei pensieri furono travolti da un pauroso gorgo istantaneo e si schiantarono nel concetto della morte!
Questa volta "la martellata" era stata distruttiva.
Mi aveva distrutto il senso della vita. Non aveva più senso che io studiassi per avere un diploma da Perito Industriale. Non c’era più niente che mi interessasse: rinunciai perfino alla mia splendida fidanzatina che avevo orgogliosamente conquistato!
Avevo deciso che sarei diventato un frate eremita; per allontanarmi da tutto e da tutti; in attesa di morire per andare nel paradiso dove c’era Dio. Non che io fossi molto convinto che esistesse, ma solo per il fatto che, ormai, la mia vita non valeva più niente: potevo pertanto buttarla via zappando l’orto di un convento! Sennonché mio padre, un povero falegname che aveva sempre lavorato 25 ore al giorno per 500 giorni all’anno (faceva gli straordinari……), questa mia intenzione di farmi frate la prese molto male, cosicché io non riuscii a dargli tale dispiacere.
In modo saggio, egli mi chiedette di completare gli studi fino al Diploma e poi, se fossi stato ancora della stessa idea, egli avrebbe accettato tale mia scelta. Lo accontentai.
Nei due anni seguenti, ricordo che ricercavo teologi e filosofi che fossero in grado di dare risposte logiche alle mie domande escatologiche. Ma non le trovai. Dovevo cercarle io. Da solo.
Questo preambolo biografico è utile per capire la mia condizione psicologica dopo che presi il fatidico Diploma (con il massimo dei voti, per non correre rischi, ma studiando solo l’ultimo mese perché avevo altre cose a cui pensare…..).
La prospettiva di diventare frate cominciava ad essermi poco attraente. I miei genitori erano molto comprensivi (come lo è qualsiasi genitore che si ritrova un figlio impazzito…), cosicché decisi di intraprendere una condotta di vita che conciliasse i loro desideri, di persone semplici, con le problematiche di un figlio che pensava sempre alla morte.

L’esigenza di una ricerca scientifica rigorosa
La ragione di questo volo pindarico su aspetti della mia gioventù sta nella mia necessità di giustificare la specificità di quella che io ho chiamato Archetiposofia (sapienza sugli archetipi). Infatti, come ci si può rendere conto leggendo ciò che dicono le enciclopedie (o i libri da esse citati), i concetti di Archetipo e di Simbolo, sono molto profondi.
Troppo profondi! Talmente profondi che dicono tutto ed il Contrario di Tutto!
Questa situazione è la stessa in cui mi trovai durante il citato compulsivo periodo giovanile.
In tale periodo volevo sapere tutto di tutto, per trovare una ragione che giustificasse la mia vita.
Più approfondivo un qualsiasi argomento, però, più mi rendevo conto che esso era vuoto, basato su opinioni di filosofi e di scienziati che erano in totale contraddizione.
Al punto che le mie domande fondamentali, generalmente, non traevano alcuna risposta univoca.
La scienza contemporanea di allora era un groviglio di contraddizioni. Anche allora, come oggi, il Sapere era esposto con una vastità smisurata: su di un qualsiasi argomento, non si aveva materialmente il tempo per leggere tutto quanto era stato detto o scritto. Ma soprattutto, quello studio di un Sapere smisurato, creava dilemmi: è vera la risposta A o è vera la risposta B? E se fossero entrambe sbagliate?
La presenza protratta di tali dilemmi costituisce la ragione di questo mio preambolo biografico.
Di fronte a tale situazione, decisi che avrei cercato le risposte alle mie domande esistenziali partendo da zero!
Anzi partendo da un fatto; un fatto indispensabile senza il quale sarebbe stato impossibile partire.  Tale fatto era che la psiche e la materia erano legate in modo reversibile; ogni modificazione dell’una creava una modificazione nell’altra. Lo avevo dedotto dal fatto che non si può ridere senza che la materialità del volto si modifichi ad esprimere la spiritualità del sentimento costitutivo della gioia.
Ciò significava che si poteva modificare lo spirito, l’anima, la cognizione dell’esistenza, agendo sulla materialità del corpo. Il problema era dunque nel COME FARE.
Esaminai le conoscenze dell’Universo partendo da poche cognizioni essenziali che fossero le più valide possibile; mi basai su miei severi criteri personali che rifiutavano, a priori, tutto ciò che era ufficialmente santificato.
Solo così avrei evitato di scivolare su quelle strade del Sapere che finivano nel niente!
Per me, ogni cosa doveva avere una sua collocazione che fosse coerente con  quella di tutte le altre cose dell’Universo.
Con tale impostazione concettuale riuscii a creare la Psicostasìa Fisiognomica.
Per la prima volta nella storia umana, ero riuscito a conoscere le leggi che legano la materia universale ad una propria psiche; una psiche identificabile in quella cognizione esistenziale senza la quale non è concepibile la capacità, di qualsiasi espressione materiale, di evolversi mediante scelte aggregative.
Con tale impostazione concettuale di serietà assoluta, riuscii a concepire un Universo che fosse aperto ad indagini in cui, la vita, poteva teoricamente accedere ad un senso dell’eterno, in cui poteva giustificare razionalmente una speranza nel futuro.
Così, sono riuscito almeno a diventare vecchio. Così spero di aver fornito all’umanità concetti nuovi che possano essere utili alle future generazioni: per allargare il senso della vita fino a dimensioni divine.
Queste divagazioni si collegano alle conoscenze della Archetiposofia, in ragione delle verità sintetiche derivanti dalla specificità del metodo di studio da cui sono derivate.

Il punto senza spazio e senza tempo dove comincia la realtà
A studiare ciò che è stato detto da scienziati e filosofi famosi sui simboli e sugli archetipi, si acquisiscono nozioni vuote. Sulla forma di una moneta, ci saranno sempre quelli che dicono che le monete sono tonde, e ci saranno sempre anche quelli che dicono, invece, che le monete sono rettangolari.
Hanno ragione entrambi ed hanno torto entrambi, fino a quando non capiranno che tali forme derivano da punti di osservazione differenti, che consentono di definire la forma delle monete addirittura ellittica. In altre parole, all’infinità del nozionismo contemporaneo mancano gli elementi concettuali che consentono l’unificazione di ciò che è molteplice.
È un po’ come quello emerso dalle ricerche sulla fisica.
In base alle mie teorie, la materia non esiste. Esiste solo l’energia elettromagnetica e la sua energia complementare che è l’energia psichica.
Quella che noi chiamiamo materia è solo uno dei tanti aspetti offerti dall’energia elettromagnetica quando viene osservata da strutture di riferimento evolutivamente poco sviluppate, quali sono le strutture psicobiologiche dell’essere umano. Se l’essere umano fosse più evoluto, la materia come la conosciamo attualmente non esisterebbe più. Esisterebbe un altro tipo di materia che, dagli umani, sarebbe irriconoscibile e considerata perciò "non-materia". Queste affermazioni che potrebbero sembrare folli, sono, invece, ciò che in altri modi ha evidenziato la Fisica: lo sviluppo di essa divora miliardi di dollari e, con ciò, rende blasfemo qualsiasi giudizio negativo su di essa.
Millenni or sono si ritenevano esistenti solo gli atomi, cioè particelle materiali singole indivisibili (come dice la parola a-tomos, cioè senza possibilità di taglio). I fisici moderni hanno invece appurato che tale atomo (elemento chimico) non è un "pezzetto di qualcosa", bensì una specie di nuvola formata da singoli "pezzettini di qualcosa" (chiamati elettroni) che orbitano attorno ad un insieme di altri pezzettini molto più pesanti costitutivi di un "grumo" (chiamato nucleo).
Tra tale nucleo e gli elettroni c’è solo uno spazio immenso in cui interagiscono vari tipi di forze (forze elettriche, forze magnetiche, forze gravitazionali, forze centrifughe, eccetera).
Il diametro dell’atomo è centomila volte più grande del diametro del nucleo; la massa di un protone è 1836 volte maggiore di quella di un elettrone.
Poi, studiando, studiando, il fisico Gell-Mann ha dedotto che le particelle riunite nel citato grumo, sono in realtà a loro volta formate da "altre sei cose" chiamate quark, dove il concetto di materia comincia ad essere molto vago.
Ciò, per spiegare il gran numero di particelle di nuovo tipo che venivano rivelate durante le "collisioni" create dagli acceleratori di particelle. Questo modello dei Quark tuttavia non spiegava certi fenomeni, cosicché dovette essere formulata l’ulteriore teoria della "Cromodinamica quantistica", o QCD, introducendo altri concetti. Di fatto, con i quark, l’infinitesima quantità di massa indivisibile dei singoli protoni veniva resa ulteriormente più piccola!
Studiando, studiando, per cercare di spiegare tutti i fenomeni che man mano venivano rilevati dalle ricerche sperimentali basate sulle potenziali collisioni generate dagli "acceleratori di particelle", si è avanzata addirittura la "teoria delle stringhe". Con tale teoria, i soggetti non sono le particelle elementari bensì "stringhe"; aperte oppure chiuse, che si propagano in uno spazio-tempo a 10 dimensioni (super stringa) o a 26 dimensioni (stringa bosonica). Con tale teoria le particelle elementari corrispondono ai modi di vibrazione delle stringhe, che creano pertanto la massa e l’energia delle particelle. Si è così giunti alla ipotesi che la materia è fatta da vibrazioni strane: ovvero, che il fattore primo non è una massa infinitesima, bensì una vibrazione elettromagnetica. Si è giunti cioè alla stessa conclusione a cui ero arrivato io con ragionamenti differenti in altri campi. Con tale conclusione vorrei evidenziare che, il mio il mio modo di conoscere la realtà dell’Universo partendo da zero, ha dimostrato di funzionare.
Le precedenti conclusioni della Fisica sulla difficoltà di trovare la concretezza della massa sulla materia possono conferire un significato concreto alla mia affermazione che gli Archetipi creano la realtà. Le citate conclusioni si riallacciano infatti al senso della magia, nella misura in cui evidenziano un "luogo concettuale" in cui la massa si identifica con la psiche; ovvero la concretezza si crea con il pensiero, con la spiritualità dell’inconscio.
La mia citata opinione sul fatto che la comune concezione filosofica degli archetipi sia vaga e contradditoria (vuota) è dimostrata dal fatto che Grandi Aziende, importanti Partiti Politici, nonostante si avvalgano di "Studi di Immagine e di Comunicazione" pregni di riferimenti di psicologia e di filosofia della percezione (atti a giustificare i loro Servizi forniti ai notori elevati costi) usano marchi, immagini, slogan contenenti la Sconfitta di chi li usa.
È un po’ come la Medicina, dove ci sono medici che guariscono le malattie e altri che le creano.
Io ho lavorato per 17 anni in un grande Ufficio Brevetti dove, tra l’altro, mi occupavo anche della registrazione e della difesa dei Marchi, in Italia ed all’estero.
A seguito di tale mia posizione professionale, avevo tra i miei Clienti anche società specializzate in "comunicazione visiva". In tale senso, ero una "persona informata dei fatti". Così potevo stabilire in anticipo (avvalendomi delle mie personali conoscenze sugli Archetipi) quali marchi erano vincenti e quali erano destinati a scomparire (con il prodotto o con l’azienda). Così pure, potevo entrare in rapporto confidenziale con i miei clienti e, rispettosamente, rendermi conto su cosa basavano le loro creazioni figurative. Sulla base di questi fatti, posso dunque concludere con la seguente affermazione.
Nel mio articolo "Archetiposofia, scienza della superstizione", ed in quanto di seguito verrà esposto in questo articolo, sono contenute opinioni MIE; cioè opinioni personali, che nascono da miei studi, e che prescindono dalle opinioni di eventuali altri esperti. Ciò non significa che io ho ragione e che gli altri abbiano torto. Potremmo dire cose analoghe: nel senso che potrebbero esserci altre persone che abbiano autonomamente intuito le mie stesse cose. Io dico solo che quanto dico io è sostanzialmente vero; le cose dette da altri sono sostanzialmente vere se assomigliano a quelle dette da me….

I sensi quali strumenti per conoscere il futuro
Gli archetipi sono simboli atti ad esprimere occultamente un avvertimento in modo immediato.
Consegue da ciò che, tali simboli, devono essere molto semplici, essenziali, affinché il loro significato possa essere colto inconsapevolmente a colpo d’occhio.
La funzione di tali archetipi è analoga a quella degli altri notori organi di senso: la vista, l’udito, il tatto, l’olfatto, il gusto.
Tutti questi sensi sono finalizzati a far conoscere razionalmente cosa c’è attorno all’individuo, affinché egli possa scegliere le azioni migliori per raggiungere i propri scopi futuri.
I sensi devono cioè avvisarci di ciò che ci potrebbe accadere tra un secondo, tra un minuto, tra un’ora; essi sono sostanzialmente una guida della nostra vita.
La vista per esempio, ci consente di vedere un pugno in arrivo sulla nostra faccia per consentirci di schivarlo. L’udito ci consente di sentire un treno che sta arrivando, per consentirci di spostarci dai binari allo scopo di non essere investiti.
Il tatto ci consente di sentire la consistenza materiale di qualcosa vicino al nostro corpo, per individuarlo, allo scopo di accettare o rifiutare il contatto con esso a seguito di una valutazione della sua utilità, oppure pericolosità.
L’olfatto ci consente di sentire le puzze (tipiche delle cose morte in putrefazione o comunque che, in futuro, potrebbero essere nocive alla nostra salute con un contagio infettivo) allo scopo di farci allontanare da esse.
Il gusto ci consente di stabilire se un qualcosa che mangiamo è buono oppure disgustoso e, come tale, se potrebbe farci vomitare o intossicare in un futuro vicino.
Come tali cinque sensi, anche gli archetipi svolgono una funzione finalizzata ad avvisarci su ciò che ci potrebbe capitare nel futuro, costituendo così un ulteriore senso.

Gli archetipi della verticalità e dell’orizzontalità
Facciamo un esempio. Immaginiamo di camminare lungo una strada in cui camminano normalmente anche altre persone, che vanno e vengono.
Immaginiamo poi che, strada facendo, incontriamo delle persone distese a terra.
Ovviamente tale fatto ci sorprende, ma soprattutto ci allarma. Perché? Semplicemente perché, se tali persone sono distese a terra, o stanno male o sono morte! E ciò succede nella stessa strada che stiamo percorrendo anche noi! Questa strada ha in sé dei pericoli nascosti.
Se per varie ragioni dovessimo proseguire nel nostro cammino, proseguiremmo lo stesso, ma pensando alla cosa strana che abbiamo visto.
Ciò che abbiamo visto, sarà stato da noi sicuramente esaminato in modo da conoscere il perché delle persone distese a terra, ma fondamentalmente siamo stati comunque allertati da un archetipo: l’archetipo dell’orizzontalità.
Infatti, le nostre esperienze ancestrali o istintive (qualcuno potrebbe dire codificate dal nostro DNA…) fanno ormai parte della nostra singolarità di persone e ci informano che, quando qualcosa di tipo vivente è orizzontale, è "perché non ha più la forza di mantenersi eretto come fanno tutte le forme di vita della Terra". Infatti, per prima cosa, esse devono vincere la forza gravitazionale, ed impossessarsi così della direzione verticale.
Ciò lo fanno integrandola nelle dimensioni del proprio corpo. In questo modo, esse acquisiscono una instabilità strutturale che richiede l’ausilio di un intervento cosciente, per trasformarla in una stabilità provvisoria. Per esempio, l’uomo sta in piedi solo perché è sveglio e vivo; se si addormentasse o se morisse, egli cadrebbe disteso orizzontalmente al suolo.
Gli animali si ergono allontanando loro parti dalla superficie del suolo (cioè dalla Terra), proprio vincendo la forza gravitazionale mediante azioni rese possibili dal fatto che essi sono vivi.
Tale proprietà vale anche per i pesci che, nonostante non cadano sul fondo del mare, hanno il senso della verticalità; tale loro sensibilità deriva dal fatto che, risalendo verso la superficie dell’acqua, essi sentono ridursi la pressione idrostatica che avvolge il loro corpo.
Una variazione di pressione creata dal peso dell’acqua sovrastante i differenti livelli di immersione.
Un peso creato dall’accelerazione di gravità; un peso agente su qualsiasi cosa che esiste sulla Terra.
Un’accelerazione di gravità che ha sempre la direzione verticale attinente la radialità di essa verso il centro (baricentro) della massa sferoidale della Terra.
Ecco, pertanto, che la verticalità esprime una reazione vitale, mentre l’orizzontalità esprime una assenza di reazione vitale, ovvero qualcosa di attinente la morte.
Sintetizzando il significato di tali due archetipi, si può dire che la verticalità è l’archetipo del SI (archetipo della capacità di reazione vitale alla distruttività centripeta, schiacciante, esercitata dalla forza gravitazionale). Per contro, si può dire che l’orizzontalità è l’archetipo del NO (archetipo della incapacità di reagire alle ostilità ambientali, e quindi della resa mortale).
Queste elucubrazioni mentali sono più semplicemente dimostrate dal seguente fatto.
Se chiedessimo a chiunque di fare un cenno con la testa per dire SI, costui muoverebbe la testa con movimento verticale.
Se, per contro, chiedessimo a chiunque di fare un cenno con la testa per dire  di NO,  costui muoverebbe la testa con un movimento orizzontale.
Ciò avviene, appunto, perché chiunque di noi ha la capacità di interpretare gli archetipi dell’orizzontalità e della verticalità (derivante dall’integrazione fisiologica della forza gravitazionale).
Tutto ciò che è verticale indica vita, vittoria, dinamismo, positività. Tutto ciò che è orizzontale indica morte, sconfitta, negatività, contrarietà, staticità.
Per "tutto" si intende semplicemente TUTTO: qualsiasi oggetto, disegno, costruzione, abbigliamento….tutto!

Gli archetipi delle frecce
Come più adeguatamente illustrato dal mio citato articolo (
ARCHETIPOSOFIA, Scienza della superstizione), dagli archetipi della verticalità e dell’orizzontalità derivano altri archetipi fondamentali: quelli delle FRECCE indicative del "verso l’alto" e del "verso il basso".
Per esempio, la tipica forma del cuore, usata comunemente per esprimere amore, in realtà è un simbolo di sfortuna. Una sfortuna che avvolgerà negativamente tutto ciò che avrà attinenza o rapporti con tale "cuore": se odiate qualcuno e volete che gli succedano cose brutte, regalategli il disegno di un bel CUORE! La sua forma rievoca infatti una freccia rivolta verso il basso, una tendenza verso la sofferenza, verso la morte.

Gli archetipi delle linee inclinate
Gli archetipi della verticalità e dell’orizzontalità sono legati (in ragione dell’esistenza della forza gravitazionale) anche alle INCLINAZIONI delle linee rette.
Tali linee hanno un valore che deriva da una associazione mentale di esse a ciò che è il simbolo della vita: il movimento.
Le linee rette inclinate possono infatti esprimere o piani percorsi con un movimento verso l’alto, oppure piani percorsi con un movimento verso il basso.
Il verso con cui tali piani possono essere percorsi è quello con cui una discesa viene distinta da una salita.
C’è una famosa canzoncina popolare ironica avente il seguente testo: "Ci vuole un colpo di culo, se no la discesa va sempre in salita!"
Da tali parole si capisce che, un piano inclinato, può essere sia una discesa che una salita; la possibilità di esprimere l’una oppure l’altra dipende dal verso in cui, tale piano inclinato, viene percorso. Da un punto di vista essenziale, tuttavia, tale verso dipende dalla citata forza di gravità.
Dicesi "discesa" quel piano inclinato in cui i corpi appoggiati su di esso rotolano o scivolano verso il basso per effetto del loro peso (cioè per effetto della forza gravitazionale che agisce su di essi).
Dicesi "salita" quel piano inclinato che, per creare il movimento di un corpo appoggiato su di esso, richiede un’energia specifica al corpo stesso; un’energia che superi l’energia connessa alla forza gravitazionale. Tale energia è quella fornita dal motore di un’automobile; oppure l’energia espressa dalla fatica, che si deve fare se si deve percorrere una salita pedalando su una bicicletta.
Fondamentalmente, dunque, esistono due inclinazioni: l’inclinazione di Discesa e l’inclinazione di Salita.
L’inclinazione di discesa è quella che conduce a livelli sempre più bassi (la morte).
L’inclinazione di salita è quella che conduce a livelli sempre più alti (la vita). Tale inclinazione di salita, essendo quella che richiede l’impiego di un’energia da parte del corpo (il soggetto in termini astratti), è quella in analogia con i concetti di reattività vitale precedentemente esposti.
Come esempio sintetico, della presenza memorizzata in ciascuno di noi di tali archetipi, si può citare il seguente fatto.
Se chiedessimo ad una persona qualsiasi di tracciare una linea tra i tipici assi cartesiani orizzontale e verticale  (un usuale diagramma) che esprima una CRESCITA , un AUMENTO, tale persona traccerebbe una linea che da un punto posto "in basso a sinistra" giunge ad un altro punto posto "in alto a destra".
Per contro, se tale persona dovesse tracciare una linea di CALO o RIDUZIONE di una qualsiasi cosa, tale persona traccerebbe una linea che da una posizione "in alto a sinistra" giungerebbe ad una posizione  di "in basso a destra".
Tali archetipi delle inclinazioni dimostrano che, nel corpo umano, è integrata percettivamente una ulteriore direzione che è perpendicolare a quella dall’alto-basso posseduta dalla forza gravitazionale.
Tale direzione perpendicolare può essere tratta da una delle due direzioni, perpendicolari tra esse, presenti nel piano orizzontale costituito dalla superficie terrestre. Tali due direzioni sono le seguenti: quella EST-OVEST attinente il sorgere ed il calare del Sole, e quella NORD-SUD attinente il flusso magnetico che lambisce (come un vento) la superficie terrestre. Convenzionalmente, tale flusso magnetico esce dal polo NORD per essere risucchiato dentro la Terra infilandosi nel polo SUD: ciò avviene secondo la direzione tipica dei meridiani geografici. La presenza strumentalmente rilevabile (ago della bussola) di tale direzione del flusso magnetico, apparentemente inesistente quanto imprescindibile, è utile per capire anche il senso dell’invisibilità degli archetipi.
Anche se dovessimo trovarci su un piano disposto inclinato, la percezione delle inclinazioni delle altre cose da noi percepite viene sempre riferita ad un piano teorico invisibile che è quello orizzontale, stabilito dalle due direzioni EST-OVEST e NORD-SUD.
La invisibilità di tali due direzioni (il moto del Sole è troppo lento ed il flusso magnetico non è concretamente apprezzabile dai nostri sensi) conferma il fatto che gli archetipi rientrano in ciò che è definibile la "sfera dell’inconscio". Tale sfera è costitutiva di un mondo parallelo (o complementare) che interagisce con il mondo della coscienza e della razionalità al fine di creare l’UNITÁ ESISTENZIALE.

La Leopolda del 2013
Leopolda è il nome di un allegro raduno politico dei sostenitori di Matteo Renzi.
Tale nome è tratto da quello di una omonima antica stazione ferroviaria di Firenze.
Il citato raduno politico è ovviamente finalizzato a fare propaganda al suo ispiratore o destinatario, cioè Matteo Renzi.
Costui è un giovane, dinamico, brillante, bello, simpatico, che è giunto ad elevatissimi livelli politici in modi più unici che rari.
È dunque consequenziale che, su uno (2013) di questi raduni (che era propedeutico alle imminenti elezioni primarie finalizzate a designare il Segretario nazionale del Partito Democratico) fosse particolarmente rivolta l’attenzione di tutti i giornali e televisioni.
Tale raduno era particolarmente importante, giacché da esso dipendeva la scalata ai massimi poteri politici italiani ed ai poteri sommersi (la scelta dei vertici delle massime strutture industriali, economiche, pubblicitarie).
Come già detto, io non mi occupo di politica; pertanto, tale Leopolda non avrebbe suscitato in me alcuna attenzione se….se non fossi stato sorpreso dalla scenografia di essa, dal suo simbolismo eclatante. Un simbolismo che, o era la creazione di un genio, o era l’applicazione delle mie scoperte sul potere dei simboli; peraltro, su tali scoperte avevo precedentemente pubblicato sul mio sito internet (nel 2012) un  mio articolo "Archetiposofia, scienza della superstizione".
In tale articolo erano evidenziati i simboli negativi alla base dell’avvenuto tracollo elettorale del Partito Democratico: la sua sede accessibile da una scala esterna dotata di inclinazione negativa e per di più con balaustra fatta di croci, il colore adottato da Veltroni per il suo tour propagandistico in pullman, il simbolo in cui mancava la D di "Democratico" (alla estrinsecazione di tale significato simbolico ha provveduto subito dopo Renzi, accentrando solo su di sé tutti i poteri del partito…).
Ebbene, incredibilmente, nella scenografia della citata Leopolda il simbolo del Partito Democratico fu scrupolosamente tolto; gli slogan erano scritti con l’inclinazione positiva (dalla sinistra-basso alla destra-alto) o di crescita. Infine, rimasi allibito dalla genialità con cui i miei concetti esposti erano stati sintetizzati nella R del nome Renzi, ad esprimere una potenza occulta massima!
Se qualcuno voleva un esempio del potere dei simboli, nella citata Leopolda trovava il meglio! Ci si potrebbe chiedere se è il simbolismo della Leopolda che ha reso Renzi un "grande vincente", oppure se è il Renzi che è un grande vincente per la sua intrinseca personalità che gli ha fatto avvicinare, conoscere, scegliere quelle specifiche persone o società pubblicitarie proponenti i simboli vincenti da lui poi adottati.
A questo punto, il congratularsi con Matteo Renzi per le sue scelte è la cosa più corretta che si potrebbe fare.

Il successo derivante dalla capacità di intuire l’utilità delle cose
Come è noto, il successo sociale delle persone è determinato dai seguenti fattori: giovinezza, elevata statura, bellezza, simpatia, appartenenza ad un livello sociale ricco, o sufficientemente elevato per avvicinarsi a chi è anche più potente.
La simpatia è facilmente creabile da chi è spontaneamente predisposto a sorridere; se poi si ride a bocca aperta si crea un’apoteosi di simpatia, giacché si esprime l’innocuità massima di chi è già felice e non ha bisogno di fare niente di male contro il prossimo. Si esprime cioè la capacità di amare massima: in pratica mediante il sorriso si esprime una trappola con cui impossessarsi della volontà delle "persone semplici". Non è un caso che gli uomini, per poter fottere una donna devono prima rivolgere ad essa tanti grandi sorrisi!
Per diventare "ricchi e famosi" gli individui sono disposti a ruoli subalterni e, pertanto, ossequiano chi ha un potere maggiore.
Queste caratteristiche Matteo Renzi le ha tutte.
In più, però, in questo articolo è illustrato un ulteriore fattore che sta alla base del suo successo; un fattore molto importante, perché senza di esso gli altri fattori sopra citati diventerebbero insignificanti.
Tale ulteriore fattore è costituito dalla sua capacità di intuire l’utilità delle cose.
Benché ciò potrebbe apparire ovvio, in realtà è il fattore più sottile, sfuggente.
Un esempio di tale capacità è dimostrato da Matteo Renzi nella sua scelta di uno "Studio Grafico o di Immagine" che avesse la rara intuizione di capire l’incredibile importanza del mio citato articolo "ARCHETIPOSOFIA, scienza della superstizione".
A seguito di ciò, tale Studio Grafico (la cui esistenza è solo una mia ipotesi e che pertanto tale Studio Grafico potrebbe essere espresso da semplici persone "in ombra" che gli abbiano rivelato l’incredibile potere degli Archetipi) ha rivestito Matteo Renzi di quell’aura magica di invincibilità che lo ha portato ad avere il potere assoluto che ora possiede.
L’elemento chiave di tale aura magica è costituito dalla R iniziale del nome Renzi: tale R è stilizzata in modo che esprima un movimento di crescita verticale (punta della freccia verso l’alto) e continuo (la rotazione implicita nell’arco circonferenziale che segue la citata punta della freccia): vedasi
figura 1. In tale freccia, peraltro, si può vedere che in essa confluiscono tre "grandi" strade. Quella proveniente da destra simboleggia la circolazione, il movimento, l’attività creata dal suo partito politico PD. Quella proveniente da sotto, dal lato destro, simboleggia un grande sostegno obliquo, derivante dalla cooperazione delle due componenti "comunista e fascista"; tale sostegno è quello fornito dal Vaticano. Quella verticale proveniente da sotto, posta sul lato a sinistra, essendo verticale è il sostegno più importante; senza tale "strada-sostegno" l’attività continua del partito PD non esisterebbe, perché simbolicamente precipiterebbe verso il basso; tale sostegno verticale esprime simbolicamente il potere economico degli USA che mantiene in vita l’Italia. Che piaccia oppure no, che lo si sappia oppure no, non ha alcuna importanza: l’Italia è una cosa degli USA della quale possono farci quello che vogliono; gli USA sono come un iceberg, di essi si vede solo la piccola parte che sporge.
Se tale ipotesi interpretativa dovesse apparire esagerata, le tre strade della R (confluenti a creare il successo espresso dalla freccia), potrebbero essere altrettanto validamente simbolizzate dalle 3 parti politiche sostenenti il Governo Renzi: il Partito Democratico, il Nuovo Centro-Destra di Alfano, Forza Italia di Berlusconi (il misterioso quanto equivoco patto del Nazareno). Peraltro, tale ipotesi parallela verrebbe confermata dal fatto che, quando venne poi a mancare il sostegno di Forza Italia, il citato potere "TRINO" della freccia ha creato un elemento sostitutivo mediante l’anomalo subentro del gruppo di Verdini.
A proposito di tale freccia, si può vedere che essa non ha una forma generica, ma quella definita con precisione da uno "stabile" triangolo con la punta verso l’alto. Quel triangolo stabile presente sui frontoni di tutte le chiese e presente (chissà perché) al di sopra di tutte le finestre importanti (per esempio, quella da cui si affaccia il Papa)!
L’elemento onnipresente nella scenografia di Renzi era la inclinazione all’insù (verso destra-alto) delle parole-slogan: vedasi figure 2,
3, 4, 5, 6, 7; vedasi anche la Fig. 8, attinente l’inclinazione eloquente con cui è scritta la dicitura "Scuola di formazione politica del PD" (peraltro scritta con il colore rosso dell’energia, della lotta….).

Esempi di archetipi nefasti
Se quanto finora detto sul potere delle inclinazioni di cui sono dotate le immagini sembra incredibile, allora è opportuno valutare altri esempi. Tra questi è emblematico lo stemma della Regione Campania illustrato dalla
figura 9.
Non voglio usare brutte definizioni per questa regione, per una forma di sincero rispetto verso i campani, ma di sicuro si può dire almeno che è una regione sfortunata al massimo: proprio come esprime graficamente il suo stemma!
Infatti, tale stemma è semplicemente espresso da una eclatante linea obliqua nel verso della discesa, o verso negativo (dall’alto-sinistra al basso-destra)!
Se ciò non fosse sufficiente, prendiamo un’altra regione tipicamente sfortunata , quale è la Sicilia: ebbene, il suo stemma Trinacria illustrato dalla
figura 10 è costituito dalla figura inquietante di tre gambe con una testa umana al centro; questo insieme di parti umane indipendenti e quasi legate ad "incaprettare" la testa con arbusti, si staglia su uno sfondo rosso e giallo, diviso a metà da una linea che è dotata della inclinazione obliqua secondo il verso di discesa, già indicato come negativo.
Dando  poi  un’occhiata  agli stemmi delle città italiane, vediamo che la città con lo stemma peggiore è Roma: dalla
figura 11 si vede infatti una corona reale di larghezza maggiore di cosa è posto al di sotto (e con ciò crea già una freccia indicatrice della negatività della caduta); tale "cosa" risulta poi essere uno scudo con la punta verso il basso, percorso da una scritta SPQR (il cui significato probabile Senatus Populis Quintes Romani è posto archetipicamente ad esprimere l’inutilità in quanto sconosciuto dalla collettività….) disposta secondo l’obliquità negativa già illustrata, e preceduta perfino da una croce (che già di per sé è un simbolo di morte, ma che per di più rende più lunga la linea obliqua).
I recenti scandali che riguardano ROMA hanno illustrato chiaramente le condizioni in cui si trova: tanto potere (la corona), tanta ricchezza (espressa dalla raffinatezza dello scudo), ma in un destino di ineluttabile decadenza sintetizzato proprio dalla inequivocabile  freccia verso il basso espressa dallo scudo! Per cambiare il destino di tale città sarebbe sufficiente un SAPIENTE restyling dei suoi simboli…..

Per quanto riguarda il potere delle linee inclinate, la negatività della inclinazione di discesa è stata appurata anche dai partiti politici che l’hanno inconsapevolmente adottata nel loro simbolo.
Il Partito Radicale, per esempio, dopo aver adottato la caotica immagine con la faccia di Gandhi (scritta con parole in tante lingue sconosciute e con le parole Partito Radicale) è praticamente scomparso dalla scena politica.
A tale immagine, illustrata dalla
Fig. 12, sono stati poi affiancati altri simboli negativi (figure 13, 14), dei quali è sufficiente rilevare le parole che scendevano sempre dall’alto verso il basso (appunto).
Anche il Partito Comunista, che notoriamente ha percentuali minime, predilige la citata inclinazione nefasta della discesa: vedasi le
figure 15  (notare l’asse dell’asta e della bandiera romboidale) e 16 (notare la G a sinistra che è posta più in alto della C posta a destra).

Riferimenti di Psicostasìa Fisiognomica
Tornando all’esempio "MATTEO RENZI", quanto finora detto può essere riassunto dai seguenti fatti, evidenziati dalla Psicostasìa Fisiognomica.
Matteo Renzi ha la peculiarità di una punta del suo naso rivolta a destra, la quale orienta le sue scelte di vita alla creazione di quegli "ambienti deboli" che gli sono necessari per la estrinsecazione delle sue esigenze di dominio.
Infatti, come codificato dalla Psicostasìa Fisiognomica, gli Ambienti Deboli sono quelli ubicati nella punta del naso.
Tale orientamento delle sue scelte vincenti è supportato da una struttura comportamentale di acquiescenza o flessibilità o "cedimento buono" nei confronti di Ambienti Forti (grandi lobi delle orecchie) abbinata ad una durezza sporgente attuativa di brutalità, spigolosità, litigiosità nei confronti degli Ambienti Deboli (nervature delle orecchie che sono sporgenti nella parte alta di esse).
Il citato orientamento delle sue scelte vincenti può, peraltro, disporre di enorme vigore (energia fisica di movimento) nelle situazioni di Ambienti Forti (labbro inferiore molto everso, sporgente, nella zona centrale della bocca); ciò gli consente di neutralizzare completamente altre sue tendenze comportamentali altrimenti ostative al successo.
La struttura psicofisica ora descritta è evidentemente la base fisiologica dei suoi successi: egli è una "macchina" che deve assolutamente vincere, deve assolutamente dominare; per lui la sconfitta non è mai accettabile, nemmeno come ipotesi.
Egli ha bisogno di comandare come gli umani hanno bisogno di respirare.
Questa sua esigenza prorompente gli fornisce conseguentemente anche un intuito nelle scelte; un intuito magico che DEVE consentirgli di essere sempre vittorioso.
Tale intuito intrinseco (o sensibilità verso le affinità) lo ha portato conseguentemente a scegliere gli archetipi vincenti.
Quegli archetipi, cioè, capaci di creare realtà di vittoria: semplicemente per magia!
La realtà degli eventi sembra una conseguenza della logica, ma è invece una configurazione virtuale, in cui fluiscono immagini percepite come cose materiali attestate da ogni evidenza.
Ecco pertanto che Matteo Renzi ha scelto di circondarsi di immagini vincenti, espressive di crescita. Tra di esse, fondamentale, è l’inclinazione positiva: quella inclinazione che, inconsciamente, è percepita come aumento, come vita, come una continua vittoria futura.
E così sia. Se non che…...le grafiche espressive degli archetipi alla base della scenografia propagandistica di Matteo Renzi alla citata Leopolda hanno un doppio significato: hanno un doppio soggetto.
Un soggetto è rivestito di positività, mentre l’altro soggetto è rivestito di negatività.
Tali affermazioni richiedono una spiegazione che le renda più chiare.
Se osserviamo la
Fig. 2 essa contiene le diciture "cambia verso. Renzi"; poi ci sono le diciture "Bari / sabato 12 ottobre ore 16. Fiera del Levante / centro congressi".
Tutte queste parole sono parole evidenti, chiare, disposte su un piano inclinato positivamente, verso una crescita.
Al di sopra dell’immagine di tali parole che viene percepita, c’è un’altra immagine: ci sono delle lettere dell’alfabeto che vengono lette "AI ATI" che, siccome sono vicine alla dicitura "CAMBIA VERSO"; compongono l’insieme AIATI CAMBIA VERSO.
Non si sa bene chi sia questo "Signor Aiati", ma di sicuro porta sfortuna, perché ha in sé tre simboli nefasti costituiti da due frecce schematizzate rivolte verso destra-in basso ed una piccola P maiuscola stilizzata con il suo asse nella citata direzione verso il basso e verso destra. Persone di buon senso potrebbero dire che, tali frecce negative, sono invece lettere L maiuscole rovesciate e la piccola P è nient’altro che un apostrofo rovesciato; tali persone potrebbero dire pure che la citata parola AIATI è in realtà la parola ITALIA a rovescio….rivolta all’indietro.
Sono d’accordo con tali persone, ma in un modo che si potrebbe definire preoccupato; infatti, sostanzialmente la Fig. 2 dice simbolicamente che, mentre Renzi va avanti alla grande, l’Italia va indietro, peggiora la sua condizione!
Va indietro, perché vengono creati elementi che spaccano l’Italia (la grande L centrale rovesciata, che crea due gruppi AI  e ATI) e, quella che è di fatto una parola ITALIA illeggibile, porta in sé gli elementi di diminuzione costituiti dalle due "L rovesciata-frecce negative". Detti elementi di diminuzione sono tali, nella misura in cui le scritte sottostanti sono percepite nel loro corretto significato che mostrano (direzione di usuale lettura da sinistra verso destra).
Ciò significa che le parole scritte a rovescio nei vari slogan, riportati nelle figure allegate, hanno un significato arcano (o inconscio) che è diverso da quello che, sicuramente in buona fede, si voleva conferire ad esse.
Se non altro, perché crea due realtà contrapposte che si accompagnano: la realtà che legge, per esempio, le parole BUROCRAZIA (
Fig. 4), PERDERE BENE (Fig. 5), RACCOMANDATI (Fig. 6), IL PALAZZO (Fig. 7)  e la realtà che legge, rispettivamente, le parole SEMPLICITÁ, VINCERE, BRAVI, LA STRADA.
In altri termini, il "soggetto RENZI" degli slogan avrà grande successo ma "ciò che non è lui" ne pagherà il prezzo.

La nuova sede del Partito Democratico
Da quanto finora detto appare comunque chiaro che lo Studio Grafico e di Immagine di Renzi è molto attivo. Questa mia deduzione deriva anche da ciò che, chiunque, può vedere dall’esterno guardando il corridoio di accesso alla nuova sede del PD di Largo  del Nazzareno (
Fig. 17). Da un punto di vista attinente il simbolismo, questa nuova sede è sicuramente migliore di quella precedente (descritta nell’altro mio articolo del 2012).
Al piano terra, questa nuova sede ha un corridoio aperto sull’esterno e che conduce all’interno.
Qualche tempo fa, tale corridoio appariva (
Fig. 17) con sue ampie pareti generalmente gialle. Tuttavia, a volte è apparso successivamente grigio, cosicché non so se tale colore giallo è derivato da una apposita illuminazione o da una intrinseca verniciatura delle pareti; in quest’ultima ipotesi si avrebbe un consolidamento delle positività del giallo. Questa colorazione è in ogni caso benefica.
Più complessa appare invece la interpretazione psicologica del massiccio pilastro quadrangolare, posto al centro di tale corridoio e con funzione strutturale portante (di solito tali pilastri vengono aggiunti per consolidare la struttura di edifici antichi). Tale pilastro sta infatti ad indicare sia un ostacolo verso l’ingresso della sede PD, sia un consolidamento di essa. In ogni caso esso attua una divisione a metà del flusso dei visitatori: si passa alla destra oppure alla sinistra di tale pilastro.
In tempi recenti si sono avute delle modifiche importanti, evidenziate da un confronto con la
Fig. 18, illustrante lo stesso corridoio visto dall’esterno ed in modo più laterale e più dal basso. Una modifica riguarda il citato pilastro: il suo colore da giallo-opaco è diventato nero-lucido e la sua sezione da quadrata è diventata lenticolare, cioè ellittica appiattita. Una sezione come quella dei pilastri che, tipicamente, sorreggono i ponti sui fiumi, e che deve essere idrodinamica per favorire il deflusso delle acque.
Tali aspetti del pilastro sono visibili nella
figura 18, ma richiedono un’osservazione attenta di essa.
La citata modifica del pilastro ha in sé due valori: da un lato favorisce l’ingresso, ma da un altro lato favorisce anche l’uscita. Senza tale modifica, la citata colonna-pilastro a sezione quadrata (
Fig. 17) avrebbe espresso un flusso ostacolato da incertezze di percorrenza (a destra o a sinistra di tale colonna-pilastro a superficie piane perpendicolari), ovvero turbolenze: come se attorno a tale pilastro quadrangolare si fossero determinati rallentamenti, creati da riflessioni psicologiche sulla scelta del percorso da intraprendere.
Oltre a ciò, l’eliminazione di tali turbolenze, consentita dalla nuova sezione lenticolare del pilastro, ha in sé anche il significato di favorire la divisione netta del flusso concettuale (di ciò che transita nel Partito Democratico).
Un’altra modifica apportata nel citato corridoio di ingresso nella sede del Partito Democratico è quella riguardante la parete di destra (rispetto al verso di ingresso), e che è visibile dalla
figura 18.
In tale parete è stato aggiunto un lungo pannello rettangolare orizzontale con un disegno che è ancor più nefasto del pannello! Esso infatti raffigura fasce (con i tre colori verde, bianco, rosso presenti nel simbolo PD) arcuate a traiettoria balistica, secondo percorsi di discesa, di riduzione: senza aggiungere ulteriori definizioni analoghe, l’orientamento e la forma di tali percorsi sono sicuramente percorsi negativi.
In particolare, il colore rosso tipicamente associato alla tradizione comunista, esprime una situazione futura di "fine".
Queste mie considerazioni non intendono entrare nel merito del destino del PD, ma sono finalizzate essenzialmente ad evidenziare, agli studiosi degli archetipi, il fatto che i simboli sono sempre di interpretazione complessa.
Una interpretazione che è difficile, nella misura in cui lo scopo degli archetipi è quello, sì, di rivelare il futuro degli eventi, ma di rivelarlo in un modo nascosto: che "si veda, ma non si veda…".

Conclusioni
Gli archetipi dei simboli creano gli eventi.
La scelta di essi è determinata dall’inconscio dei singoli individui. Costoro potrebbero essere considerati dei veggenti, che anticipano, con i simboli da essi proposti, il destino successivo.
Tale anticipazione del futuro è tuttavia rivolta all’inconscio e non alla coscienza razionale; come se il futuro fosse opportuno non conoscerlo, per non intralciare i programmi razionali della coscienza.
L’azione degli archetipi deve cioè essere esercitata in modo inavvertibile, magico.
Poiché tra archetipo ed evento futuro esiste REVERSIBILITÁ, io ritengo opportuno approfondire i significati ermetici ed occulti degli archetipi, al fine di poter adottare razionalmente solo gli archetipi positivi, benefici.
Ora l’umanità è in un conflitto globale in cui tutti sono contro tutti, e dove in sostanza tutti soffrono.
È necessario modificare l’attuale equilibrio conscio-inconscio, perché i fatti dimostrano che esso è insoddisfacente.
Per cambiare l’umanità è necessario che l’umanità si privi dei suoi archetipi negativi.
Finché si adotta come simbolo della pace una bandiera fatta di strisce orizzontali e con i colori positivi in basso, sarà ben difficile evitare le guerre!
Il problema non è quello di vincere una lotta tra individui singoli o tra nazioni: il problema è quello di non fare più lotte, né guerre. Cominciamo a fare ciò che è facile fare: adottiamo solo simboli vincenti, così vinciamo tutti senza necessità di fare alcuna guerra!
Le cose più difficili scomparirebbero poi da sole, automaticamente. Il difficile sta solo nel riuscire ad eliminare i simboli negativi a chiunque: ci sono infatti persone che non potranno mai capire. Per creare i danni della guerra è sufficiente che a volerla sia uno solo: tutti gli altri saranno costretti a difendersi. Facciamo in modo che, almeno, a perdere la guerra sia sempre chi la comincia!
La natura non ha fornito l’uomo di ali per volare. Nonostante ciò, o forse proprio per tale motivo, l’uomo ha fatto uso della sua intelligenza per crearsi gli aeroplani e per volare così meglio degli uccelli.
La NATURA va rispettata fino a quando è benefica. Non dimentichiamoci che la NATURA vuole la nostra morte e che tale sua volontà non mi pare che sia per noi benefica!
Cominciamo a conoscerne le intenzioni mediante l’analisi dei suoi archetipi: ne trarremo sicuramente dei vantaggi.



FIGURA 1







FIGURA 2
























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FIGURA 8


















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