
56.
SIMBOLI DECISIVI DELLA GARA MARCEDES-FERRARI E DEL REFERENDUM SI-NO
Riassunto
Recentemente, si sono verificati due importanti eventi:
uno sportivo (Campionato del Mondo di Formula 1) e l’altro politico (Referendum SI-NO).
In questo Scritto Inumano si dimostra, mediante i sopra citati eventi (presi come esempio) che l’esito di qualsiasi fatto non è dovuto alle cause suggerite dalla razionalità, bensì a MOTIVI ARCANI.
Più precisamente, al "potere magico" degli Archetipi. Ovvero, è dovuto alla capacità dei simboli collegati agli eventi di guidare i Poteri Psichici Inconsci degli individui verso la realizzazione di un FUTURO illustrato da tali simboli.
Parte prima: FERRARI E MERCEDES
I POTERI DELLA MAGIA CREATI DAI LIMITI DELLA RAZIONALITÁ
Il campionato mondiale di "Formula 1" si è concluso il 27 novembre 2016, dimostrando ciò che era facilmente prevedibile sulla base del potere dei simboli presenti sulle due citate marche di automobili in competizione. La Mercedes aveva due soli simboli estremamente vincenti; la Ferrari aveva una congerie di simboli perdenti.
Il potere di tali simboli è quello illustrato dai miei due precedenti "Scritti Inumani": Archetiposofia, scienza della superstizione, e Il potere magico dei simboli nella creazione del successo, per esempio Matteo Renzi.
In tali due scritti era indicato il potere nefasto, perdente, esercitato da ciò che appare "simile ad una freccia rivolta verso il basso" e da ciò che "contiene linee oblique nel senso di una discesa da sinistra verso destra".
Per contro, in tali scritti era indicato il potere salvifico esercitato da ciò che "appare simile ad una freccia rivolta verso l’alto".
Tale premessa è necessaria per dimostrare che non sto parlando con il "senno di poi" dopo aver visto il risultato, bensì di fatti oggettivi, universali, dimostrati dalla storia degli eventi umani.
Anche perché se avessi vaticinato la vittoria della Mercedes, qualche fanatico ferrarista avrebbe detto che avevo portato iella, ed i fanatici sono persone che preferisco evitare....perché io sono assolutamente positivo.
Lasciando da parte le ipotesi dei fanatici, passo dunque ad esporre i fatti oggettivi alla base della sconfitta della Ferrari.
Semplicisticamente, qualcuno potrebbe dire che la Mercedes ha vinto perché era più veloce della Ferrari. In realtà, tale spiegazione è quella più evidente o superficiale, giacché non spiega il "perché" la Mercedes era più veloce. Infatti, tale maggiore velocità poteva dipendere da un motore più potente, da una aerodinamica migliore, da freni migliori, eccetera; ciò implica pertanto che le domande potevano diventare: "Perché il motore era più potente? Perché l’aerodinamica era migliore? Perché i freni erano migliori"?
Dare risposte sensate a queste domande è molto difficile; infatti, ciò che crea la distinzione tra "migliore e peggiore" è un qualcosa di infinitesimo, indefinibile, imponderabile, come le frazioni di secondo che distaccano le citate automobili al traguardo, dopo le migliaia di secondi che dura una gara. Le due case automobilistiche Mercedes e Ferrari, hanno infatti usato mezzi finanziari illimitati: per avere i migliori ingegni del mondo ed i migliori mezzi tecnologici del mondo; per misurare, provare, sperimentare, ogni componente necessaria, idraulica, elettrica ed aerodinamica. Ecco dunque che la differenza, tra i due risultati della macchina vincente e della macchina perdente, può essere molto probabilmente creata da una "cappa" di fortuna o di sfortuna che potrebbe aleggiare sui due team.
Esistono argomenti razionali per questa ipotesi? Quali sono le proprietà di tale cappa di sfortuna? L’esperienza insegna che tale ipotetica cappa ha origine nelle alte sfere angeliche, ma trae la sua struttura da potenti fattori presenti anche nelle "radiazioni psichiche" dei milioni di tifosi sparsi nel mondo.
Ognuno di questi tifosi esercita un suo potere differente da quello di tutti gli altri: ciò crea un qualcosa di definibile "boato psichico" (tipo quello che si sente negli stadi calcistici quando una squadra fa GOAL).
Un boato che nasce da una sintonia tra singoli tifosi che la pensano nello stesso modo.
GLI OCCHIALI NERI DEGLI IETTATORI
Facciamo un esempio, attinente l’ultima gara svolta nel circuito di ABU DHABI che ha deciso la vittoria della Mercedes.
Prima della gara, si svolse una certa cerimonia in cui i piloti erano allineati in piedi, insieme ad altri personaggi importanti, fermi e rivolti in una certa direzione. Ebbene, di questi piloti, Hamilton (uno dei due piloti della Mercedes) indossava sorprendentemente degli occhiali da saldatore; occhiali cioè con vetri nerissimi, capaci di non far passare neanche le radiazioni accecanti dell’arco elettrico tipico del processo di saldatura. Ovviamente, i benpensanti ritengono tale scelta un vezzo di originalità o di strafottenza di un grande campione. Una persona edotta come me, invece, ritiene che tale ostentazione provocatoria sia finalizzata ad impedire qualsiasi infiltrazione di luce negli occhi di Hamilton, per una importante e concreta ragione occulta: con la luce viaggiano contemporaneamente messaggi psichici correlati ad essa. Come dimostrato in altri miei scritti, infatti, le onde psichiche sono complementari ed inscindibili rispetto alle onde elettromagnetiche (la luce appunto).
In altre parole, in questa sua esposizione fissa alle telecamere di tutto il mondo, Hamilton è stato protetto da "esperti del settore magico-stregonesco" mediante i citati occhiali da saldatore; mediante tali occhiali, i suoi occhi venivano schermati in un modo assoluto, diventando così inaccessibili alle volontà di chi avrebbe potuto detestarlo in quanto "afro-americano" ed in quanto probabile vincitore della gara, come in effetti avvenne.
Le tensioni razziali non sono solo un fatto americano (Hamilton è inglese); esse sono un fatto mondiale in cui c’è una reciproca contrapposizione istintiva tra bianchi e "neri".
Nel senso che, mentre tutti i neri del mondo pregavano i loro demoni per far vincere Hamilton, molti bianchi del mondo pregavano i loro demoni per far perdere Hamilton.
Ecco pertanto che "qualcuno che la sa lunga...." ha suggerito ad Hamilton gli occhiali da saldatore, per proteggerlo dalle iettature dei bianchi e "dimostrare" con la sua vittoria, la superiorità della razza nera. Una dimostrazione che, peraltro, è un po’ taroccata, giacché Hamilton non è un nero, bensì un mulatto essendo figlio di un uomo nero e di una donna bianca.
Ma ovviamente, quando si fa propaganda ideologica certi dettagli devono essere trascurati.
Di fatto, è notoria la grande importanza degli occhi in tutta quella fenomenologia legata all’ipnosi ed al campo della stregoneria (è tipica l’espressione degli ipnotizzatori: "A me gli occhi, guardami, guardami!").
Non è certo un caso che le personalità famose dello spettacolo, quando non devono esibirsi, si celino dietro grandi occhiali neri. Né è un caso che l’immagine tipica dello iettatore è quella di un individuo vestito di nero e munito di immancabili occhiali neri che impediscano di vedere i suoi occhi.
Ciò che io ho razionalmente scoperto in modo scientifico, l’esperienza popolare lo aveva già scoperto intuitivamente molto prima di me.
LE ONDE PSICHICHE PRESENTI NELLE ONDE ELETTROMAGNETICHE
Tutto questo discorso, è necessario per capire l’importanza della luce nella trasmissione dell’energia psichica.
Più precisamente, l’importanza del fatto che le onde elettromagnetiche sono abbinate indissolubilmente alle onde psichiche nel modo da me illustrato in altri miei scritti. I pranoterapeuti, per determinare le tipiche inspiegabili guarigioni, trasmettono al paziente da guarire le proprie volontà terapeutiche mediante l’imposizione di potenti radiazioni infrarosse, emesse dalle loro mani.
È notorio il fatto che tali pranoterapeuti (i guaritori) abbiano le loro mani caldissime; infatti, le mani di tali guaritori devono avere una temperatura più elevata del corpo del malato per consentire al loro calore di penetrare nel corpo del malato, permeandolo in tal modo con ordini di guarigione contenuti nelle onde psichiche abbinate alle citate onde elettromagnetiche, infrarosse.
Dicendo "luce", è inevitabile collegarsi alle immagini: tutto ciò che vediamo è infatti la radiazione luminosa che viene riflessa dalle cose e che giunge ai nostri occhi; che giunge cioè al nostro apparato visivo di elaborazione psichica della radiazione elettromagnetica ricevuta. La Medicina, l’anatomia, illustrano la formazione ed il percorso degli impulsi nervosi (elettrici), ma non spiegano affatto come si crea la percezione psichica da cui deriva la tipica cognizione della realtà percepita dai sensi degli animali vivi.
Una radiazione che non è costituita dalla regolarità dell’onda portante (frequenza di prima armonica) che viene emessa dalla temperatura del corpo, ma anche da una moltitudine di altre onde elettromagnetiche con frequenze multiple (seconda armonica con frequenza doppia, terza armonica con frequenza tripla, quarta armonica con frequenza quadrupla, eccetera). Una radiazione che, pertanto, agendo sulla materialità degli organi sensoriali della vista, crea specifici effetti elettrici, a loro volta generanti lo specifico "spettro" a cui corrisponde l’onda frastagliata psichica, creatrice di ciò che noi definiamo cognitivamente immagine.
È lo stesso fenomeno alla base delle comunicazioni telefoniche dei cellulari: il suono investe un microfono per rendere variabili certe correnti elettriche; tali correnti vengono trasformate e irradiate nello spazio da un’antenna emittente; un’antenna ricevente ritrasforma le onde elettromagnetiche ricevute in correnti variabili; tali correnti variabili creano variazioni nel movimento meccanico di una membrana vibrante di un altoparlante che determina così suoni variabili intellegibili.
È un po’ ciò che avviene quando si fa una foto con una macchina fotografica digitale. Click! Per un istante si apre un forellino attraverso cui passa un fascio di luce contenente l’immagine riflessa dall’oggetto; tale immagine va ad infrangersi su un reticolo foto-sensibile (effetto foto-elettrico) che trasforma le onde elettromagnetiche ricevute in correnti elettriche, che vengono poi, archiviate ordinatamente in un reticolo matematico da un computer.
In questo modo, tali correnti elettriche possono essere utilizzate per ricreare, nello stesso ordine reticolare, i punti (pixel) costitutivi dell’immagine su un supporto materiale di stampa.
Nel caso di una percezione da parte del cervello, il "supporto di stampa" è costituito da una sequenza di punti variamente caldi (onde elettromagnetiche di differente frequenza) abbinati a punti variamente significanti, creati biochimicamente e attinenti la cognizione esistenziale dell’animale-uomo vivo.
Da quanto detto si spiega pertanto che, quando si guardano le forme delle figure e degli oggetti, in primo luogo ci si avvale del ruolo svolto dalla luce. In secondo luogo, tale immagine luminosa (materiale, fisica) che entra negli occhi è elaborata dal cervello e trasformata in correnti elettriche, per far generare ad esse calore da cui ricavare le onde psichiche (immateriali, non fisiche), da interpretare in termini di cognizione esistenziale.
Se qualcuno si fosse chiesto perché i simboli possono esercitare un potere sugli eventi, ragionando su quando finora detto può trovare risposte chiare e fondamentali.
LA DIPENDENZA DEI POTERI DEI SIMBOLI DALLE PROPRIETÁ DELLA PERCEZIONE PSICOLOGICA
Tornando dunque a considerare la sconfitta della Ferrari e la vittoria della Mercedes è facile vedere una grande differenza tra le positività vittoriose di certi simboli presenti sulla Mercedes e le negatività perdenti dei simboli presenti sulle Ferrari.
Prima di esaminare tali simboli è tuttavia importante precisare che, il citato confronto tra i due citati grandi Brand, avviene in un terreno in cui operano sia fattori umani, sia fattori tecnici.
I fattori umani sono quelli costitutivi delle enormi masse contrapposte di volontà, desideri, di milioni di persone.
I fattori tecnici sono quelli costituiti da elementi che apparentemente esprimono una parità di livello, ma che concretamente contengono differenze difficilmente rilevabili con mezzi razionali.
Differenze che nascono da scelte razionalmente valutate "le migliori", fino a quando si confrontano con le scelte di altri che sono "più migliori".
Tali scelte, nonostante siano affidate a conoscenze consolidate ed a sperimentazioni esasperate, contengono sempre un margine di variazione (un campo, un range) nel quale sguazza l’intuizione, la convinzione irrazionale; un campo in cui si insinua il suggerimento ipnotico dello iettatore, dell’odio del nemico.
Ecco cioè che i piloti stessi, apparentemente offrono prestazioni del 100% delle loro possibilità, ma in pratica sono soggetti alle induzioni malefiche esercitate telepaticamente dai nemici, associate alle protezioni telepatiche degli amici che li guidano magicamente a condotte di guida idonee alla vittoria.
Il potere dei simboli agisce proprio in questo ambito. Nel senso che, come già detto nel mio precedente scritto inumano "Archetiposofia, scienza della superstizione", la funzione dei simboli è quella di conoscere il futuro, anticipare potenzialmente gli eventi. Come un cartello stradale indicante pericolo di caduta massi dalla montagna: tale cartello non significa che un sasso cadrà sopra l’automobile; dice semplicemente che tale possibilità esiste, ovvero che l’evento potrebbe verificarsi. A volte tale avvertimento può risultare utile, a volte può risultare inutile: dipende dal tipo di frana che si verifica.
Di sicuro, però, pone l’automobilista in una condizione mentale di "potrebbe succedere"; conseguentemente, anche se tale automobilista vedesse cadere sulla strada un sassolino, guiderebbe come se da un momento all’altro si dovesse verificare una frana catastrofica.
Ecco pertanto che, percepire inconsciamente tanti simboli negativi induce nei piloti, nel team, nei progettisti, nei direttori, nei tifosi, la convinzione fatale che esistono delle contrarietà incontrollabili e che pertanto si verificherà la sconfitta.
Cosicché, per dire di sé stessi che avevano ragione e per non frustrare le loro capacità di veggenti, agiscono inconsciamente per perdere. Tali stessi tifosi agiranno inconsapevolmente per creare il risultato di sconfitta.
Un comportamento collettivo inconscio opposto è, ovviamente, quello determinato dal "vedere" simboli che dicano: "Vincerai!".
Oltre al potere intrinseco di ogni simbolo, esiste il valore simbolico derivante da una pluralità di simboli.
Nel senso che un solo simbolo ha un certo significato. Tanti simboli creano significati differenti, anche se i simboli sono gli stessi.
Per esempio, una freccia rivolta verso l’alto ha il significato di vittoria, ma se si mettono insieme tante frecce rivolte verso l’alto non si percepisce più la singola freccia, bensì l’insieme delle frecce.
Un insieme che potrebbe avere significati opposti: immaginate una grossa freccia rivolta verso il basso creata da tante piccole frecce rivolte verso l’alto; è ovvio che la positività delle piccole frecce soccomberebbe di fronte alla maggiore negatività dell’inclinazione verso il basso della grande freccia, perché è questa che viene più facilmente vista. Una maggiore negatività che è la sola consentita al significato derivante dal "colpo d’occhio" regolante i fenomeni percettivi.
Anche nel caso che la citata molteplicità di simboli riguardasse simboli differenti, si avrebbe un’analisi percettiva "ictus oculi" che potrebbe condurre sia a convinzioni di rafforzamento del significato, sia a convinzioni di diluizione del citato significato.
È un po’ come giocare alla roulette un numero singolo (en plein) con cui si ha la tensione emotiva massima e, per contro, giocarlo come coppia, come traversa, come sestina, come colonna, come dozzina, eccetera: la tensione emotiva sarebbe molto più bassa, i poteri telepatici spenti.
ANALISI ARCHETIPOSOFICA DEI SIMBOLI FERRARI, MERCEDES E DEI SIMBOLI DEI LORO SPONSOR
Premesso quanto sopra esposto, i simboli più evidenti che erano in contrapposizione nelle due fazioni di tifosi erano i seguenti.
La Ferrari (Fig.3) era associata ai simboli delle seguenti società-sponsor:
Shell, Santander, Claro, UPS.
La Mercedes (Fig.1) era associata ad un solo simbolo, quello della Petronas (Fig.2).
I simboli delle citate società-sponsor sono allegati in fondo a questo scritto mediante le figure 4, 5, 6, 7.
Tali società sponsorizzanti la Ferrari sono dei colossi finanziari operanti in tutto il mondo, cosicché, dire che siano associate a simboli di sconfitta è un’affermazione difficile da sostenere.
Tuttavia, l’esperienza storica sull’argomento ha dimostrato che generalmente tali grandi Brand, si perpetuano con vicissitudini di alterne fortune e disgrazie, proprio in ragione di loro contenuti di vittoria e di sconfitta, i quali si estrinsecano in modo sequenziale.
Nel mio primo scritto "Archetiposofia, scienza della superstizione" citavo la storia del marchio Mondadori, essenzialmente vincente in ragione della sua forma triangolare, ma contenente anche pesanti sconfitte (la vicenda giudiziaria contro De Benedetti).
Concetti analoghi sono presenti nel marchio Ferrari (Fig.3): la negatività dello scudo con la punta verso il basso, la positività dello sfondo giallo in cui si staglia il nero del cavallo; un cavallo che è rampante, ovvero con energia prorompente che, dalla orizzontalità originaria, lo eleva alla verticalità della vittoria violenta e ribelle (il cavallo che è rivolto all’indietro); il tutto, abbracciato da una sovrastante freccia con angolo ottuso che sta ad esprimere la possibilità di mantenersi intatta (non spuntarsi) neanche nelle situazioni più difficili (per analogia, gli utensili preposti a tagliare materiali teneri hanno un angolo acuto, che diventa progressivamente ottuso quanto più i materiali da tagliare sono duri).
A seguito di ciò, possiamo riscontrare in tale simbolo sia le notorie vicende luttuose, sia il fatto che la Ferrari fu comperata dalla Fiat (come Arnoldo Mondadori dovette vendere la sua azienda a Silvio Berlusconi).
Generalmente, dietro la lunga vita di un marchio contenente simboli di sconfitta, ci sono passaggi di proprietà che, con capitale fresco, tendono a creare nuove fasi vincenti (il famoso equilibrio universale basato su successioni di squilibri).
Inoltre, il simbolo è sempre associato ad una parola che, di per sé, ha un proprio valore con cui creare l’insieme simbolo-parola.
Passiamo ora ad un’analisi degli aspetti "perdenti" dei marchi associati alla Ferrari.
In termini sintetici, possiamo dunque vedere che il marchio SHELL (Fig.4) ha valore di vittoria nel suo colore giallo dominante, che viene percepito a colpo d’occhio, con l’istantaneità connessa alla percezione inconscia.
La conchiglia così stilizzata esprime una negatività con i suoi raggi perché essi sono confluenti verso un "basso centrale".
Tale conchiglia esprime anche una sostanziale planarità di base, che conferisce stabilità al suo assetto verticale (sta in piedi perché ben appoggiata al suolo).
Si ha infine come importante fattore positivo, il colore rosso attuativo di uno sfondo esuberante, analogicamente interpretato come ambito in cui si svolgono gli eventi.
Tale colore rosso svolge un ruolo di contorno e di "caratterizzazione" con la sua valenza di energia che è termica; un’energia differente da quella meccanica di un cavallo che sia rampante, come quello del simbolo Ferrari.
Se si dovesse fare una sintesi, ciò che risalta di più in tale marchio della Shell è una discesa lenta, perché espressa da una freccia rivolta verso il basso che è priva di punta. Una discesa che, tuttavia, non è associata a traumi né a sofferenze, giacché la figura esterna della conchiglia ha una forma creata da angoli non acuti.
Il potere nefasto della freccia rivolta all’ingiù è invece espresso in modo rimarchevole, dal marchio UPS (Fig.7).
In tale marchio si ha tuttavia la presenza simbolica di un "grande slancio positivo" espresso dalla freccia gialla, arcuata, appuntita, di sommità, orientata verso destra (ovvero, nel senso di un’avanzata progressiva); una freccia positiva che, essendo comunicante cromaticamente con l’altra freccia negativa verso il basso, denota movimenti duplici ed incoerenti.
Nel marchio CLARO (Fig.6), si ha una "freccia negativa" che non è rivolta verso il basso in direzione verticale, bensì è rivolta verso il basso in modo obliquo all’indietro (discesa da destra a sinistra).
In tale marchio, ciò che visivamente viene percepito come una freccia è l’insieme delle tre linee (verticale, a 45°, orizzontale) associate alla O finale. Per una compagnia telefonica tali linee possono suggerire una "propagazione" di onde (onde sonore, onde radio), ma per altri ambiti tali linee suggeriscono altre cose.
Tale verso con componenti "all’indietro" è rimarchevole in modo negativo perché associato a qualcosa che, per definizione, deve andare avanti; tale "qualcosa" è infatti costituito da una macchina da corsa!
Nel marchio Santander (Fig.5), la sua negatività risiede nella forma della fiamma simbolica associata alla parola .
Tale fiamma, che si eleva da una base ellittica, è costituita da quattro bande, a colori alternati, affiancate, sinuose come delle S stirate ed appuntite, le quali hanno preponderantemente una inclinazione di discesa negativa, cioè da sinistra verso destra.
Il fatto che le citate quattro società spendano montagne di soldi per mettere il loro nome su una macchina da corsa non sta a significare che esse abbiano soldi da buttare via; semplicemente perché sono società che hanno bisogno della pubblicità per la loro stessa sopravvivenza.
La pubblicità è dunque una loro necessità, un investimento economico che generalmente apporta più denaro di quello speso (ovviamente anche se in modo aleatorio e non sempre rilevabile in modo diretto).
Passiamo ora ad esaminare i significati dei marchi Mercedes (Fig.1) e della Petronas (Fig.2).
Nel marchio Mercedes si ha una stella con una punta rivolta verso l’alto, in una geometria di massima essenzialità e stabilità; inoltre, protetta ed integrata nella perfezione di un cerchio periferico.
È un marchio di massima perfezione.
Se ad un marchio perfetto si associa poi un altro marchio positivo come quello della Petronas (Fig.2), non è difficile prevedere che da tale abbinamento risulteranno vittorie.
Il marchio Petronas è infatti costituito da una goccia stilizzata dotata di una punta nella sua zona superiore e quindi rivolta decisamente verso l’alto.
A tale punta, sul lato destro è associato un triangolo appuntito rivolto obliquamente verso l’alto (salita da sinistra verso destra).
Ciò potrebbe esprimere che, all’interno della società vi sono due indirizzi divergenti ma che, nonostante ciò, la direzione risultante è comunque rivolta verso l’alto, verso la vittoria, il successo.
L’unica stonatura che vedo è il colore verde-azzurro. Tale colore non è positivo: è indicativo di freddezza, di acredine, assenza di felicità che, se gioca un ruolo positivo in ciò che è meccanico, elettronico, robotico, matematico, gioca un ruolo negativo su quelle che sono le sensibilità psicologiche o prerogative umane.
CONFERMA DEL POTERE NEFASTO DEL VERDE
Mentre sto scrivendo questa analisi, la televisione annuncia (come fatto clamoroso e inedito) che ROSBERG (altro pilota della Mercedes), ha comunicato inaspettatamente il suo IMMEDIATO ritiro dalle corse!
Apro una parentesi, per informare gli estranei alle gare automobilistiche. Il campionato del mondo, avviene con una decina di gare effettuate in circuiti di tutto il mondo; ad ogni risultato viene assegnato un punteggio: sia alla marca dell’automobile, sia ai piloti. Al termine dell’ultima gara si contano i punti accumulati. Il pilota che ha totalizzato il maggior numero di punti diventa il Campione del Mondo. La marca automobilistica che ha totalizzato il maggior numero di punti, vince il campionato del mondo "Marche". Quest’anno, il pilota che è diventato Campione del Mondo è stato ROSBERG; la marca automobilistica che ha vinto il campionato del mondo è stata la Mercedes. Tale marca faceva guidare le sue due automobili ai due citati piloti: ROSBERG e HAMILTON. L’ultima gara è stata vinta da Hamilton; siccome però Rosberg è arrivato secondo, ha acquisito un numero di punti sufficiente per creare una somma maggiore di quella cha ha creato Hamilton.
A seguito di ciò, Hamilton ha vinto l’ultima gara, ma Rosberg è diventato il CAMPIONE DEL MONDO: il migliore, il più bravo, il "superiore". Di Hamilton è conosciuta la sua incapacità di accettare sconfitte e la sua incapacità di essere "il secondo". Nonostante la riservatezza imposta dalla Mercedes, è notorio che Hamilton ha difficoltà ad avere simpatie con i suoi compagni di squadra.
Al di là di quelle che potrebbero sembrare pettegolezzi, in un’intervista nell’ultima gara, Hamilton disse minacciosamente che avrebbe scritto un libro avente per argomento le vicende nell’ambito del Team Mercedes; al punto che, di ciò, un cronista televisivo informò un dirigente della Mercedes, il quale replicò che, anche la Mercedes, ne avrebbe scritto un altro di risposta.
Questi dettagli, hanno lo scopo di evidenziare l’atmosfera di tensione che era presente. Una situazione nell’ambito Mercedes-Petronas che DIMOSTRA la concretezza di ciò che era implicito nella presenza del citato colore verde-azzurro nel simbolismo del citato Team: vittoria senza gioia, con rancori, acredini.
Al punto che Rosberg, dopo essere diventato campione del mondo, ha deciso di chiudere la sua carriera di pilota, pur di non restare più in competizione personale con Hamilton. Ciò dimostra inequivocabilmente il potere nefasto del VERDE, anche quando vince!
COME SONO FATTE LE PROFEZIE
Come già detto, il simbolismo presente nelle figure e nelle cose che ci circondano, costituisce una profezia riguardante gli avvenimenti futuri.
Tale profezia deve essere ermetica, nel senso "dico e non dico".
Ma non nel senso di trovare giustificazioni nel caso che la profezia non si avverasse, bensì nel senso che essa deve svolgere una funzione che sia comunque compatibile con l’avanzare della vita.
La profezia deve, cioè, contenere un dubbio sulla sua realizzazione futura che sia sufficiente a procedere con cautela, ma senza fermarsi.
Ogni cosa non è mai sola, ma sempre associata al destino di altre cose, cosicché sono queste "altre cose" che pretendono dalla citata "cosa sola" che essa vada avanti Quanto Basta, per poter far procedere in avanti anche tali "altre cose".
È per tale ragione che le profezie sono costituite da poche parole, vaghe, analogiche, ermetiche, criptiche, in modo da dire "quanto basta" per preparare all’evento e, così, affrontarlo nel modo migliore.
I simboli sono complessi, ma soprattutto tanti: tutto ciò che vediamo è un simbolo. Certi simboli possiamo cambiarli, altri no.
È un po’ come stare su una nave che sta affondando in un modo lento. Tale fatto è terribile, ma sarebbe più terribile se ci si trovasse inaspettatamente buttati nell’oceano, senza essere preventivamente preparati fisicamente e mentalmente alle difficoltà che ci aspettano. Conoscere in anticipo il fatto che la nave sta affondando, significa infatti avere tempo utile per procurarsi viveri e acqua, salvagenti, e quant’altro utile per affrontare la fatale situazione futura.
LA REVERSIBILITÁ TRA SIGNIFICATO SIMBOLICO ED EVENTO NELL’IPOTESI DI IMMUTABILITÁ DEL SIMBOLO
Per capire meglio cosa intendo per "simbolo ineluttabile", racconto un fatto che mi successe una trentina di anni fa.
Il fatto. Dopo un periodo di disoccupazione con disperate difficoltà economiche, trovai fortuitamente un buon lavoro in una località bellissima, e trovai anche un’abitazione in affitto.
Tale abitazione era al di sotto di una tipica montagna piramidale (alta 2600 metri) che, se paesaggisticamente era molto bella, analogicamente essa esprimeva qualcosa di "minaccioso ed immanente".
Di fatto, la sua forma di freccia verso l’alto era espressiva di cose che sarebbero "andate bene"; seppure richiedenti molta serietà.
Tralasciando dettagli non pertinenti, come vicino di casa trovai un tizio che non gradiva affatto la presenza della mia famiglia. Siccome, poi, era un tipo fisicamente più forte di me, non trovò niente di meglio che provocarmi nei modi più incredibili (mi interrompeva proditoriamente l’erogazione dell’acqua e della corrente elettrica, minacciandomi fisicamente in modo esplicito, preannunciando ai suoi amici l’imminente aggressione che avrebbe effettuato nei miei riguardi, ecc...).
Così, costui passò ai fatti prendendomi a pugni. Contrariamente a quello che aveva immaginato, l’incontro di wrestling tra noi ebbe un epilogo differente che, anche per lui, fu poco piacevole.
Giunsi così alla necessità di lasciare la mia abitazione prima possibile, giacché un eventuale "match di rivincita" (che tale tizio mi avesse imposto) non avrebbe avuto vincitori....
Eccomi al punto importante. Mi trasferii in un’altra cittadina, distante una decina di chilometri dalla precedente, in modo da non far incontrare il mio potenziale aggressore nemmeno con i miei famigliari.
Mi ritrovai pertanto soddisfatto della nuova sistemazione, che mi ripagava delle fatiche e delle spese che furono necessarie. L’appartamento in questione aveva una grande finestra, la quale obbligava però a guardare il paesaggio esterno. Tale "paesaggio esterno" era sinteticamente espresso in modo diretto: era costituito dal fianco ripido di una montagna e giungeva bruscamente ad una pianura.
In pratica, vedevo due linee diritte: una linea di ripida discesa che terminava su un’altra linea che era orizzontale, e con la quale formava un angolo ottuso quasi retto.
La cosa mi turbò non poco, perché avevo recentemente scoperto il potere dei simboli.
Quel panorama che dovevo obbligatoriamente guardare quando ero in casa, esprimeva un percorso che "scendeva rapidamente verso la fine".
Provai inutilmente ad intervenire con tende, con spostamenti di mobili.
Quella montagna era lì in quel modo, e non c’era niente che potessi fare per non vederla o per cambiare il suo inquietante significato simbolico.
Tale panorama stabiliva che avrei lasciato in tempi brevi (inclinazione ripida della parete, discesa rapida) quel nuovo appartamento che avevo appena cominciato ad abitare.
Pensai ovviamente le cose più brutte, preparandomi al peggio; infatti, quel simbolo era ineluttabile, non c’era alcun modo di cambiarlo (nemmeno cambiando casa, perché non avevo più una lira).
Da notare che ero in un luogo dove non c’era alcun altra industria in cui andare a lavorare se avessi perso quel lavoro; inoltre, che nella fabbrica dove lavoravo era impossibile chiedere permessi per eventuali colloqui segreti per altri lavori.
L’unica speranza era riposta nella mia "nuova automobile" che avevo appena comperato nel mercato del super-usato, dopo la ricerca scrupolosa di un certo modello che ritenevo estremamente fortunato per la sua valenza simbolica.
Ogni volta che guardavo tale automobile gli dicevo "Forza, datti da fare! Ho investito su di te tutti i miei soldi"! Siccome era una macchina "brava ed intelligente", essa non tradì le mie aspettative.
Un giorno raro che, per la mia attività aziendale, dovetti recarmi in treno a Milano, comperai il Corriere della Sera che conteneva annunci di lavoro.
Ne trovai uno per il quale non avevo i titoli richiesti; nonostante ciò mi presentai immediatamente per un colloquio e....fui assunto! Subito!
Avevo finalmente risolto l’arcano del simbolo di Fine attinente il panorama offerto dalla finestra della mia casa, ma soprattutto in un modo che, seppure implicante tante fatiche e soldi da spendere, era sostanzialmente un evento positivo.
Era il miglior posto di lavoro che avevo avuto. Dovetti trasferirmi a cinquanta chilometri, nella Bergamasca. Vi lavorai per 17 anni.
Poi, "arrivarono gli Angeli SOLLUKER"; arrivò la pensione; arrivò il tempo in cui tali Angeli SOLLUKER mi imposero di scrivere le tante cose che ho scritto per attuare i loro programmi messianici.
Giustamente qualcuno potrebbe dire che, delle vicissitudini della mia vita, non gliene frega proprio niente.
Allora, a questo qualcuno dico che: "Neanche a me interessa scrivere le cose che sto scrivendo, eppure lo faccio". Lo faccio semplicemente perché non posso non farlo, nella misura in cui lo faccio!"
Non sempre ciò che avviene nella nostra vita è voluto da noi.
Esistono volontà esterne che non sempre sono visibili. Avere un pò di pazienza generalmente è utile.
Rientrando in un ruolo di persona seria, mi giustifico pertanto dicendo che io ho parlato della mia vita solo per fare un esempio sul potere dei simboli.
Un potere che ovviamente pone la domanda: "Quale è l’origine di tale potere degli archetipi, dei simboli"?
Io credo che, limitarsi ad una ricerca sulle proprietà intrinseche della psiche umana sia molto riduttivo, limitante, fuorviante.
I simboli potrebbero infatti essere degli strumenti usati dagli invisibili Angeli Solluker semplicemente per attenuare gli urti con cui veniamo investiti dalle vicende sociali. È un po’ un avvertimento del tipo che il famoso attore UGO TOGNAZZI, nel suo film IL FEDERALE (mi pare), dava al passeggero della sua moto con sidecar: "Buca....buca con acqua", affinché costui si tenesse forte per non sobbalzare rovinosamente.
Pertanto, conoscere i poteri dei simboli ed il modo in cui si estrinsecano, potrebbe essere anche un veicolo per trasportare la mente umana verso ulteriori aspetti della realtà.
Aspetti ancora sconosciuti, ma che sicuramente ci riguardano, e che potrebbero consentirci di conoscere ulteriori proprietà legate alla gestione soggettiva del potere magico dei simboli sugli eventi dell’esistenza.
Dalla Figura zero si può rilevare la collocazione dei citati simboli negativi sulla autovettura.
Da tale figura zero emergono tuttavia anche molti altri simboli o aspetti negativi (V Power, Mahle, eccetera) che sarebbe opportuno considerare qualora si volesse che la Ferrari vinca le gare...................
Figura zero
Figura 1
Figura 2
Figura 3
Figura 4
Figura 5
Figura 6
Figura 7
Parte seconda: REFERENDUM SI - NO
CONFRONTO TRA IL POTERE DEI COLORI
Come è noto, in Italia si è svolto un Referendum popolare mediante il quale gli elettori dovevano decidere se approvare una certa modifica alla Costituzione Italiana votando SI, oppure negare tale modifica votando NO.
Senza entrare nel merito della questione, di fatto c’era uno schieramento politico che invitava il popolo a votare SI, ed un altro schieramento politico che invitava il popolo a votare NO.
Per vari mesi i due schieramenti si sono confrontati ferocemente e l’esito della votazione appariva molto incerto.
Tuttavia, tale incertezza non ci sarebbe stata se si fossero esaminati i simboli identificativi dei due schieramenti con i criteri che esposi vari anni fa, in questo stesso sito Internet, con il mio Scritto Inumano "Archetiposofia, scienza della superstizione".
Da tale esame sarebbe chiaramente apparsa la vittoria del NO per i motivi qui di seguito esposti. Motivi che erano riportati nel citato scritto, e che erano riferibili ai simboli con cui è stata effettuata la propaganda politica.
Tali motivi consistono essenzialmente a QUANTO una certa figura o colore sono SIMILI agli Archetipi Fondamentali, illustrati nel citato Scritto Inumano "Archetiposofia, scienza della superstizione".
Sinteticamente, tali Archetipi consistono nella somiglianza a:
frecce che siano rivolte verso l’alto oppure verso il basso;
linee che siano orizzontali oppure verticali;
obliquità positiva (salita da sinistra verso destra)
obliquità negativa (discesa da sinistra verso destra).
colori negativi, il verde, il viola, il nero; colori positivi, il giallo, il rosso, il bianco.
A titolo di esempio, nelle figure 8, 9, 10 sono illustrati tre dei principali simboli di propaganda del NO.
Nella Fig. 8 sono adottati i colori giallo e nero.
Nella Fig. 9 sono adottati i colori giallo, rosso, verde, bianco.
Nella Fig. 10 sono adottati i colori giallo, rosso, nero, bianco.
In questi tre simboli, il colore preponderante ed accomunante è dunque il GIALLO: il colore della gioia, della vittoria.
Nelle figure 11, 12, 13 sono illustrati tre dei principali simboli di propaganda del SI.
Nella Fig. 11 sono adottati i colori verde, bianco, rosso.
Nella Fig. 12 sono adottati i colori verde, rosso, nero, bianco.
Nella Fig. 13 sono adottati i colori verde, bianco, rosso.
Tali colori, tuttavia, sono presenti in quantità differenti.
In questi tre simboli, il colore preponderante ed accomunante è il VERDE: colore della lotta, perdente. Esso è infatti quel verde delle foreste che impediscono lo sviluppo della civiltà umana, giacché le città e le fabbriche non possono essere costruite nelle foreste.
La "natura verde" la vita la dà alle piante ed agli animali, non certo all’essere umano. Di fatto, comunque, anche nella propaganda ufficiale, il verde è stato attribuito al SI; al NO è stato attribuito il rosso.
Tra rosso e verde non è difficile capire che vince il rosso: il colore della violenza e del sangue.
Tra giallo e verde, poi, la vittoria del verde non è nemmeno ipotizzabile.
L’ESEMPIO OFFERTO DAL MOVIMENTO 5 STELLE
Il simbolo illustrato in Fig.10 è quello adottato dal Movimento 5 Stelle: il partito che si è maggiormente impegnato nella propaganda. Ho segnalato tale simbolo per mettere in risalto la predominanza del giallo, e dunque il ruolo preponderante di tale colore nella campagna pubblicitaria che più è stata massiccia.
È stata scelta la figura 10 con il simbolo del Movimento 5 Stelle, anche per il seguente motivo didattico.
Tale simbolo è pregno di molti significati positivi: il bianco come simbolo di purezza e come base di sfondo per qualsiasi colore, nel senso di consentire la apposizione su di esso di cose nuove.
Si ha poi la positività delle cinque stelle gialle ed il cerchio rosso; infine, si ha la serietà fatale del nero.
In tale simbolo sostanzialmente positivo c’è però anche la sua dannazione: la predominanza della V rossa che, come una scure, spacca, distrugge, impedisce l’INTEGRITÀ alla parola MOVIMENTO.
Una V rossa contrastante, avulsa dalla regolarità del resto della parola, e che di fatto "divide" la parola Movimento, privandola di significato; essa determina infatti le sillabe MO e IMENTO che a sé stanti sono astruse.
Nella parola Movimento, la presenza della citata V rossa indica "sfortuna che arriva dall’alto".
Per capire che tali affermazioni sono più concrete di quello che si potrebbe pensare, basta considerare che, nonostante sia stato il partito più votato, il Movimento 5 Stelle non è potuto andare al governo a causa dell’aiutino dato al Partito Democratico dal partito SEL, che ha fatto scattare il "premio di maggioranza" a favore del PD. Ci fu poi, la presenza di un Napolitano ostile che non aveva sentito alcun "Boom" attinente la eclatante vittoria dei Cinque Stelle, e che ha escluso tale partito dai giochi di potere.
Altri aspetti della sfortuna espressa dalla citata "V" sono indicati dalle continue fuoriuscite dei vari deputati, nonché dalle continue polemiche su qualsiasi argomento e dalle recenti inchieste della magistratura per "firme false".
Tradotto in linguaggio chiaro, o tale partito leva la sua V dal suo simbolo o potrà scordarsi di andare al governo.
È una situazione analoga a quella del PD: o toglie dal corridoio di ingresso il cartellone grigio con la discesa di declino del rosso e la colonna divisoria nera, o continua a subire l’effetto malefico di tali due simboli (illustrati nel mio precedente articolo riferito a Renzi).
Comunque, tornando al simbolo dei "Cinque Stelle", la citata "V" rossa ha lo stesso valore simbolico nefasto del CUORE. Ricordate le elezioni per il sindaco di Roma, dove il candidato Marchini aveva adottato come suo simbolo la tipica forma stilizzata del cuore? Ricordate tutti i suoi importanti "potenziali" alleati? Ricordate il suo risultato elettorale irrilevante? Bene, adesso riflettete perché egli non è stato eletto sindaco, e valutate se il suo simbolo del Cuore è stato estraneo al suo "flop".
Parlando di Roma e di tutte le avversità che hanno caratterizzato la sua storia politica recente e recentissima, non posso che segnalare, didatticamente, la causa di tutto ciò: la lunga scala negativa presente sul lato sinistro del Campidoglio (dove c’è la colonna con la lupa bronzea che allatta Romolo e Remo).
Tale scala è quella che viene comunemente usata per l’accesso, ed è visibile dalla figura 14, anch’essa qui allegata.
Per migliorare le condizioni di Roma e del suo sindaco Raggi, basterebbe non usare la citata scala di Fig.14 per entrare nel Campidoglio ed usare, invece, lo scalone posto a sinistra nella facciata (Fig. 15). L’uscita dovrebbe avvenire mediante lo scalone posto a destra e mediante la citata scala laterale (Fig.14).
Per completare il "restyling anti-sfiga" è tuttavia necessario apportare anche leggere modifiche al tremendo simbolo di Roma (lo scudo SPQR), già analizzato nel mio precedente Scritto Inumano "Il magico potere dei simboli nella creazione del successo, per esempio, Matteo Renzi" presente in questo stesso sito.
ANALISI ARCHETIPOSOFICA DELLA FORMA DEI SIMBOLI USATI NEL REFERENDUM
Dopo queste divagazioni didattiche ausiliarie, torniamo a considerare l’argomento Simboli SI-NO del Referendum.
Dopo aver esaminato il loro colore, passiamo ora all’analisi del loro contenuto grafico.
Dalla figura 8 si può cogliere essenzialmente una grande serietà del messaggio posto su uno sfondo di vittoria (nero sul giallo), e la negatività del riquadro orizzontale nero dove è scritto "La riforma della Costituzione...".
Dalla figura 9 si può cogliere invece che la parte superiore della N verde è "tagliata obliquamente" in un verso positivo di crescita.
Tale obliquità del lato sinistro è associata ad un tondo rosso avente una grandezza di duplice significato. Il primo significato consiste nel fatto di avere la sua sommità al livello della sommità della N, ad esprimere con ciò che la "aspra salita" della N consente il raggiungimento di un livello superiore (la sommità del tondo) di forza (il rosso). Il secondo significato consiste nel fatto che la grossezza del tondo e la discesa rotonda del lato superiore destro di esso "sono proporzionati a suggerire" una linea astratta obliqua di discesa che, con la linea di salita "tagliante" la N, configura idealmente una grossa freccia coinvolgente tutto il simbolo; una grossa freccia immaginabile che conferisce grande rilevanza o stabilità al risultato di vittoria (freccia verso l’alto).
Tale freccia astratta (non disegnata) è paragonabile al tipico tetto delle case.
Chi ha usato tale simbolo di figura 9 ha svolto una lotta aspra con la sofferenza dell’acredine, del rancore come conseguenza del potere intrinseco del verde.
Una situazione di acredine che non è stata invece vissuta da chi ha usato il simbolo di Fig.8, dove si ha essenzialmente un concetto di serietà e di difficoltà.
In tale Fig.9, tuttavia, c’è un altro importante messaggio criptico espresso dal disegno della mano bianca; le dita aperte presenti in tale mano esprimono una CONFLUENZA VERSO IL BASSO (freccia verso il basso). Tale messaggio è fortemente negativo ed è espressivo di una vittoria che non conduce in alto, che incontra forti ostacoli.
Esaminiamo ora i tre simboli del SI illustrati dalle figure 11, 12, 13.
Nella Fig. 11 sono riportati direttamente i tanti commenti negativi riferibili su di essa.
Dalla Fig.12 si può rilevare la predominanza percettiva del suo colore verde nelle sue due tonalità chiaro e intenso (si può scegliere l’intensità della sfiga....).
L’intendimento di creare il bianco necessario per fare il tricolore dell’Italia è apprezzabile, ma è mal riuscito.
Specialmente se si considera la forma ed il colore dell’accento nero posto sulla rossa "i" che, in tal modo diventa "i minuscola", creante una discesa negativa rispetto al più elevato livello della grande S; una discesa luttuosa e disperata espressa dai tratti frettolosi (irregolarità della forma tipica di un segno fatto a mano con pennarello).
C’è poi il disegnino con la scritta "Rifare l’Italia" affiancata dalla figura bianca dell’Italia che, essendo tipicamente disposta con inclinazione negativa, sta concettualmente ad indicare un’azione sbagliata; il bianco è infatti ciò su cui si scrive e si scrive su qualcosa che ha in sé la discesa negativa da sinistra a destra."
Ancora più eloquente è il simbolo di sconfitta espresso dalla Fig.13: una freccia inequivocabilmente orientata verso il basso; una freccia negativa che ha il colore rosso della forza su uno sfondo verde (la rabbia) e su un candore del bianco "violato" dalla sovrapposizione di un corpo estraneo (la freccia asimmetrica rossa) che interseca la "I" a creare l’ulteriore simbolo negativo dell’incrociamento.
La sintesi di quanto emerso dal confronto tra i simboli del NO ed i simboli del SI è dunque la seguente.
Il NO ha mostrato simboli determinanti la vittoria.
Tali simboli contenevano tuttavia anche significati negativi che conferiscono a tale vittoria un potere scarso, nonché argomenti di ulteriori lotte.
Figura 8
Figura 9
Figura 10
Figura 11
Figura 12
Figura 13
Figura 14
Figura 15
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